93_dumas_elliottLa parabola di Richard Dumas dalle Finali NBA alla galera è l’esempio più drammatico di come la droga possa rovinare uno dei più grandi talenti dell’ultimo ventennio, nato a Tulsa in Oklahoma e con un padre pure lui ex giocatore professionista, il piccolo Richard viene cresciuto dalla madre a Bibbia e sport per fare sfogare l’inquieto bambino.

Che va pure benino a scuola ma a soli cinque anni beve per la prima volta dell’alcool ed a nove fuma marijuana. Piuttosto precoce.

Ha tanto talento per il basket e rapidamente diventa high school all american giocando per la Booker T. Washington High e viene reclutato da Leonard Hamilton ad Oklahoma State, ma intanto prima ancora di andare al college dopo sua mamma ha un secondo incontro fatale con un’altra donna: Nancy Reagan.

La moglie del presidente americano appare in numerosi spot televisivi dicendo “Just Say No” alle droghe ed invece di seguire i buoni consigli della first lady il nostro Richard incuriosito decide di provarle ed in particolar modo resta incantato dalla Dama Bianca… la cocaina… che gli resterà per sempre accanto, rovinandolo.

dumas2Sul campo è comunque devastante ed a OklaState si mette presto in luce come grande prospetto da NBA viaggiando a 17.4 punti e 6.4 rimbalzi da freshman ma al suo secondo anno viene già sospeso per uso di stupefacenti e da junior viene cacciato dall’università di Stillwater. Finisce invece nelle leghe minori e prova ad andare in Israele dove come rifugio dalle bombe di Saddam trova altra coca.

Gli viene data però la grande chance quando coach Hamilton telefona a Cotton Fitzsimmons, coach dei Phoenix Suns, chiedendogli di dare a Dumas un’opportunità “Non è un cattivo ragazzo…ha solo fatto delle cattive scelte”. I Suns lo selezionano al 46esimo giro del draft del 1991. Fallisce però i test anti-droga prima del training camp e riesce a “ripulirsi” per il mese di Dicembre fcendo un ingresso trionfale nella Lega.

In campo non avevo problemi” ricorda Dumas “era fuori dal campo dove lottavo” ed in effetti la sua stagione da rookie è clamorosa: il suo impatto in campo parla di quasi 16 punti di media in 48 partite, contro Shaquille O’Neal ed i suoi Magic segna 32 punti con 7 schiacciate di cui una clamorosa in faccia a Shaq e contribuisce notevolmente al raggiungimento delle Finali NBA contro i Chicago Bulls dove il suo talento, la sua versatilità e il suo gioco esplosivo sono perfetti complementi a campioni come Charles Barkley, Kevin KJ Johnson e Thunder Dan Majerle.

Il giovane rookie 23enne in gara 5 a Chicago segna i suoi primi nove canestri contro Scottie Pippen e trascina con 25 punti i suoi Suns a gara 6 dove poi i Bulls di Jordan vincono il titolo NBA espugnando lo US Airways Center; questa impresa nelle Finals porta a Dumas un contratto da 9 milioni di dollari che però non potrà mai godersi sino in fondo visto che è quotidianamente seguito coi test antidroga e dopo soli tre mesi è già in una clinica riabilitativa.

Così colui che per Paul Westphal sarebbe divenuto un All Star e che secondo John Lucas era “Doctor J con il tiro da fuori” dopo un solo strabiliante anno di NBA in pratica conclude la sua carriera “reale”.

Non ho mai giocato con un giocatore con così tanto talento” dice Charles Barkley, uno che di compagni con talento ne ha avuti “ma è stato battuto dal suo demone la droga…”

dumas1Per un anno entra ed esce dalle cliniche, fa un tentativo di rientro nel 1995 ma gioca a solo 15 partite mostrando di essere solo un lontano parente di quello ammirato solo due anni prima. In uno dei suoi test antidroga quotidiani  non si presenta, quando lo chiamano risponde di essere in vacanza e di non essere raggiungibile.

Mi pagavano molto ma era troppo stressante. Mi dava sui nervi. Mi pagavano per fare un lavoro ed era solo quello per me: un lavoro. Ma dopo aver lavorato volevo esser lasciato in pace ed invece mi erano sempre addosso. Ero stufo

Finisce così nella clinica di John Lucas e va a giocare con lui a Philadelphia ma dura 39 partite a 6.2 punti di media. Poi finiscono le sue chance.

Carriera NBA finita a soli 26 anni.

102 partite giocate in tre stagioni fra Phoenix e Phila che salgono a 125 considerando quei play off del 1993.

Avevo perso interesse, il basketball mi annoiava

Nel 1998 viene arrestato per possesso di cocaina, prova a ripartire in Croazia dove gioca da centro, ormai bolso ed invecchiato precocemente, prima di infortunarsi al ginocchio.

Perde tutti i suoi soldi guadagnati nella NBA fra droga, il divorzio dalla moglie e le tasse. Ma i suoi ex compagni ai Suns Mark West e Dan Majerle lo aiutano economicamente per fondare la “Richard Dumas and Friends Athletic Association” che organizza camps e clinic con lo stesso Dumas ad allenare ragazzini e che pare ripulito dalla droga.

Dumas oggi

Dumas oggi

Ma le cose non funzionano, riesce a stare lontano dai suoi demoni per pochi anni, torna allora a Tulsa dove va a fare il custode notturno, almeno può stare lontano dalla gente e dalle loro chiacchiere, ma resta invischiato in una brutta faccenda ed accusato di far parte di una banda di rapinatori e ricettatori.

A settembre di quest’anno viene però giudicato innocente. Dura poco perché l’11 dicembre del 2014 viene invece giudicato colpevole per il furto di alcool, dvd, vestiti, scarpe e cibo per un valore di 800$ all’emporio della base aerea di Luke in Arizona dove aveva trovato un nuovo lavoro in libertà condizionale.

Ma se gli chiedete il motivo di una vita da sbandato e di una carriera sprecata vi risponderà: “Tutta colpa di Nancy Reagan”.