Nuova intervista per Insoliti Noti, la rubrica diDailybasket sui nuovi giovani emergenti condotta da Max Viggiani. Il prossimo appuntamento è previsto per sabato 9 Giugno. Come sempre Max è disponibile per critiche, consigli e suggerimenti: [email protected] oppure sulla pagina Facebook di Insoliti noti che presto troverete sul web.

DIEGO MONALDI

Diego Monaldi (per gentile concessione Montepaschi Mens Sana Siena)
Diego Monaldi (per gentile concessione Montepaschi Mens Sana Siena)

Un filosofo giapponese sostiene che, se vuoi essere imprevedibile, una cosa, prima di pensarla, devi averla già fatta. Se ti fermerai a riflettere su quello che devi fare, ci sarà qualcuno già pronto ad anticiparti. Su un campo da basket succede che, se sei imprevedibile, spesso fai canestro. Deve averlo capito molto bene Diego Monaldi, classe 1993, un altro dei promettentissimi giovani della Montepaschi Siena. Faccia furba da scugnizzo napoletano, ma nato ad Aprilia, in provincia di Latina. Di lui un allenatore di serie A, qualche anno fa, mi disse : “Quel ragazzino l’azione la vede prima degli altri. Peccato non sia molto alto”. Nella sua pur breve carriera, Diego, però, ha saputo sopperire a un’altezza non da granatiere, un metro e 85 centimetri, con un talento innato e una grande umiltà, dote, quest’ultima, che gli ha trasmesso una famiglia sana e che lo ha praticamente sempre assecondato nelle scelte importanti della sua vita. “Devo diventare un giocatore”, afferma serio, “anche per ripagare i sacrifici che mamma e papà hanno sempre fatto”. “Essere lontani da me, quando io sono venuto qui a Siena, non è stato facile per loro”. Diego è stato uno dei protagonisti delle finali nazionali under 19 dello scorso week end in Friuli, anche se questo non gli ha consentito di vincere lo scudetto. Nella partita che ha assegnato il titolo, gli under 19 di Siena sono stati battuti dalla Virtus Bologna. Domenica, dopo la sconfitta, ho provato a tirarlo su di morale, senza grossi risultati: “Grazie per il pensiero, Max, ma ci sto troppo male. Nel mio ultimo anno di giovanili, ci tenevo a vincere qualcosa di importante”. Due giorni dopo le finali, martedì, lo richiamo e l’amarezza c’è sempre : “Allora come stai?”, dico io. “Così così”, mi risponde lui. “Dai Diego, avete raggiunto un traguardo molto importante, anche se, in Italia, purtroppo, non abbiamo la cultura dell’arrivare secondi. Ci si ricorda soltanto di chi vince”. “E’ esattamente quello che mi fa incazzare”, precisa, “Non è giusto”. A Firenze, società con cui ha esordito nell’ultima stagione, nel campionato di Dna, in doppio tesseramento con le giovanili di Siena, ha lavorato soprattutto sul palleggio con la mano destra, la cosiddetta mano debole, e sulle difficoltà di concentrazione, che, in alcuni casi, gli impediscono di avere una continuità di rendimento standard. “Quanto ai pregi”, continua lui, “Qualcuno sicuramente ne avrò, ma non mi piace rimarcarli, non mi servono per crescere e per raggiungere il mio obiettivo e cioè giocare stabilmente in serie A”. Quella serie A che ha avuto già modo di assaporare con Siena, togliendosi anche lo sfizio, nella scorsa stagione, di piazzare un canestro da tre punti da distanza siderale contro Milano. Diego ha le idee molto chiare così come l’atteggiamento da tenere in campo : “Rispetto per tutti gli avversari, ma paura di nessuno”.

Le interviste di questa rubrica sono state realizzate con la gentile collaborazione delle società di appartenenza dei giovani giocatori e, per i minorenni, con il consenso scritto dei genitori degli atleti.

MAX VIGGIANI