Puntata speciale.. di tutto un po’, insomma..

-VINCE ARMANI,VIVA ARMANI

Gli sceneggiatori sono stati eccezionali, manco fossero della Paramount ai tempi del Padrino: coppa Italia persa, Final Four d’eurolega sfumate sull’uscio di casa, quarti di finale zoppicanti contro una neopromossa, due sconfitta casalinghe contro Sassari, 2-0 contro Siena e poi 2-3, a un passo (un tiro) dal definitivo salto nel vuoto. Ma lo svolgimento della finale, oggettivamente spettacolo e ben al di là del dato tecnico (il ritorno sulla rete di Stato, in prima serata, non ha prezzo), rendono onore e giustizia all’Armani Milano e al suo patron, sbeffeggiati e derisi per anni di investimenti da magnati. Una vittoria che riconcilia Milano col pubblico del basket, a cui s’è resa antipatica per aver indossato i panni della strafavorita che nonostante maxi investimenti non aveva mai vinto (ma fino al 2012, a onor del vero, Siena poteva competere col denaro sonante proveniente dalle passerelle e da un marchio icona dell’Italian Style). Una vittoria che conferma la centralità del fattore Armani, la cui presenza-nel contesto di un basket malato- vale come un farmaco salvavita. O come un prodigioso Gerovital

ONORE AL MENS SANA PRIDE. SIENA MUORE, MA NON SI ARRENDE

Il canto della Verbena nel palazzo gelato dalla sconfitta, emblematica di quanto la pallacanestro possa essere meravigliosamente spietata, di gara 6. I tifosi che dopo gara 7, nello spicchio del Forum festante, innalzano le bandiere mensanine come se fossero vessilli di guerra in faccia al nemico, quasi come se dicessero ‘potete toglierci lo scudetto, l’affiliazione e la serie A, ma non ci toglierete mai di pelle i colori mensanini’. Siena ha sfoggiato un Pride, di bostoniana memoria, che non può far altro se non stimolare ammirazione. Tutti, dal capitano Ress a coach Crespi, passando dal vice Magro all’ultimo dei magazzinieri e al lavandaio degli asciugamani, si sono dimostrati ammirevoli e combattivi come una falange. Al pari di una gloriosa brigata dell’esercito, a Siena s’attaglia perfettamente l’urlo che risuonava dalle trincee: Siena forse muore, ma non si arrende

Marco Crespi, l'ultimo Samurai

Marco Crespi, l’ultimo Samurai

MA ERA SOLO UN MARIUOLO? Sì, LUI

Potremmo sbagliare, ma leggendo un centinaio di cronache delle finali- su siti, quotidiani e giornali di ogni genere- non abbiamo mai letto la parola Minucci. Mai. Sarà stata una svita, certamente. Eppure, se in tanti anni questa società ha instillato uno spirito straordinariamente vincente a ciascuno dei suoi componenti, nonostante i macigni pesantissimi- giudiziari, finanziari e penali- che gravano sui responsabili di questo epilogo, Ferdinando Minucci non doveva essere solo un mariuolo. Anche perché sono sospettosamente troppi quelli che gli han dato contro, come in una corrida, mentre in precedenza il coro dei beatificanti era sospettosamente nutrito. Nutritissimo. Non ci piace il furore giustizialista. Che, peraltro, non ha minato né offuscato la lucidità nel riconoscere gli enormi meriti a Siena e al suo indomito spirito.

BUON LAVORO, PRESIDENTE MARINO

Fuori Minucci dentro Ferdinando Marino. La successione a Minucci s’è decisa in fretta, dopo che erano tramontate le ipotesi Domenicali o Gherardini. Lavoro durissimo, quello che attende il numero uno di Brindisi ai vertici di Legabasket, chiamato a superare una presidenza- quella di Valentino Renzi- che negli ultimi mesi, anche perché bloccata dalle polemiche sul caso Minucci, era stata piuttosto statica. Le parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport (3 luglio) mostrano un Marino determinato. Ma rassomigliano molto a quelle di Gianni Petrucci del 2012. Si colmerà, il divario tra parole e fatti? Per il bene del basket, nel suo complesso, speriamo di sì..

IL BUON ESEMPIO MODERNIZZANTE DI CANTUCKY

Nuova compagina societaria, 39% delle quote a nuovi ingressi, 10% all’azionariato popolare (e questa è la grande novità, davvero inedita per il movimento cestistico nel suo complesso), 3 anni di ritrovata stabilità e presenza ai massimi livelli, pur con budget ridimensionati. L’esempio che arriva da Cantù, dove Anna Cremascoli e Luca Orthmann hanno intelligentemente traghettato la società verso l’attuale assetto, col determinante concorso del sindaco canturino, segna un precedente. Importante. L’operosa Cantucky indica una nuova strada, l’era dei patron munifici e solitari è tramontata. Servono nuove strade. Eccone una..

Anna Cremascoli indica una nuova strada (foto S. Paolella 2013)

Anna Cremascoli indica una nuova strada (foto S. Paolella 2013)

IL GRIDO DI DOLORE DELLA GIBA..

Il minutaggio dei giocatori italiani ci pone al fondo della classifica, o quasi, rispetto alle principali nazioni europee (Francia, Spagna, Grecia ma anche Germania). Siamo sotto il 30%, lamenta la Giba, associazione dei giocatori. Le stesse parole dette a Dailybasket nel 2013 da Riccardo Sbezzi e Toni Cappellari, che Gianni Petrucci riprese- ‘paro paro’, o quasi- a marzo del 2014. Meditare, gente, meditare..

-..E L’AVVEDUTEZZA ITALIANA DI MILANO..

Gentile, Melli, Hackett. Langford in ombra. Mentre Milano rischiava di affondare, in gara 7, a sottrarla con forza dal baratro ci hanno pensato i tre azzurri. Due dei quali, Gentile jr e Melli, sono stati probabilmente le scelte più azzeccate dalla dirigenza milanesi in questi anni di mercato: quando erano ancora dei neo maggiorenni, l’Olimpia ha investito e scommesso sulla loro tenuta ad alti livelli. E vinto la scommessa. Che non era delle più facili..

MONTEGRANARO CHE FINE FARA’?

Non è ancora ben chiaro che fine farà la gloriosa Sutor, bella espressione di basket provinciale e strapaesano che per anni  è riuscita a reggere urto e bilanci della serie A. Adesso i debiti sono nell’ordine dei sei zeri con cifre diverse dall’1 davanti, e il futuro si fa buio. Spiacerebbe che  Montegranaro si eclissasse dal basket che conta: dai tempi di Giamma Vacirca, e non solo, la Sutor è stata un bell’esempio. E l’ultima versione, con l’eroico Recalcati in panca e Daniele Cinciarini a suonar la carica, altrettanto bella.

FINALE E SEMIFINALE COI DUE BUDGET PIU’ BASSI DEGLI ULTIMI 10 ANNI. CHAPEAU, VIRTUS

Finale scudetto, Datome lanciato in Nba e Alberani sugli scudi; 2013. Semifinale scudetto, squadra rivoluzionata, Goss eroico, Mbakwe nuovo pezzo pregiato del mercato che fila in Summer League, Alberani sugli scudi: 2014. Roma, coi due budget inferiori negli ultimi 10 anni, centra due stagioni eclatanti. Un miracolo che si rinnova, e Toti ringrazia (e risparmia, soddisfatto). Alberani come san Gennaro?

Nicola Alberani come san Gennaro? (Foto Alessio Brandolini 2013)

Nicola Alberani come san Gennaro? (Foto Alessio Brandolini 2013)

-ONORE A STEFANO MICHELINI

“E’ una serata straordinaria, da festeggiare con scampi alla Buzara e malvasia istriana”. Italia Grecia, europei 2013, l’apoteosi. Ai microfoni Rai esplode la gioia di Stefano Michelini, che nel microfono ha sempre riversato una passione, e un’umanità, che fanno sempre la differenza. Noi speriamo che rimanga e non ce lo tolgano. Che resti a fianco ai giovani Dembinski, Fanelli ed Alice Pedrazzi,a  far loro da chioccia. Noi siamo con te, coach. Perché senza di te le telecronache perderebbero d’umanità. E sarebbe un grave, grande peccato..

IL POZ TORNA A VARESE, MASNAGO S’INCENDIERA’ SPESSO..

Non ha ancora una benché minima fisionomia la Varese del 2014-2015, ma il ritorno di Gianmarco Pozzecco è valso- nella Città Giardino- come lo sbarco di Armstrong sulla luna. Entusiasmo ai massimi, Masnago già ribolle. I danè, soldi per i non autoctoni, sono quelli che sono. Ma Pozzecco è una garanzia. Se dovesse andar male, già lo vediamo che toglie jeans e camicia per indossare calzoncini e canotta, pronto a bucherellare la retina avversaria..Bentornato, Poz

Il Poz fa bene a tutti, anche quando piange

Il Poz fa bene a tutti, anche quando piange

IL PAGELLONE FINALE DI COSA SUCCEDE A BASKET CITY

10 e lode a Siena, seppur in articulo mortis, e non solo per i commoventi video di Marco Crespi che parla ai suoi giocatori

10 a Boscia Tanjevic, che ha direttamente ispirato due protagonisti assoluti di queste finali: il figlio di Nandokan e l’ex assistente Crespi. Oltre ad aver dato la spinta, col precedente del 1996.. ps il 10 vale anche per l’anniversario della gloriosa vittoria della Nazionale agli Europei del 1999, di cui ricorre il 15° anno proprio in questi giorni

9.5 ad Ale Gentile, che campione era nato, ma che per la consacrazione ha dovuto passare le forche caudine che precedono l’ingresso nella Città del Sole e di Utopia, dove finalmente si perdoneranno gli eccessi e il carattere vulcanico di un 1992 a cui- per tradizione ereditaria- si tende a non perdonare alcunché. Ma riguardateli, i minuti del terzo quarto di gara 6.. Rivedrete il Mantello del Vampiro

Nel nome del padre  (Foto Savino Paolella 2014)

Nel nome del padre (Foto Savino Paolella 2014)

9 alla memoria di Gianluigi Porelli, uno dei più grandi dirigenti del nostro basket che l’Eurolega ha deciso di ricordare con gli onori del caso. Uno degli uomini che immaginò il futuro

9 a Milano e Luca Banchi, che si risollevano quando il braccio stava cedendo e il balzo nel vuoto pareva imminente. Come disse Al Pacino nell’indimenticato Ogni maledetta domenica, Milano si è ricordata di sollevarsi come collettivo, per non soccombere individualmente

9 ad Alessandro Magro, vice di Marco Crespi, per gli ultimi quarti che ci ha regalato..

8.5 a Flavio Portaluppi, che nel silenzio ha riportato amore e passione al Forum. E lo scudetto in piazzale Lotto. Che non è via Caltanissetta, ma ai tifosi va bene ugualmente

8.5 alla leggenda dei cugini Diener, che si congedano da Sassari e forse anche dall’Italia. Due meravigliosi interpreti devoti al cesto e alle sue regole. Che Sassari ha perfettamente integrato nel nostro campionato. Ci mancherete, anche da avversari

8 ad Anosike, Signore degli Anelli che termina in testa alla classifica dei migliori rimbalzisti

7.5 a Pino Sacripanti, che in 1 anno porta l’Under 20 all’oro europeo, prende in mano la Cantucky post Trinchieri, dal  budget ridimensionato, e piazza un inizio stagione esaltante, finendo poi al terzo posto. Peccato la sanguinosa uscita di scena, amarissimo cappotto, contro la Virtus. Ma Sacripanti, ormai, è una certezza del movimento italiano. Nonché l’ennesimo frutto dell’ubertoso, magico frutteto canturino..

7.5 ad Andrea e Danieke Cinciarini, il primo a Reggio è diventato leader, ha vinto l’Eurochallenge ed ora ha prolungato il suo contratto. La fatica e la dedizione ti portano lontano. Il secondo è rimasto sulla tolda della nave durante una burrasca senza precedenti, sfoggiando grandi doti non solo tecniche ed agonistiche

thank you, guys (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

thank you, guys (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

7.5 a Keith Langford e David Moss, che forse non vedremo più nel nostro campionato, ma che sono stati eccellenti interpreti- benché con ruoli diversi- del nostro magnifico sport. A buon rivederci

7 a Stefano Coppa, nuovo presidente di Varese, partito col piede giusto: Poz e tanto entusiasmo, per il resto solo grandi incognite, via De Nicolao, Banks, Polonara in forse. Una grande scommessa

5.5 alla Virtus Bologna, che anche nel dopo Sabatini non si scrolla di dosso la mediocritas. Ma la Dotta non è fatta per la mediocritas..

5 ad Avellino, che ha deluso parecchio

4/5  a Venezia, che ha deluso ancora, però questa volta si è affidata alla smisurata saggezza di Recalcati

 

PS IMPORTANTE, COSA SUCCEDE A BASKET CITY RACCOMANDA A TUTTI DI PROCURARSI IL LIBRO DEL MAESTRO WERTHER PEDRAZZI, ‘SCARPETTE ROSSE’, IN VENDITA A 7 EURO E 90 ASSIEME AL CORRIERE DELLA SERA