L'EA7 Milano festeggia la vittoria della Supercoppa Italiana, la prima della sua storia (Foto Matteo Cogliati)

L’EA7 Milano festeggia la vittoria della Supercoppa Italiana, la prima della sua storia (Foto Matteo Cogliati)

Non c’è praticamente stata storia al Forum di Assago. L’EA7 Emporio Armani Milano strappa il primo trofeo della stagione arricchendo la propria bacheca con la prima Supercoppa Italiana della sua storia. La Sidigas Avellino ha tentato di dare filo da torcere agli uomini di Repesa, ma dopo essere rimasti in linea di galleggiamento nel primo tempo ha fatto da vittima sacrificale per il trionfo meneghino, consumatosi con il punteggio finale di 90-72; A vincere il titolo di MVP è Kruno Simon, che suggella la vittoria dei suoi con 25 punti, 5 rimbalzi ed 8 assist in 28 minuti di gioco; ma questo successo della compagine di Armani è stato forse il successo più prevedibile, ma allo stesso tempo più sorprendente di sempre.

Cerchiamo di spiegare questo ossimoro nella maniera migliore possibile. È sotto gli occhi di tutti che l’Olimpia abbia costruito, grazie al mercato, una squadra una spanna superiore a tutte le altre nel territorio italiano, mantenendo l’ossatura della squadra tricolore dello scorso anno. Gli acquisti di giocatori come Zoran Dragic, Radjulica e Hickman affiancati da alcuni dei migliori italiani dell’ultima stagione (Pascolo, Abass e Fontecchio) sottolineano come l’obiettivo della dirigenza meneghina sia quello di raggiungere dopo decenni di digiuno l’elite del basket europeo. Coach Repesa ha a disposizione un arsenale davvero illimitato, ma ci si aspettava che, come dodici mesi fa, sarebbe nata qualche difficoltà per poter amalgamare il gruppo. Invece nella due giorni di Supercoppa il roster meneghino ha dato prova di una grande solidità mentale per tutti gli ottanta minuti disputati tra semifinale e finale; già nella semifinale con Cremona Gentile e compagni hanno saputo stringere i denti contro la gragnuola di triple di Turner per poi affondare il colpo dopo l’intervallo. Nella serata di oggi invece Milano ha voluto subito mettere le cose in chiaro allungando fin da subito e togliendo il respiro alla povera Avellino. Quel che stupisce è il grande equilibrio che è già riuscito a trovare coach Repesa: su 59 tiri tentati in finale, il giocatore che ha tirato di più è lo stesso Simon con 13 conclusioni, dopo di lui nessuno supera quota 7; addirittura Alessandro Gentile, fino a pochi mesi fa catalizzatore di numerosi possessi, ha concluso con due punti con soli quattro tiri. Il coach riesce già a far ruotare bene i suoi effettivi senza scontentare nessuno (in 8 a giocare almeno 15’) regalando anche una precisa identità difensiva alla squadra. Certo che è molto facile mettere in campo giocatori di gran livello, pensando che questa sera Radjulica e Abass non erano nemmeno convocati mentre uno dei migliori prospetti italiani come Simone Fontecchio ha giocato solo il garbage time; ma il compito dell’allenatore è anche quello di cercare il giusto equilibrio per arrivare a raggiungere dei grandi risultati. In Italia il pronostico pare ad oggi scontato, tendente al massimo verso l’Olimpia. La stessa Avellino e Reggio Emilia sanno cosa aspettarsi da adesso in poi; se, con Sassari e Venezia, vorranno dare del filo da torcere, dovranno cominciare fin da subito. Perché quest’anno Milano sembra veramente realizzare il sogno di Armani: costruire una corazzata che possa fare bene nel basket europeo.