fibaTanto tuonò che alla fine piovve. Eh si, come tutti si aspettavano la guerra in atto tra FIBA ed Eurolega sta iniziando ad avere conseguenze molto pesanti per il nostro movimento, che si ritrova ormai ad un muro contro muro che rischia di spaccare il movimento a poco più di tre mesi dal Pre-Olimpico di Torino. Snodo cruciale del futuro della nostra Nazionale, ma ironia della sorte il classico “effetto farfalla” da cui, almeno a casa nostra, sono nati i fatti di questi giorni. Andiamo con ordine, su questo punto torneremo più avanti.

euroleague_turchiaLa nuda cronaca dice che ieri a Parigi è nata la Basketball Champions League, la nuova Coppa dei Campioni organizzata dalla FIBA. 56 squadre partecipanti, 24 qualificate alla fase a gironi, altre 8 che arriveranno da due turni eliminatori. Gironi da 8 da cui usciranno le 16 squadre che disputeranno due turni di playoff con andata e ritorno fino ad arrivare alle Final Four. Una formula mutuata da quella del calcio, con una piccola differenza. Rischia di essere una competizione molto simile alla attuale FIBA Europe Cup, su cui l’interesse è veramente blando, a meno di non essere tifosi di Varese, Anversa, Francoforte o Chalon, tanto per citare quattro squadre arrivate ai quarti di finale. Si perché oltre agli 11 grandi club con licenza A, che il 10 Novembre 2015 (tenete a mente questa data perché servirà più avanti) hanno sottoscritto il contratto decennale con Euroleague Basketball ed IMG, sta aumentando sempre di più la fronda di chi vuole accaparrarsi un posto nelle coppe ULEB, lasciando la FIBA con il cerino in mano. L’invito di Bertomeu a 23 club europei tra cui, oltre a Trento, Sassari e Reggio Emilia, anche i tre grandi club tedeschi, Malaga, Valencia, Limoges, Strasburgo, le squadre russe e quelle della Lega Adriatica, ha creato non poche crepe nel fronte anti-ULEB che la FIBA pensava di aver costruito facendo leva sugli interessi delle squadre nazionali. Così proprio da ambienti FIBA è arrivata la richiesta alle singole federazioni di usare il pugno duro contro le squadre dissidenti, altrimenti la FIBA riterrà le stesse federazioni responsabili arrivando a perseguirle con l’esclusione dalle sue competizioni internazionali, a partire dai prossimi tornei Pre-Olimpici fino ad arrivare al prossimo Campionato Europeo.

Foto Savino Paolella 2014

Il presidente FIP Gianni Petrucci (Foto Savino Paolella 2014)

Pronta è arrivata questo pomeriggio la decisione, senza precedenti, della FIP che, a seguito della delibera della Giunta Nazionale del CONI (spiegheremo meglio più avanti la funzione di Malagò in questa vicenda), ha risolto la Convenzione in essere con la LegaBasket, revocandole tutte le deleghe e togliendole la gestione dei campionati. In merito poi alla partecipazione delle nostre squadre ai tornei internazionali non organizzati da FIBA, il Consiglio federale “ha sottolineato il ruolo istituzionale di FIBA ed i doveri delle società affiliate di svolgere attività sportiva dando priorità a quelle federative, diffidando le società dal partecipare a campionati non organizzati da FIBA e FIP“. Di fatto la FIP da questa sera gestirà il massimo campionato italiano, con annessi e connessi (tipo gestione tesseramenti e decisioni in merito ad anticipi e posticipi). Non è ovviamente tardata ad arrivare la risposta, decisa, di LegaBasket che con un comunicato ha rimarcato la gravità della decisione della FIP che, “non si comprende a quale titolo risolve una convenzione che scade il 30 giugno 2017. Se esiste un giusto motivo per risolvere l’accordo, occorre che la Federazione dica espressamente quella sia tale causa“. La LegaBasket riconosce l’esistenza di un problema di natura legale ma sottolinea come questo “non è stato risolto da nessuno in tutti questi anni, va oggi risolto non attraverso procedimenti sanzionatori, ma all’ interno di un percorso che veda coinvolte tutte le istituzioni del basket a livello nazionale e internazionale. Nell’ ambito delle norme e dei principi sopra richiamati, la Lega proseguirà in tale percorso la prossima settimana, quando sarà convocata un’apposita Assemblea“. Un vero corto circuito istituzionale che rischia di far saltare il banco e di creare non pochi problemi alle nostre squadre ed al nostro movimento.

Marino, GM Brindisi e Lega A (Foto Savino Paolella 2014)

Il presidente di LegaBasket Fernando Marino (Foto Savino Paolella 2014)

Una situazione, però, che era abbastanza preventivabile quando ad inizio gennaio Gianni Petrucci, la FIP ed il CONI, nella persona del suo presidente Gianni Malagò, si sono spesi in parole e promesse presso Patrick Baumann, segretario generale di FIBA (e membro CIO), pur di ottenere l’organizzazione del torneo Pre-Olimpico a Torino ma soprattutto, ed è qui che entra in gioco Malagò, l’appoggio dello stesso Baumann per la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2024. Il problema è che ciò che Petrucci e Malagò hanno promesso è qualcosa che probabilmente le società non volevano, o quanto meno volevano essere interpellate prima che qualcuno decidesse per loro. Bisogna anche dire che, nel più classico dei pasticci all’italiana, il carico ce l’ha messo anche colui che avrebbe dovuto difendere gli interessi delle stesse società, e cioè Fernando Marino. Il presidente di LegaBasket, infatti, a fine febbraio ha versato circa 4300€ come quota associativa di LegaBasket in NewCo Fiba, l’ente che gestirà la Basketball Champions League, senza però avere il via libera dall’Assemblea di Lega, che anzi una settimana prima aveva ribadito la necessità di attendere nel prendere qualsiasi decisione in merito. Ovviamente le società italiane si sono subito schierate contro la decisione unilaterale di Marino, che a quel punto ha fatto dietro-front facendo sapere alla FIBA che la quota era vincolata alla votazione dell’Assemblea (arrivata comunque settimana scorsa, ndr) e confermando, ai microfoni di Sky, questa versione e ribadendo che “la NewCo è una società nella quale probabilmente LegaBasket entrerà come socio, vista la dichiarazione di intenti, ma tutto ciò non significa che le squadre italiane saranno obbligate a partecipare alle competizioni FIBA. Le squadre saranno libere di scegliere il format che preferiscono“. Quanto meno, da parte di Marino, questa posizione è stata tenuta in questi giorni e LegaBasket cerca di restare ferma nelle proprie posizioni in difesa degli interessi delle sue associate, ed in particolare di Trento, Sassari e Reggio Emilia, che hanno già accettato e firmato il contratto triennale proposto dal Euroleague Basketball, ma anche di altre, come Avellino e Cantù che si erano (prima del terremoto di oggi) proposte per un eventuale ulteriore posto per l’Italia in Eurocup.

grissin-bon-lad-dalla-salda-suggerisco-la-difesa-3-2-ne-parliamo-anche-con-frosini-hqdefault.jpg

Dalla Salda ai microfoni di Pick&Roll ha chiaramente fatto capire qual’è la posizione e la decisione di Reggio Emilia

Una situazione decisamente surreale ed una vicenda che da qualsiasi parte la si giri, vede pareggiarsi torti e ragione. Con il nostro basket che, ancora una volta, riesce a farsi male da solo con la sua gestione politica. La FIP, forse ancora scottata dalla vicenda wild-card dei Mondiali spagnoli, ha tessuto alleanze internazionali per mesi, badando al mero interesse della Nazionale, scendendo a patti con la FIBA pur di portare il Pre-Olimpico a Torino, ben spalleggiata dal CONI alla ricerca di consensi per Roma2024. Il problema è che sono stati fatti i conti senza l’oste, ovvero le società, vero motore del movimento. E le società hanno chiaramente, e aggiungeremmo anche liberamente, scelto quello che è meglio per loro, per il loro prestigio sportivo e ovviamente per le loro casse. Perché inutile girarci intorno, inutile essere falsamente romantici, purtroppo oggi a muovere tutto ci sono i soldi. Quelli sventolati da Bertomeu, con il colosso IMG alle spalle, sono tanti e fanno giustamente gola alle nostre società, anche perché Reggio Emilia, Trento e Sassari vedono nei soldi della ULEB la possibilità di poter anche competere in campo nazionale contro una Milano che, per avere già sottoscritto in novembre il contratto con Euroleague Basketball, non ha nulla da temere dal diktat della FIBA, come lo stesso Petrucci, a più riprese, ha ribadito negli ultimi mesi. “Milano e Livio Proli hanno spiegato a Baumann che ha dei contratti in essere con Euroleague Basketball, precedenti alla decisione della FIBA di dare vita alla nuova Champions League. E quindi Milano è libera di poter giocare l’Eurolega“. Suona più o meno così la litania, peccato però che il famoso contratto decennale sia stato firmato a Novembre 2015, circa 4 mesi dopo che la stessa FIBA si era presentata ai famosi 11 club con licenza A, Milano inclusa, offrendo, anche lei, tanti soldi (ma molti meno di quelli di Bertomeu) per la partecipazione garantita alla Champions League. Sarà che avere contro Milano ma soprattutto Armani, che ricordiamo essere sponsor ufficiale del CONI, con contratto di sponsorizzazione proprio per i Giochi di Rio2016, non è probabilmente la scelta strategica migliore?  A pensare male si fa peccato ma spesso si indovina…

Jordi Bertomeu (foto Fabrizio Quattrini)

Jordi Bertomeu ed Euroleague Basketball pronti a dare battaglia

Non bisogna essere dei geni per capire che come al solito la gestione italiana, di un problema palesato circa un anno e mezzo fa, è stata dilettantistica e spesso e volentieri guidata da meri interessi personali. Perché se il Pre-Olimpico a Torino è importante per la nostra Nazionale ed il nostro movimento, altrettanto importanti crediamo possano essere gli interessi delle società che con grandi sforzi cercano di tenere alto il livello di un campionato che ormai è stato superato da tutti i principali campionati europei, Francia e Germania in primis. Trento, Reggio Emilia e Sassari hanno scelto la strada che hanno ritenuto migliore per poter avere una chance di competere ai massimi livelli in Italia ed anche in Europa. Qualcuno glielo sta vietando millantando regole che fino all’altro ieri nessuno ha rispettato ma che improvvisamente sono diventate fondamentali per il basket europeo. All’orizzonte una guerra istituzionale e legale, in campo italiano ma soprattutto europeo. La storia è appena iniziata e se non fosse che di mezzo ci sono forti interessi sportivi ma soprattutto economici, saremmo pronti a prendere i pop-corn, metterci seduti e goderci lo spettacolo.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati