Mancano solo due giorni all’inizio del campionato di Serie A e la Vanoli Cremona è pronta per tornare a brillare sul lucidissimo parquet della massima categoria italiana. Sabato alle 20:30, i biancoblu saranno ospiti della Dolomiti Energia Trento per la decima volta nella sua storia, una ricorrenza che sarebbe stato meglio forse festeggiare in tutt’altra occasione, vista la caratura del roster bianconero. Per Cremona, inoltre, ci sarà da sfatare il mezzo tabù delle prime gare ufficiali, che l’hanno vista festeggiare solo una volta nelle ultime nove partecipazioni alla massima serie. Malocchio e maledizioni a parte, la Vanoli nel corso dell’estate ha rinnovato molto sia nell’assetto manageriale sia per quanto concerne il roster; in particolar modo, se il gruppo di italiani è stato confermato in battibaleno, il blocco occidentale statunitense è stato trasformato da cima a fondo: classe ed estetismi hanno fatto spazio a solidità, pragmaticità ed esperienza. Potenzialità che si sono potute ammirare nel corso di un precampionato disputato in maniera più che decorosa visto il bilancio di 3 sconfitte a fronte di 8 vittorie. 
Ma vediamo nel dettaglio come arriva il team cremonese ai nastri di partenza di campionato.

Tempeste manageriali
Dall’inizio dell’estate, Cremona ha dovuto fare fronte a diversi cambiamenti alla base della piramide con al vertice Aldo Vanoli. A partire dall’addio dell’A.D Andrea Conti in direzione Varese; conseguentemente alle dimissioni dell’ex capitano biancoblu, Meo Sacchetti oscilla sempre di più verso il centro del progetto attraverso responsabilità maggiori che richiederanno spalle più larghe. Naturalmente, il coach non sarà solo: la promozione di Michele Talamazzi come Dirigente responsabile dell’area sportiva e organizzativa ha aperto le porte a Mauro Saja, ex Capo d’Orlando, come Team Manager e a Gianmaria Vacirca come Responsabile dello scouting e Coordinatore dell’area tecnica. Inoltre, ad accompagnare il C.T della Nazionale, ci saranno sempre Flavio Fioretti come vice e Simone Bianchi in qualità di assistant coach.

Il Roster, meno talento più duttilità

Detto della scelta – inusuale nel basket moderno – di confermare tutto il pacchetto italiani, dei cinque americani scelti solo Peyton Aldridge è un rookie, mentre gli altri hanno già vissuto esperienze a livello professionistico. Il livello di talento medio è sicuramente diminuito, ma coach Sacchetti spera di averci guadagnato in esperienza, solidità e voglia di sputare sangue sul parquet.
Cominciando dalla cabina di regia, resta invariata la coppia Ruzzier-Diener: il play triestino ha giocato una buonissima prima stagione a Cremona mentre Travis ha dimostrato che se la forma fisica è quella del finale di stagione, può ancora ‘catechizzare’ diversi avversari di questi livelli. Passando alle guardie, vi ritroviamo Marco Portannese. Sempre pronto quando chiamato in causa nella scorsa stagione, avrà sicuramente più responsabilità e minuti quest’anno e sarà il cambio di Tre Demps, guardia americana con tanti punti nelle mani e un ampio bagaglio offensivo in grado di punire sia in penetrazione sia dal perimetro. A competere per un posto da titolare sarà Wesley Saunders, dinamo di energia e spiccate attitudini difensive tra i più positivi in precampionato nonostante qualche scetticismo per le sue capacità di tiro. 
Nel reparto ali, invece,  spicca la figura di Drew Crawford, figlio dell’apprezzatissimo ex arbitro NBA Dan, tra i giocatori con più esperienza (in G League e in Europa) e talento offensivo, e  Peyton Aldridge, uscito da Davidson (college di Steph Curry) in cui nell’anno senior ha chiuso a oltre 20 punti di media, mano morbidissima e fatata da tre punti in grado di dare alla squadra il gioco perimetrale di cui ha necessità per il tipo di gioco espresso. Il titolo di primo cambio del ruolo in uscita dalla panchina sarà   Giampaolo Ricci, a cui si chiede il vero salto di qualità, e Giulio Gazzotti, decimo uomo a cui chiedere energia, rimbalzi e gioco sporco.
Gli ultimi botti di mercato, tuttavia, la Vanoli li ha completati a favore del centro, posizione piuttosto latitante negli ultimi anni in quel di Cremona. Quest’anno sarà compito del chilometrico Mangok Mathiang regnare incontrastato all’interno del pitturato. Lui, originario del Sud Sudan ed  uscito da Louisville, è un giocatore tremendamente fisico ma anche atletico  che sembra fatto su misura per Meo Sacchetti, seppur meno tecnico ed educato esteticamente del vecchio Henry Sims.

Il precampionato schiaccia l’occhiolino

Le amichevoli svolte in preparazione della Vanoli Cremona sono state complessivamente soddisfacenti: a referto vi sono solo 3 sconfitte (di cui solo una netta contro l’inarrivabile Darussafaka e due punto a punto contro Cantù e Bologna nei due tornei disputati) e 8 vittorie contro anche squadre di livello come Venezia, Trento, Torino e ovviamente la Nazionale Italiana, mostrando già una notevole alchimia scaturita dalla conferma degli italiani e tanta disponibilità e unione da parte degli americani.
L’ambiente sereno e carico di concentrazione percepito sia in ritiro a Carisolo che negli allenamenti a Cremona ne sono la fiera testimonianza.

Obiettivi rinnovati

Con la stagione alle porte, l’obiettivo è raggiungere la salvezza il prima possibile per poi magari puntare a qualcosa di più e regalare gioie al presidente Aldo Vanoli e ai tifosi così come avvenuto lo scorso anno, il tutto condito dal basket divertente, leggero e ad alto ritmo di coach Meo Sacchetti.

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