Duncan o Durant per la sfida tra generazione nella Western Conference?

ROAD TO WCF: anche se il loro testa a testa in fondo al rettilineo della Western Conference non è mai stato seriamente in discussione, e pur combinando un record di 16W-1L nei playoffs, il loro cammino è stato molto diverso. San Antonio ha incontrato avversari di caratura inferiore, non concedendo mai l’idea che anche una singola gara fosse in bilico: contro i Jazz e i Clippers gli Spurs hanno infatti vinto con un margine di 13,7 punti a partita. I Thunder invece sono dovuti uscire da situazioni intricate sia nelle 2 gare casalinghe contro i Mavs, sia dagli ultimi quarti tirati nelle 3 partite centrali della serie contro i Lakers. Pur se apparentemente agevole, l’8-0 in postseason della truppa di Popovich significa in realtà 18 vittorie consecutive: la seconda striscia di vittorie nella storia dell’NBA. Oklahoma City invece ha incarnato l’elemento di rottura rappresentato dal fattore generazionale, scrivendo l’epitaffio della storia di squadre come Dallas e Los Angeles, per come le conoscevamo.

In regular season la serie è 2-1 per San Antonio: dopo la sconfitta l’8 gennaio fuori casa, però, San Antonio ha vinto nettamente in casa il 4 febbraio, con 42 punti di Parker, e, ancora, il 16 marzo alla Chesapeake Energy Arena. Da allora, però, la fisionomia soprattutto degli Spurs è cambiata, col recupero di Ginobili e l’ingresso nel roster di Diaw e Jackson, mentre Oklahoma ha inserito per 20 minuti a gara la saggezza e l’esperienza Derek Fisher.

MATCHUPSParker vs Westbrook: Popovich ha chiesto in RE al franco-belga di affaticare Westbrook facendolo sudare in difesa: quando lo ha fatto, prendendosi 29 tiri per 42 punti nel secondo scontro stagionale, la cosa ha funzionato. La difficoltà per Parker sarà marcare Westbrook sul pick&roll centrale che l’ex UCLA ama giocare squarciando la difesa proiettandosi nel pitturato: niente di strano, dunque, se dovessimo vedere Parker su Sefolosha e Green su Westbrook.

Duncan vs Ibaka: il caraibico ha sfornato nella post-Allstar season prestazioni vintage, ma si imbatterà in una delle frontline difensive migliori della lega: Ibaka e Perkins. L’ispano-congolese ha certamente un atletismo dirompente che consiglierà a Duncan di allontanarsi dal canestro risucchiando Ibaka, per limitarne l’intimidazione in area sugli scarichi e sottrarre il suo contributo a rimbalzo. L’ala di Oklahoma quest’anno ha mostrato di avere anche punti nelle mani e di poter tenere il ritmo delle suo backcourt in transizione.

Leonard vs Durant: marcare il miglior realizzatore della lega al primo anno può sembrare un’impresa titanica e inane, ma lo si può chiedere a Kawhi Leonard, inserito nel rookies first team, e vero e proprio steal of the draft (scelto come 15° e scambiato con Indiana per George Hill), si è meritato con silente impegno la fiducia di Popovich: ha i piedi veloci, la concentrazione e l’apertura di braccia per stare con KD, che dal canto suo ha tirato 8-19 l’ultima volta contro di lui: non dovrà poggiarsi, quindi, solo sulla sospensione da fuori, ma sfruttare l’assenza di un intimidatore nell’area di San Antonio, puntando al ferro.

Diaw vs Perkins: il francese è arrivato in Texas il 21 marzo e quindi è alla sua prima apparizione nella sfida: sempre in quintetto nei playoffs, sta tirando sopra il 50% dal campo. Non tanti punti e rimbalzi, ma contributo essenziale ed efficacie fatto di intangibles. Perkins, dal canto suo, non sa rappresentare un’opzione in attacco e dovrà dare il suo contributo in termini di tonnellaggio sotto i tabelloni e di presenza sugli aiuti difensivi.

Harden vs Ginobili: nello schema delle rotazioni dei due roster si troveranno spesso in campo insieme i due migliori sesti uomini del 2008, Ginobili, e del presente, Harden. L’ingresso dei due mancini produce un influsso diverso sul corso della partita: più sistematico Ginobili, soprattutto sul versante circolazione e assists, con il copyright del “bullet-pass”; più inerziale quello di Harden, con la sua imprevedibilità off the dribble. In difesa Harden non si è mostrato particolarmente arcigno, ma si è trovato di fronte Bryant; Ginobili sa mostrare il suo QI cestistico soprattutto nella conversione difesa-attacco. Attendiamoci comunque molti cambi difensivi sui i due, specialmente se le due squadre giocheranno smallball.

KEYS: Sebbene tra i due migliori attacchi all’ovest ovviamente molto si deciderà sulle prestazioni individuali dei protagonisti, o dai comprimari, come Sefolosha e Collison, da una parte, o Bonner e Blair, dall’altra, vi sono alcuni punti chiave nella serie che potrebbero farne propendere l’equilibrio in favore di uno dei due contendenti.

LATE GAME – Se la partita sarà on the line, Oklahoma ha dimostrato di avere in Durant uno dei migliori closer della lega, testato anche nei playoffs. Dall’altra parte non mancano comunque giocatori, anche tra i cambi, in grado di prendersi la responsabilità di segnare contro il tempo, come Neal. In generale la gestione degli ultimi palloni sembra premiare la compassata San Antonio rispetto all’improvvisazione che ha portato, ad esempio alla sconfitta contro i Lakers ove si è lasciato l’ultimo tiro ad Ibaka.

POST – Contro Duncan Oklahoma può presidiare il post basso con Perkins, ma se le squadre giocheranno con 4 piccoli la rotazioni porteranno Ibaka contro Duncan che potrebbe, come già successo, caricarlo di falli: in RE Brooks ha tratto giovamento dalla marcatura di Collison sul caraibico. Se i quintetti si abbassano Durant potrebbe giocare in posizione di 4 dove su di lui si troverebbe in cattive acque Leonard.

PICK&ROLL – Pur se Popovich ha stretto le maglie difensive nel corso della stagione, su questo schema d’attacco gli Spurs restano piuttosto vulnerabili, pur se nei playoffs né i Jazz né i Clippers sono riusciti ad avvantaggiarsene, specialmente quando la palla viene portata da Westbrook o da Harden, che amano praticarlo nella versione centrale e in transizione.

3POINTER – San Antonio tirava in RE col 39,6 dall’arco (miglior percentuale della lega), nei playoffs con il 42,3: in tal senso la difesa sui Thunder dovrà aprirsi molto sul perimetro per non essere schiantata da una gragnuola di triple e sfruttare tutto il proprio smalto atletico sulle rotazioni.

PRONOSTICO – Pronostico davvero too close to call ma non sulla lunghezza della serie che difficilmente si fermerà prima delle 6 partite. Organizzazione contro smalto atletico, esperienza contro intraprendenza, compassatezza contro irruenza, sono le polarità della prima sfida davvero equilibrata nella western conference: premesso che nella traslatio imperi dell’ovest il successo si sta spostando verso l’Oklahoma, sembra che i senatori di San Antonio possano fare il loro ultimo statement prima di cedere definitivamente lo scettro.

Marco Mantovani