Gerusalemme – Tirata, avvincente, a tratti una gioia per gli occhi: la partita tra Hapoel e Nizhny rende onore al livello auspicabile da un quarto di finale della seconda competizione europea. Prevalgono i padroni di casa, sulla sirena, grazie ad un tiro inventato di Halperin. Ma Novgorod, una delle grandi sorprese della stagione, non esce ridimensionata dal confronto in Terra Santa, anzi rafforzata nella consapevolezza di non demeritare certe vette. I russi pagano più del dovuto la cattiva serata nel tiro da 3 punti (solo 26% con tanti errori nell’ultimo quarto), perché per lunghi tratti si sono fatti apprezzare in virtù dell’attacco arioso – capitanato dall’ex di turno Dijon Thompson – e della tenacia profusa su ogni pallone.

Yotam Halperin (Euroleague.com)

Yotam Halperin (Euroleague.com)

La Goldberg Arena è, al solito, un catino bollente e l’impatto ambientale  è sempre problematico per chi si trova a fronteggiare non solo cinque avversari in campo, ma anche una muraglia vociante ed esaltata sugli spalti. Il Nizhny dimostra, però, attributi e concentrazione: dopo un 6-0 firmato Dupree, Kitchen e Halperin, i russi trovano la giusta dimensione  per resistere alle folate offensive dei padroni di casa. Primoz Brezec  si fa largo sotto le plance, poi è Rochestie a guidare l’orchestra, suonando al contempo gli avversari con precisi siluri da fuori. Un’altra bomba, stavolta di Thompson (già conosciuto alle latitudini di Gerusalemme), vale il primo vantaggio esterno all’ 8’ (19-22), con l’ex Siena già a quota  4 assist. L’Hapoel  corre e piace, con le entrate acrobatiche del giramondo Dupree e la solidità sotto canestro di Parakhouski, ma appare “malato” di un’insostenibile leggerezza dell’essere a livello difensivo che permette al Nizhny di non faticare a restare in partita. Anzi, con la doppia soluzione, interna ed esterna, dei già citati Brezec e Thompson, il match corre sul filo del pareggio, con un tentativo di allungo ospite a fine quarto. La sirena del riposo suona sul 36-40.

Ad inizio ripresa si rivede l’idolo di casa Halperin, autore di una bomba e di precise “imbeccate” in velocità a favore dei lunghi in maglia rossa, ma l’Hapoel fatica comunque a dare la scossa alla contesa, perché i contropiedi ospiti sono costanti e vedono sempre Thompson (17 punti nel frattempo) come protagonista. Un tecnico fischiato alla panchina dei russi aiuta gli israeliani nell’intento (51-50), ma Brezec fa si che non si scappi dal punto a punto (57-56 al 30’). L’incertezza è la costante anche degli ultimi 10 minuti, che diventano un lungo finale giocato sul filo del rasoio. I canestri di Rochestie, la perseveranza di Brezec e Thompson e due cesti letteralmente inventati da Barburin sembrano consentire al Nizhny di farsi preferire al momento nel giudizio finale, ma nell’ultimo minuto prima Kitchen trova il pareggio a quota 78, poi Halperin, con un secondo sul cronometro, fa esplodere il pubblico di casa, imbucando la bomba della vittoria (81-78).

Mvp: 17 punti e 7 assist a guidare un secondo tempo più convinto dell’Hapoel ma, soprattutto, il tiro della vittoria quando il supplementare sembrava inevitabile: è necessaria la zampata del miglior Halperin perché l’Hapoel possa alzare le braccia al traguardo.

Il tabellino