EA7 MILANO

 

Ragland 4.5 I numeri, per una volta, sono giustamente impietosi nel fotografare il match di Slow(ball)handing: 19 minuti sul parquet, 0 punti, 0 su 7 al tiro, 6 assist (alme quel..), meno 2 di valutazione e meno 22 di plus minus.. Un disastro: per taglia, esperienza, forse talvolta anche atteggiamento (nonostante l’indubbia generosità), il play non ha ancora metabolizzato la difficoltà estrema, asperrima, di queste gare. E del resto se, contro di te, gioca a testa alta un 1995 come Sipahi…Da rivedere e registrare, perché Milano non può regalare ogni volta un play agli avversari

L'occhio di Savino Paolella sul match

L’occhio di Savino Paolella sul match

Brooks 7.5 The Natural Born Killer: lo chiamiamo così, l’asso ex Lakers, che esce dalla panchina e inizialmente annaspa, intimorito dalla selva di mani e braccia che invadono il pitturato turco, e Obradovic che gli lancia sguardi feroci e intimidatori dalla panca. Poi, in 22 minuti, Marshon Brooks sfodera il meglio del suo repertorio quando EVITA le forzature, ricerca la naturalezza, prende fiducia col tiro da fuori, trova spazi e pertugi in area. Quando vede il ferro, prima di attaccarlo: alla fine ne infila 17, con valutazione identica, 5 su 8 da due e persino 3 assistenze. Dopo tanti dubbi, ecco il Brooks che Milano si aspettava e che può legittimamente far spiccare il salto di qualità all’Armani. Alla fine si perde, è vero. Ma la prova dell’americano è la vera nota positiva della notte di Desio

 

Gentile Sv Avrebbe certamente voluto, desiderato fare una grande partita il figlio di Nandokan, sotto gli occhi dell’amico di papà, un certo Zelimir, e il potente Maurizio Gherardini.. Invece la schiena ne ha limitato gli allenamenti, ma lui ci prova lo stesso. Azione da 4 punti (ci ricorda qualcuno…), generosità, ma la mira vacilla (1 su 5), il dolore è forte e dopo il riposto Ale torna in tuta senza rimettere piede in campo. Milano ha l’assoluta necessità di recuperarlo, anche perché il dolore si protrae da 1 mese, confessa il capitano nel post partita

Cerella 5- Vero, con lui in quintetto Milano resiste fino alla fine. Vero, sbaglia solo tre tiri: ma che tiri, specie la tripla con chilometri di praterie libere, per non parlare del comodo appoggio errato che fa saltare di rabbia il palazzo. Ci metta generosità da Sisifo, ma a questi livelli Bruno Cerella non è competitivo. Punto

Melli 6/7 Altra buona notizia per Luca Banchi; il giovane reggiano sta tornando ai livelli che gli sono propri, in attacco (9 punti) e in difesa, con rimbalzi, recuperi (4!) e un agonismo esemplare. Lo premia una valutazione di 14: è questo il Melli che può consentire a Milano di sognare

la cazzimma di DH (Paolella)

la cazzimma di DH (Paolella)

Kleiza 5/6 Due triple, letture, intelligenza. Però le sterminate leve dei lunghi di Obradovic, sommate alla loro velocità, lo lasciano spesso sul posto. Meglio di parecchie altre volte, ma non ancora sufficiente per lo status del lituano e i suoi nobili trascorsi

James Sv Non pervenuto, ieri come molte, troppe altre volte

Hackett 7+ E’ con lui che l’Armani mette sul parquet attributi di granito, è con lui che l’Armani non cede neppure con le spade da torero conficcate ovunque, nonostante il 3 su 9 al tiro, ma anche 9 punti, 10 rimbalzi (!), 5 assistenze e 5 falli subiti.Un Hackett, a tratti, sontuoso. Che ci mette cazzimma al posto dell’infortunato Gentile. Una gara stoicamente esemplare, per DH

Samuels 6.5 Faso tuto mi, sembra rivelare la sua sofferta espressione. 32 minuti a battagliare contro giganti scafati come Erden e Zoric, e nonostante tutto mette fieno in cascina: 13 punti, 7 rimbalzi e 12 di valutazione. Ma il problema del centro ‘di complemento’ resta, eccome se resta…Specie quando l’asticella si alza a queste altezze

Moss 6/7 L’Iguana è tornata. Is back. Chiedere spiegazioni in merito ad Andrew Goudelock, che per lunghi tratti ne soffre la difesa. E per molti tratti di gara David Moss è persino il miglior marcatore, di Milano e del match. Lo limitano pesantemente i falli. Ma non è un caso che, con un Moss pienamente effettivo, l’Armani resta a  galla contro  i Califfi dell’impero ottomano

Luca Banchi 6.5 Vero, dimentica Gigli in panca. Vero, i suoi restano sotto (eccetto il primo quarto) sempre o quasi. Però Luca Banchi sta nettamente migliorando il livello prestazione della sua squadra, che non è ancora a  un livello tale- di budget, anzitutto- da impensierire delle corazzate come il Fener. Brooks in fase di recupero, Kleiza meglio di prima, James NP, ma le rotazioni funzionano. E se capitan Gentile non avesse indossato i panni dello spettatore.. Lucido anche in fase di analisi post gara, Luca Banchi sta assumendo sempre di più una caratura tecnica adeguata al palcoscenico continentake

FENERBAHCE

Goudelock 6- Arriva a Desio sull’onda del trentello abbondante di settimana scorsa, Moss gli mette la museruola ma alla fine fa 3 su 3 dal campo (1 su 2 dall’arco) e distribuisce 5 preziose assistenze. Finisce con una valutazione di 8

Hickman 6 Sparacchia tanto e male da 2 (appena 1 su 8), perde tre palloni, ma quando la palla scotta insacca tre triple, due delle quali a contenuto letale. Cattura anche 5 rimbalzi. Un po’ confuso, ma se il Fener è meglio rispetto all’edizione appena passata, quando lui non c’era, un motivo ci sarà..

Bjelica 7.5 Ha perso galloni e nobiltà, la terra di Serbia, ma non i suoi principi. Nemanja Bjelica, principe di Belgrado, a un certo punto ci blocca la salivazione con un’azione di palleggio d’inusitata bellezza, per un 2.09, il che ci ricorda che l’ex Jugoslavia è la terra dove un fenomeno del ping pong venne prelevato a 14 anni e spedito su un campo di basket, dove uccellava tutti dall’alto dei suoi 211 centimetri, che non gli impedivano neppure di giocare da playmaker. 11 punti e 8 rimbalzi, conditi da una valutazione di 21, per uno dei pezzi pregiati dell’aristocrazia guerriera di Zelimir Obradovic, che incanta il Paladesio con alcune giocate esteticamente da fuoriclasse. Subisce anche 4 falli. Non ha ancora una cattiveria agonistiva pari al suo smisurato talento. Perché altrimenti..

L'allure del Principe (Paolella)

L’allure del Principe (Paolella)

 

Erden 7 Gioca solo 16 minuti, mettendone 12 con 7 rimbalzi. E’ un cristone alto e agile, moderatamente son of a beach, e per i compagni è una specie di polizza assicurativa. Quando ha desiderio e voglia, meglio averlo con sè che contro di sè..

Bogdanovic 5/6 A Belgrado i campioni crescono come le ciliegie sugli alberi. Questo 1992, faccia da ragazzino perenne, rimane in campo 33 minuti nonostante le urla e i rimbrotti intraducibili del suo coach, che deve volergli molto bene: quando gli urla in faccia Obradovic si fa rosso come un pomodoro, ma il ragazzo ascolta impassibile. Ne infila 7 (di punti), ciccando spesso dall’arco, appena 1 su 6. Ma il talento è evidente, altrimenti la Leggenda non lo striglierebbe così

Zoric 5.5 Ha appena compiuto 30 anni, è il più anziano del roster, e in virtù di questo l’unico con cui Obradovic ride e scherza. Gli altri vengono tutti maltrattati in modo palese. 19 minuti in cui mette mestiere e lavoro sporco, oltre a 5 punti e 3 rimbalzi. Può permettersi il lusso di fare anche solo il mestierante

Vesely 6/7 Tremendo l’1 su 6 ai liberi, ma per il resto l’ala del 1990 gioca 12 minuti come una furia: 9 punti, 6 rimbalzi, 4 falli subiti. Fa un male pazzesco, nel pitturato meneghino. Ed ha solo lo status di rincalzo, in questa squadra..

Sipahi 6.5 La Leggenda lo fa partire in quintetto nonostante i suoi 19 anni, ma del resto Obradovic se ne fotte, della carta d’identità. Ripaga la fiducia con due triple e una buona conduzione, dall’alto dei 197 centimetri e di braccia smisurate. Il suo coach lo guarda con occhi teneri: ‘Sì, vorrei seppellirlo sotto insulti infiniti, ma il ragazzo è disciplinato, docile, attento.. Vabbè, si prenderà solo una sfuriata epica.. Ma solo una..’ + 10 di plus minus, il più alto tra i suoi

Preldzic 6/7 Il 4 su 4 ai liberi, considerati i 12 errori dei compagni, è preziosissimo. Con la sua taglia fisica può arrivare ovunque, infatti becca 5 falli, dà 4 assist e fa 12 di valutazione

Zelimir Obradovic 10 Ride e scherza c0n Nandokan prima del match, sfoderando un italiano perfetto. Del resto parla 5 lingue, contro le 9 (nove..) parlate dalla figlia di 30 anni.. Toglie il maglioncino, indossa l’abito scuro, le scarpe lucide, sembra il signor Wolf di Quentin Tarantino. Risolve problemi. Vince ma è insoddisfatto, i suoi in campo sono quasi sempre avanti, ma quando sbagliano qualcosa si gira verso i panchinari e crediamo dica cose terribili, a giudicare dagli sguardi dei malcapitati, che penseranno ‘ma diamine, meno male che siamo in panchina…’. Si lamenta di fischi avversi come una vecchia volpe, senza mai eccedere. Blocca sul nascere le proteste del suo vice, gli basta un gesto del braccio. Ha il pieno e assoluto controllo, specie quando nel palazzo imperversa il caos. Perché il suo segreto è quello: mentre il nemico sgancia bombe e colpi di mortaio, lui attraversa il campo e le linee nemiche senza fare un plissè. I rischi gli fanno un baffo, la sua vita è stata una guerra ininterrotta, mai smessa e soprattutto mai dismessa. Ha avuto il privilegio, dagli Dei del Basket, di attraversare la Golden Age del basket balcanico e martoriato degli anni Ottanta e Novanta. In Grecia ha acquisito lo status che solo i grandi Imperatori, e gli immortali condottieri, si son visti tributare. Eppoi scherza, stempera la tensione irridendo Gherardini, fa battute, mostra di possedere un’intelligenza- non solo cestistica- da analista dello Shin Bet. Magari non  ve ne siete accorti, ma ieri sera siamo stati travolti dalla Leggenda di Zelimir Obradovic. E mentre ci stringeva la mano, parlandoci come se ci conoscesse da una ventina d’anni, la salivazione è regredita fin sotto il livello dell’azzeramento. L’azzeramento di Zelimir, l’onomatopea di una Leggenda.

'Vai e dividi in due queste maledette acque!' 'Ma coach, io gioco a basket..' 'E io invece divido i fiumi...' (Paolella)

‘Vai e dividi in due queste maledette acque!’
‘Ma coach, io gioco a basket..’
‘E io invece divido i fiumi…’
(Paolella)