Xavi Pascual (foto fcbarcelona.com)

Alle prossime Final Four di eurolega parteciperanno tre allenatori entrati nella leggenda di questo sport, ognuno dei quali ha vinto almeno un’edizione di Eurolega negli anni ’90. Il quarto coach che vedremo ad Istanbul, Xavi Pascual del Barcelona, potrebbe tranquillamente essere considerato un loro discendente per questioni di età, ma ha già dimostrato di poter competere al loro livello. Soltanto alla sua quarta stagione sulla panchina del Barcelona, Pascual, 39 anni, ha già vinto un’Eurolega nel 2010. Quest’anno ha riportato il Barcelona alle Final Four con una striscia vincente di 10 gare ed il miglior record della stagione, 18 vinte ed 1 persa.

Pascual ha anche il merito di aver reso la difesa del Barcelona, che concede 61.5 punti a partita agli avversari, la migliore che l’eurolega abbia visto in questo secolo. In aggiunta a questi traguardi va sottolineato che il Barca ha sostituito due uomini del quintetto titolare rispetto alla stagione scorsa. Nonostante ciò Pascual e la sua squadra hanno dato la sensazione di poter vincere facilmente contro ogni avversario quest’anno e lo hanno fatto con un margine medio di 14.6 punti di vantaggio per incontro. Prima di affrontare il prossimo ostacolo Pascual ha parlato con Euroleague.net della stagione del suo Barcelona e della sfida all’Olympiacos nella semifinale. “Credo che l’Olympiacos sia migliorato come ogni altra squadra nel corso della stagione. Credo siano arrivati alle partite più importanti della stagione in un grande stato di forma ed abbiano un’ottima chimica di squadra. Si sono guadagnati il diritto di partecipare alle Final Four e sono certo che ci renderanno le cose difficili. Sono un’ottima squadra, molto pericolosa, e lo hanno dimostrato eliminando la Montepaschi Siena”.

Salve coach, il Barcelona arriva alle Final Four con il miglior record dell’intero torneo. E’ stato così facile come qualcuno potrebbe pensare arrivare fino a qui?

No, per niente. Il fatto che abbiamo perso una sola partita non significa affatto sia stato un percorso facile per noi. Dimostra solamente che abbiamo svolto un ottimo lavoro. Considera ad esempio che nel nostro girone di Regular Season c’erano l’Unics e Siena che sono arrivate ai playoff ed il Galatasaray che è andata molto vicino a fare lo stesso. Questo dimostra che ogni obiettivo era difficile da raggiungere fin dall’inizio. Siamo riusciti ad uscire bene dalle TOP 16 ed abbiamo giocato bene nei quarti di finale, ma questo non significa affatto che sia stato facile.

Foto fcbarcelona.com

Eravate l’unica squadra imbattuta nelle TOP 16 e siete stati l’unica a chiudere la serie dei quarti di finale in 3 partite. Questo dimostra quanto il Barcelona sia determinato a vincere il torneo?

Parliamo di uno sport e tutto è relativo. Tutto ciò che hai fatto per arrivare alle Final Four non significa molto una volta che sei lì. Ci saranno quattro grandissime squadre, con dei roster incredibili, e tutto può succedere. Sarà banale dire che tutto può accadere alle Final four, ma io ci credo davvero. Ogni squadra può vincere e noi affronteremo queste partite come due finali, non come una semifinale e poi una finale. In questo senso io credo veramente che possa succedere qualsiasi cosa ad Istanbul.

Dopo aver perso Gara 2 dei playoff nel 2010 e nel 2011 il Barcelona è riuscito a vincerla nella serie contro lo Unics. E’ stato quello il momento della svolta per la tua squadra in questa stagione?

Probabilmente sì. Come ricordavi abbiamo perso gara 2 nel 2010 ma siamo comunque riusciti a battere il Real Madrid due volte fuori casa per poi vincere il titolo. Sono cose che capitano e quando succede devi saperti rialzare. Questo è il motivo per cui solo poche squadre riescono a raggiungere le Final Four con regolarità. Abbiamo cercato di farlo quest’anno sapendo che Gara 2 dei playoff era molto importante. Credo che abbiamo meritato di vincere la serie 3 a 0 e la cosa ci ha permesso di arrivare alle Final Four

Cosa ti ha insegnato vincere il titolo nel 2010 ed essere eliminati dal Panathinaikos nella scorsa stagione che ti può tornare utile ora?

Devi trarre insegnamento da tutto. Gli allenatori possono imparare da ogni singola partita, da ogni cosa, non solo in partite cruciali come queste che sono importanti per tutti, ma hanno parecchio da imparare anche dalle partite “non così importanti”. Il nostro lavoro è un continuo apprendimento in tutti gli aspetti del gioco. Dunque dire che abbiamo imparato qualcosa di specifico vincendo o perdendo non ha molto senso. Noi impariamo sulla base delle esperienze che facciamo.

Affronterete l’Olympiacos nella semifinale. Cosa pensi della loro squadra e come è migliorata nell’ultima parte della stagione di Eurolega?

Credo che l’Olympiacos sia migliorato come ogni altra squadra nel corso della stagione. Credo siano arrivati alle partite più importanti della stagione in un grande stato di forma ed abbiano un’ottima chimica di squadra. Ogni giocatore è conscio del ruolo che ha all’interno della squadra, nessuno esce mai dagli schemi. Difensivamente stanno giocando molto bene ed hanno molte opzioni e molti modi per risolvere i mismatch. Offensivamente amano giocare ad un ritmo molto alto e dare la possibilità di creare occasioni ad Acie Law e Spanoulis. Hanno l’opportunità di concludere con il centro, hanno giocatori che da ala grande possono aprire il campo e possono sfruttare ottimi tiratori dalla lunga distanza. Sono un gruppo di giocatori molto equilibrato ed una squadra che è arrivata dove merita di essere. Si sono guadagnati il diritto di giocare le Final Four e sono sicuro che sapranno renderci le cose difficili. Sono un’ottima squadra, molto pericolosa, e lo hanno dimostrato eliminando la Montepaschi Siena.

I reds sono cambiati molto da quando hanno aggiunto Joey Dorsey ed Acie Law. Come hanno aiutato la squadra a migliorare questi due giocatori?

Hanno aiutato molto l’Olympiacos. Ad un certo punto sembrava che la squadra facesse molta fatica quando Spanoulis non era in campo o non stava giocando una buona partita. Loro due hanno aiutato l’Olympiacos a giocare magnificamente nei playoff. Law ha giocato molto molto bene i playoff e Dorsey ha portato all’Olympiacos carattere ed intimidazione. Conclude bene sotto canestro ed aggiunge un senso di sicurezza su entrambi i lati del campo, è un uomo in più sulle rotazioni offensive e ha portato alla squadra più equilibrio dando all’Olympiacos quello di cui aveva bisogno. Entrambi hanno innalzato l’Olympiacos ad un livello differente e più alto.

Ognuno dei quattro allenatori di Istanbul ha vinto almeno un’eurolega, ma tu sei il più giovane di tutti. Ti senti di rappresentare una nuova generazione di allenatori pronta a dominare il basket europeo in tempi brevi?

Non saprei, è difficile per me pensare a me stesso in questo scenario. Quello che so è che molte persone parlano di questo, ma io preferisco non pensarci. Quello che posso dire è che affronteremo tre squadre che hanno grandi allenatori alle Final Four, allenatori che io rispetto ed ammiro. Dovremo solamente provare a fare tutto ciò che sappiamo nel modo migliore. Saranno delle Final Four molto difficili in tutti i sensi, incluso ciò che concerne le tattiche di gioco.

Hai qualche segreto particolare per trasformare una collezione di stelle come il Barcelona in una squadra così solida? C’è qualcosa su cui devi lavorare quotidianamente?

I miei giocatori sono il primo segreto per arrivare a quello. Devono voler giocare come una squadra. Abbiamo lavorato su questa idea e su questo tipo di filosofia fin dall’inizio. Abbiamo cercato di mettere la squadra sempre davanti al talento individuale sia in difesa che in attacco. Siamo una squadra che difende bene e solitamente distribuisce un buon numero di assist nel corso della partita. Questi due aspetti dimostrano la forza della collettività nel nostro gruppo e l’idea di giocare insieme.

In meno di cinque anni sei passato da essere uno sconosciuto alla possibilità di vincere la tua seconda eurolega con il Barcelona. La tua vita è cambiata nel corso di questi anni?

La mia vita non è cambiata molto. Ovviamente sono un personaggio un po’ più pubblico ora e la gente mi riconosce quando cammino per la strada. Oltre a questo sono la stessa persona di prima che ama questo sport e si gode le cose quotidiane. Mi piace lavorare per aiutare i miei giocatori a vincere le partite, ma, parlando personalmente, non penso di essere cambiato per nulla.

Cosa significherebbe per te guidare una potenza cestistica come il Barcelona al suo terzo titolo di Eurolega?

So cosa si prova quando si vince un’eurolega. Ho avuto la possibilità di provarlo a Parigi. Hai la sensazione che… non ci sia nulla di più bello. Ecco come mi sono sentito dopo aver vinto il titolo, massima soddisfazione. Sapevo che stavo rendendo felici molte persone e la mia soddisfazione non poteva essere paragonata a null’altro. Vincere l’eurolega è il traguardo più grande che un allenatore possa raggiungere e penso sia normale per chiunque provare quella sensazione dopo aver vinto il titolo

Fonte euroleague.net
Traduzione a cura di Giovanni Bargna