Logo Champions LeagueIl grande spettacolo della Champions League come sempre non ha tradito le aspettative. Quattro supersfide pazzesche, nel sorteggio di Nyon saranno presenti il Chelsea, il Real Madrid, l’Atletico Madrid e il Bayern Monaco campione in carica. Qualsiasi accoppiamento sarà fantastico per molti motivi: Mourinho o tornerà nella città di Madrid o se la vedrà con l’acerrimo nemico Guardiola; la squadra del ‘Cholo’ Simeone ora fa paura sul serio e forse ha firmato la fine dell’era Barcellona; Bayern e Real sembrano le favorite per il titolo, ma hanno fatto una gran fatica ad approdare in semifinale, chi più chi meno. E’ bello pregustare cosa succederà nel prossimo turno, ma prima vediamo cosa è successo nelle gare di ritorno.

A Stamford Bridge missione durissima per il Chelsea, che si aggrappa al fattore campo e al gol segnato fuori casa. Il Paris Saint Germain è senza Ibrahimovic infortunato, i due gol di vantaggio sono tanti in una competizione come questa, ma non abbastanza. Il copione del match è facilmente comprensibile: i londinesi devono fare la partita, sta a loro recuperare; i parigini giocano in contropiede, sfruttando la rapidità e la grande capacità di creare superiorità numerica delle ali Lavezzi e Lucas. Pronti via e tegola per i blues. L’uscita dal campo al 18’ per infortunio dell’uomo migliore di Mourinho, Eden Hazard, sembra un presagio infausto per il Chelsea. Invece il neoentrato Schurrle spacca la partita con accelerazioni e tagli verso il centro devastanti. Il tedesco sembra un predestinato, è lui al 32’ a far scatenare i tifosi di casa grazie al gol dell’1 a 0 sugli sviluppi di un’azione quasi rugbystica da rimessa laterale. Nella ripresa il centrocampo del PSG soffre da matti e le traverse colpite dall’infaticabile Schurrle e da Oscar su punizione salvano temporaneamente la porta di Sirigu. Il mago di Setubal, come nei momenti più difficili all’Inter, gioca il tutto per tutto e inserisce Torres e Ba che si affiancano ad Eto’o, addio alla tattica. I parigini provano ad approfittare del modulo a trazione anteriore del Chelsea, ma Cavani spreca l ‘occasione della vita davanti a Cech. A decidere il passaggio del turno ci pensa l’uomo meno atteso e più improbabile, ovvero Ba, che brucia Sirigu in uscita. Il senegalese fa esplodere Stamford Bridge e fa correre Mourinho come a Manchester e a Kiev. Non è finita qua perché Cech al 94’ salva sul tiro di Marquinhos e riscatta l’errore dell’andata sul gol di Pastore. Chelsea in semifinale, caro Mou questo non è solo ‘culo’.

Tra Borussia Dortmund e Real Madrid stava per accadere l’impensabile. Va bene, Ronaldo si era accomodato in panchina, ma la sua assenza non si può paragonare con quelle dei gialli, privi di metà squadra infortunata e col solo Kirch mediano di ruolo, cosa che costringe Klopp a inventare un 4-1-4-1. Eppure tutto stava andando secondo i piani per i madrileni: Di Maria si presenta agli undici metri dopo nemmeno 20’, però scivola e Weidenfeller para. Inizia l’assedio dei tedeschi. Reus in palla, un gradino sopra tutti, segna una doppietta in meno di un quarto d’ora tra il 24’ e il 37’. Da censura gli errori di Pepe e Illaramendi, rimasto negli spogliatoi dopo i primi 45’. Nel secondo tempo parte bene il Real, ma l’effetto ‘galacticos’ dura solo 20’, poi il Borussia riprende a premere con nel primo tempo, anzi ancora di più. Parte una serie infinita di palle gol clamorose, solo un fenomenale Casillas (chissà per quale motivo non gioca titolare anche in Liga, non lo sapremo mai…) e un Mkhitaryan sottotono, che colpisce un palo e si divora più di un gol come al Bernabeu, salvano il Madrid. Finisce 2 a 0 e il Dortmund, che avrebbe meritato il passaggio del turno per molti motivi, restituisce solo il grosso spavento che aveva subito l’anno scorso in semifinale per la tentata remuntada degli spagnoli. Prima sconfitta per il Real in questa edizione di Champions League, Ancelotti deve sperare sia l’unica perché d’ora in poi non si può sbagliare.

L’Atletico Madrid al Calderon tira fuori una prestazione straordinaria contro il Barcellona. Dopo 5’ i colchoneros sono già in vantaggio: palo di Adrian, Villa rimette in mezzo per lo stesso Adrian che fa una sponda perfetta per Koke, 1 a 0 facile. Partenza perfetta degli uomini di Simeone che non si fermano, il bombardamento alla porta di Pinto è appena iniziato. Nel quarto d’ora che segue Villa (ricordiamo che il Barça l’estate scorsa l’ha ceduto per la cifra irrisoria di 5 milioni), decisivo nel capolavoro dell’Atletico, colpisce un palo e una traversa; tra i due legni colpiti dallo spagnolo anche un’occasionissima per Messi, ancora una volta serata no per lui. I padroni di casa continuano a giocare compatti, corti e devastanti nelle ripartenze, ma riescono anche a non far respirare i blaugrana con un pressing a tutto campo pazzesco e il tiki-taka dei catalani non è fluido e armonioso come al solito. All’inizio della seconda frazione Courtois compie uno dei suoi miracoli, poi però Xavi, anche lui irriconoscibile come Messi, spreca un’occasione d’oro. E allora i colchoneros riprendono a correre e pressare come forsennati, le palle gol migliori che seguono sono loro e impegnano seriamente Pinto (il migliore tra i suoi, dato abbastanza eloquente). Gli uomini di Martino non creano più occasioni degne di nota e sfuma così la settima semifinale consecutiva in Champions League. Dopo quattro pareggi, il ‘Cholo’ Simeone ottiene una vittoria storica contro il Barcellona e porta l’Atletico tra le migliori quattro d’Europa dopo quarant’anni. Al Camp Nou il 18 maggio, ultima giornata di Liga, sesto e ultimo capitolo tra le due squadre spagnole. A Lisbona potremmo vedere il derby di Spagna, sarebbe incredibile.

Bayern MonacoManchester United ha riservato grandi colpi di scena. Sì perché gli inglesi ‘catenacciari’, secondo quanto ha detto Guardiola in conferenza stampa, mettono i brividi come all’andata e soprattutto più del previsto. Nel primo tempo Valencia segna, ma il gol è giustamente annullato per fuorigioco. Il colombiano continua a far male, infatti al 57’ serve l’assist per Evra che libera un sinistro a incrociare formidabile che si rivela imprendibile per Neuer. A sorpresa inglesi davanti come all’andata, stavolta però è un gol ancora più pesante perché è arrivato al di fuori delle mura amiche. Lo svantaggio però è una scossa vera e propria per i bavaresi: bastano 70” per rimettere in chiaro chi comanda all’Allianz e Mandzukic pareggia i conti anticipando Evra, protagonista nel bene e nel male. Il francese dello United da qui in poi viene costantemente saltato da Robben che ingrana la marcia insieme al compagno di sgroppate Ribery e i red devils soccombono. Al 69’ Muller firma il 2 a 1 e al 76’ Robben chiude la partita, solita azione ad accentrarsi col pallone incollato al mancino fatato. Personalmente, visto l’andamento di tutta la stagione, credo che gli uomini di Moyes escano dalla Champions League a testa alta. Questo Bayern, nonostante le numerose assenze in mediana, è troppo forte e sa essere elegante quanto spietato. I tedeschi approdano per la quarta volta negli ultimi cinque anni alle semifinali e sono ancora i favoriti per la vittoria finale.

Chelsea-Paris Saint Germain 2-0;
Borussia Dortmund-Real Madrid 2-0
Atletico Madrid-Barcellona 1-0;
Bayern Monaco-Manchester United 3-1

Emanuele Prina 

 


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