Siamo tornati.

E come le fighe, ci siamo fatti anche aspettare.

Vi spiego in breve: purtroppo, il format dell’anno scorso, per problemi di tempo, non è realizzabile anche per questa stagione, per cui ci vedremo ogni due settimane (spero), con il resume di cosa è accaduto nel meraviglioso mondo della palla ovale.

Fatte le dovute introduzioni, direi di non perdere altro tempo in chiacchere:

THE RISE: Who can really win SB49?

Dopo solo 3 settimane, non è facile avere chiara la situazione, ma forse un’idea di massima ce la si può fare. Visto e considerato che, due delle potenziali favorite per la vittoria finale, Saints e Packers, sono partite col freno a mano tirato (oltre che con la retromarcia e le ganasce alle gomme), l’attenzione si è spostata su realtà come Philadelphia, Cincinnati e Arizona, visti anche i loro record ancora a secco di sconfitte. A mio avviso, il gioco sarà bello finché durerà, e sebbene vi facciano gola le quote sul possibile successo di queste tre franchigie, direi che è il caso di andarci coi piedi di piombo. L’attacco di Chip Kelly fa volare Philadelphia nonostante le difficoltà in questo avvio di stagione di McCoy, grazie ad un Nick Foles che si è confermato un QB davvero solido (anche se non sempre, vedasi week 1 vs. JAX) e nonostante una secondaria che più di qualche volta si addormenta profondamente. Vero è che ogni partita è arrivata dopo essere stati in svantaggio di 10 o più punti, ma è anche vero che a gennaio serve molto di più per andare avanti. Al momento, in ogni caso, restano i favoriti in una division pessima, e continueremo ad osservare gli sviluppi della situazione per valutare le potenzialità degli Eagles. Cincinnati si permette anche di mandare Dalton a ricevere i TD, oltre che di impedire al proprio QB di subire un sack e di generare un +6 nel plus/minus turnover (il migliore della lega) che ha consentito alle tigri la miglior partenza di stagione auspicabile. I Cardinals sono altra storia, poiché basano le fondamenta su un gioco di corsa efficace e su una difesa che ha subito in media 11 punti (non serve dirlo, la migliore della lega). Sarà interessante vedere se Drew Stanton potrà essere in grado di guidare la squadra nella division più ostica della nazione, anche se l’aver vinto lo scontro diretto con Frisco potrebbe rivelarsi fondamentale tra qualche mese. L’epico scontro tra Seattle e Denver, terminato nel supplementare thriller, ha mostrato due formazioni davvero vicine a quelle che a febbraio di sono affrontate nel SB, con la differenza che Seattle ha ritrovato Percy Harvin a tempo pieno (e si è visto nelle prime due partite), Denver ha potenziato la propria difesa con innesti del calibro di Ware, e ritrovando Welker ed un Sanders che si dimostra un ricevitore più che affidabile, porta ad ipotizzare che un rematch (che sarebbe davvero TANTA ROBA, fate conto vedere SA-MIA di quest’anno) non sia così distante dalla fantasia. Chi segue sono i Chargers, che con un Rivers davvero ritrovato sono stati in grado di superare i campioni in carica, i Patriots che nonostante tutto son sempre i Patriots (sulle ali di un Tom Brady che sta trollegiando a livelli epici su Facebook) e soprattutto gli Atlanta Falcons, che hanno sì perso contro i Cardinals, ma hanno superato i Saints nell’opening con un Matt Ryan da antologia ed i (disatrosi è poco) Tampa Bay Buccaneers con un Julio Jones inarrestabile. Occhio, perché per il 2 potrebbe essere all’anno della svolta. Menzione d’onore per Chicago, che la settimana se la vedrà nel delicato incontro con le teste di formaggio, nonché per Pittsburgh, capace di correre per quasi 250 yds ad una difesa tosta come quella di Carolina. E ricordate che se non si trova un favorito, il titolo lo vincono gli Steelers.

THE FALL: Once we were pretenders

Ci sarebbe da approfondire, ma il tempo è (purtroppo) tiranno. La compagine di Harbaugh ha ben pensato, a parte la passeggiata sui resti di quella che (a malapena) si può definire difesa la difesa del Cowboys, ha subito un parziale di 3-52 nei secondi tempi. Non è cosa da poco, soprattutto per una squadra che ha disputato gli ultimi 3 Championsip (perdendone due) e che i rumors danno i rotta di collisione con il proprio head coach. La qualità c’è, l’assenza di Aldon Smith (tornerà alla week 9) si fa sentire, ma il tracollo psicologico dei red and gold sembra essere oramai diventata una spiacevole abitudine. Tempo per invertire la rotta c’è, anche se lo status di anti-Seattle al momento non è accostabile alla squadra della baia. Vale lo stesso discorso per Green Bay, imbrigliata da tre buone difese nelle prime tre uscite, con un Lacy che non sembra nemmeno parente del RB che l’anno scorso ha fatto faville nella sua stagione da debuttante e con un Rodgers che ha fatto davvero tanta, tanta fatica. La settimana prossima, contro la non irresistibile difesa dei Bears, c’è già un matchup chiave per la stagione dei Packers. Dovesse andare male, i Packers si ritroverebbero in una situazione non invidiabile.

Il primo appuntamento del nostro viaggio finisce qui, se avete consigli, lamentele (a meno che non siate Jon Gruden) o quant’altro sentitevi liberi di scrivermi ad [email protected] o su twitter ad @ander_hamaika.

Ci vediamo tra due settimane.


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