Logo Premier League

Logo Premier League

L’ultimo week end di Premier League è stato particolarmente “rumoroso”, se mi permettete di usare questo aggettivo, per tanti motivi. Preferisco da tempo scrivere per temi, spinto dal sentimento e da ciò che mi ha colpito di più, ma stavolta i fatti da analizzare sono talmente tanti che forse è meglio mantenere un ordine cronologico, almeno in partenza. Partiamo dall’anticipo delle 13:45, quello tra Chelsea e Arsenal. Come ogni volta in cui Blues e Gunners si trovano faccia a faccia, o meglio Mourinho e Wenger si trovano faccia a faccia, il rumore e le polemiche non mancano mai. Il mago di Setubal provoca messer Arsene prima del match di Stamford Bridge, facendo crescere la tensione che l’anno scorso toccò talmente tanto l’apice da far sì che i due manager si mettessero le mani addosso. Stavolta le mani addosso se le sono messe addosso i giocatori: Diego Costa si scaglia contro Koscielny e poi contro Gabriel, intervenuto in aiuto del francese. Giallo per l’incredibile Costa e per il brasiliano che un minuto dopo cade nelle reiterate provocazioni dello spagnolo e si becca un’altra ammonizione per un calcetto. Ammonizione che diventa, come da regolamento, espulsione (46’) e Wenger diventa rosso dalla rabbia. Forse anche perché capisce che anche stavolta, in campionato, non c’è nulla da fare contro l’acerrimo nemico Josè. Detto fatto: punizione di Fabregas e chi meno ti aspetti, Zouma, inchioda di testa l’1-0 al 53’. Al 79’ è rosso anche per Cazorla. Altra espulsione Arsenal, altro gol Chelsea: Hazard chiude i conti al ’91 con l’aiuto del malcapitato Chambers.

Ancora più rumore lo fa il tonfo del Manchester City all’Etihad, ancora una volta dopo la sconfitta in Champions League con la Juventus, ancora una volta per 1-2. Come ancora una volta il West Ham si conferma “ammazzagrandi” e Bilić appende nel suo studio la salma dei Citizens oltre a quella di Arsenal e Liverpool. In mezz’ora gli Hammers mettono ko i colpi milionari dello sceicco Mansur grazie alla stilettata di Moses e al raddoppio da opportunista di Sakho. De Bruyne al 47’ segna il suo primo gol in maglia azzurra, ma è inutile ai fini del risultato. Ho visto tanti rallegrarsi di questo doppio fallimento del Manchester City, me compreso. Nel calcio puoi spendere tutti i soldi che vuoi e sicuramente dei successi li otterrai, ma finché mancano lo spirito e la coesione di squadra, quella che hanno messo la Juve e il West Ham, non arriverai mai al tuo massimo, essendo il calcio uno sport di squadra. Ma da Manchester, sponda City, non sembrano recepire.

Non che su sponda United sembrano aver recepito del tutto, perché anche di là si pensa più a spendere che a fare una squadra, ma almeno si sta creando uno zoccolo duro dopo due anni così così. E soprattutto sembra che il centravanti che tanto mancava (Rooney non può certo farlo per tutta la stagione) lo si sia trovato. Un marziano, per strafottenza verso il peso del suo ruolo, della maglia, del numero che porta sulle spalle, dei soldi che è costato per la sua tenera età e dell’eredità pesante che deve raccogliere, tutto questo in così poco tempo, è atterrato a Manchester, facendo un rumore assordante. È atterrato da un pianeta, quello francese, che sta regalando talenti meravigliosi e cristallini. Martial al St Mary’s si prende la scena siglando una doppietta con un gol per tempo, come il nostro Pellè, l’unico baluardo, insieme a Mané, in casa Southampton. Nel 2-3 ci mette la firma anche Mata con un tap-in importante dopo il palo di Depay.

Non è una novità, ma fa pur sempre grosso rumore, l’ennesima mirabolante rimonta del Leicester di Ranieri. Stavolta niente tre punti contro lo Stoke City, ma è incredibile la forza di crederci delle volpi, sotto di due reti come con l’Aston Villa e non solo. Ai gol di Bojan Krcic (bentornato) e di Walters, risponde, tanto per cambiare, l’uragano Mahrez, che non smette di sconvolgere gli equilibri della PL, con un penalty e un assist per Vardy. Rumori diversi quelli che si sentono a Liverpool, sulla sponda rossa del Merseyside precisamente. O meglio rumors, perché dopo il brutto pareggio di Anfield dei Reds contro il Norwich (48’ Ings, 61’ Martin) in molti parlano di un possibile addio già a stagione in corso del manager-psicologo Brendan Rodgers. Troppe rivoluzioni nel giro di troppo poco tempo. Fragorose sono le cadute delle eterne rivali Sunderland e Newcastle, ultime in classifica a due punti, contro le neopromosse Bournemouth e Watford. Sotto i colpi di Wilson e Ritchie (volé eccezionale) al Vitality Stadium e di Ighalo (tre gol nelle ultime due partite) al St James’ Park, Black Cats e Magpies sembrano due serie candidate alla retrocessione in Championship, viste anche le salvezze ottenute nella passata stagione per il rotto della cuffia.

Vittorie di misura per il WBA al Villa Park, grazie alla deviazione decisiva di Berahino su tiro di Morrison, e per il Tottenham contro Crystal Palace, firma di Son su contropiede innescato da Lamela ed Eriksen. Infine pareggio a reti bianche tra Swansea ed Everton.

Le partite: Chelsea-Arsenal 2-0, Aston Villa-West Bromwich Albion 0-1, Bournemouth-Sunderland 2-0, Newcastle-Watford 1-2, Stoke City-Leicester City 2-2, Swansea City-Everton 0-0, Manchester City-West Ham 1-2, Tottenham-Crystal Palace 1-0, Liverpool-Norwich City 1-1, Southampton-Manchester United 2-3

La classifica: Manchester City 15, Manchester United 13, West Ham 12, Leicester City 12, Arsenal 10, Everton 9, Swansea City 9, Crystal Palace 9, Tottenham 9, Watford 9, Norwich City 8, West Bromwich Albion 8, Liverpool 8, Bournemouth 7, Chelsea 7, Southampton 6, Aston Villa 4, Stoke City 3, Newcastle 2, Sunderland 2

Il prossimo turno: Tottenham-Manchester City, Leicester City-Arsenal, Liverpool-Aston Villa, Manchester United-Sunderland, Southampton-Swansea City, Stoke City-Bournemouth, West Ham-Norwich City, Newcastle-Chelsea, Watford-Crystal Palace, West Bromwich Albion-Everton

Emanuele Prina
Twitter: @EmaTreno92


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati