Logo Premier LeagueUn’altra Premier League, la ventitreesima della storia, è finita. Come da pronostico, il Chelsea si è aggiudicato il titolo, tuttalpiù in anticipo. Mancava un elemento a Mourinho, un centravanti di razza: “Datemi Diego Costa e vi darò la Premier League”. Detto, fatto. Non è stato un campionato giocato sul filo di lana fino all’ultimo turno come l’anno scorso, ma le sorprese, in positivo e in negativo, non sono mancate. Deludenti il Manchester City e il Liverpool. I Citizens, nonostante una rosa lunghissima fatta solo di campioni, è sempre apparsa in ritardo rispetto ai Blues e quasi mai in grado di reggere i colpi della squadra londinese. Gli unici campioni che si sono esaltati sono il Kun Aguero, autore di 26 reti in campionato (capocannoniere del torneo), e Lampard che ha messo la firma anche nella sua ultima gara il PL. I Reds, invece, sono passati da giocarsi tutto fino all’ultima giornata a un sesto posto insipido. Le scusanti ci sono: persi Suarez e Sturridge (per metà stagione), Rodgers si è visto togliere dei cavalli di razza da 60 gol all’anno in due, ma le basi per giocarsi la qualificazione in Champions League c’erano. E le ultime due uscite sono state vergognose, ovvero sconfitta per 3-1 col Crystal Palace nel giorno dell’addio di Stevie-G ad Anfiled e per 6-1 contro lo Stoke nel giorno dell’ultima presenza in maglia rossa del capitano.

Rimpianti per il Liverpool soprattutto viste le false partenze di Arsenal e Manchester United. I Gunners hanno sicuramente sorpreso più che per la qualità del gioco, che non manca mai e quest’anno è diventata ancora più affascinante (basti guardare i 4 gol rifilati al WBA all’Emirates), per la continuità di risultati nella seconda parte di stagione. Fatto insolito per Wenger & co.: 8 vittorie consecutive che hanno permesso ai londinesi di stare per quasi un mese davanti alla truppa Pellegrini, impensabile a settembre (nonostante la schiacciante vittoria in Community Shield). I Red Devils, invece, era obbligati a migliorare il settimo posto della scorsa Premier League. Vedere il Manchester United così lontano e fuori dalle coppe europee ha fatto impressione. Van Gaal, dopo un periodo di rodaggio, è riuscito a trovare la quadra, anche sacrificando un suo pupillo come Van Persie e rivalutando giocatori scartati nella preparazione estiva come Fellaini. Con i soldi che entreranno tra Chevrolet, diritti televisivi e marketing (ma non solo), i diavoli rossi infiammeranno ancora una volta il mercato, magari evitando di tralasciare la difesa che è tuttora totalmente inadeguata per lottare per il titolo.

Ancora tanti applausi per il Southampton che, depredato in tutti i reparti e pure in panchina, è riuscita a ripartire grazie a una dirigenza saggia e intelligente che ha scelto come manager la vecchia volpe Koeman, il quale è riuscito a fare addirittura meglio dell’annata di Pochettino. Pochettino che col Tottenham un po’ ha deluso: il gioco non è mai stato entusiasmante ed è scampato per poco il rischio di arrivare dietro ai suoi vecchi Saints. L’unico merito che gli si può dare è quello di aver scoperto e di aver spostato in posizione di prima punta Harry Kane, centravanti moderno e futuro della nazionale inglese che spesso ha tolto le castagne dal fuoco per gli Spurs. Applausi anche per Swansea e Stoke City. I cigni gallesi toccano la cifra record di 56 punti grazie alla regia di Monk dalla panchina e a quella di Sigurdsson (giocatore altamente sottovalutato) e Shelvey sul terreno di gioco. Fanno altrettanto i Potters migliorando i 50 punti dell’anno scorso che già sembravano un’enormità. E se pensiamo che hanno perso Bojan a fine gennaio per infortunio…

Pardew è stato chiamato sulla panchina del Crystal Palace per un cambio di passo e per un grande progetto: il punto uno è stato compiuto a pieni voti; per il punto due ci sarà da aspettare l’estate e la prossima stagione. Gli Eagles sognano in grande. Una delle grandi delusioni di quest’anno è anche l’Everton, parlano i numeri: 24 punti in meno rispetto alla scorsa Premier League e undicesimo posto che pare un successo per come erano messi i Toffees qualche mese fa. C’è poco da aggiungere. Bene West Ham e WBA. La certezza matematica in PL è stata raggiunta con largo anticipo, soprattutto a Boleyn Ground dove si è vissuta una prima parte di stagione a dir poco eccezionale.

Le favole di quest’anno sono Leicester e Newcastle. I Foxes, ultimi in classifica a sei giornate dalla fine, erano dati per spacciati, poi una salvezza raggiunta addirittura prima dell’ultimo turno. Un vero e proprio miracolo. In casa Magpies il miracolo è tutto di Gutierrez che, dopo aver sconfitto il cancro, è tornato in campo poco più di un mese fa e nella gara cruciale ha salvato le gazze ladre, in crisi profondissima, con un assist e un gol. “Do you believe in miracles?”. Stagione travagliata per Aston Villa e Sunderland, ma ciò che conta di più è che Villans e Black Cats fanno ancora parte delle grandi 20 squadre inglesi. Infine lacrime per Hull City, Burnley e QPR. I Tigers sono stati condannati al ritorno in Championship proprio da Gutierrez; le due squadre di coda ritornano nel campionato cadetto dopo una solo stagione, ma questo lo sapevamo già da due settimane. Dispiace molto per il Burnley che, a differenza degli Hoops, ha lottato fino alla fine, trascinato da un Danny Ings in forma nazionale, ma per rimanere in Premier serve di più.

Le partite: Arsenal-West Bromwich Albion, Aston Villa-Burnley, Chelsea-Sunderland, Crystal Palace-Swansea City, Everton-Tottenham, Hull City-Manchester United, Leicester City-Queens Park Rangers, Manchester City-Southampton, Newcastle-West Ham, Stoke City-Liverpool

La classifica: Chelsea 87, Manchester City 79, Arsenal 75, Manchester United 70, Tottenham 64, Liverpool 62, Southampton 60, Swansea City 56, Stoke City 54, Crystal Palace 48, Everton 47, West Ham 47, West Bromwich Albion 44, Leicester City 41, Newcastle 39, Sunderland 38, Aston Villa 38, Hull City 35, Burnley 33, Queens Park Rangers 30

I verdetti: Gironi di Champions League: Chelsea, Manchester City e Arsenal; preliminari di Champions League: Manchester United; Europa League: Tottenham. Liverpool, West Ham (grazie al primato nella classifica fair-play) e Aston Villa (se vince la FA Cup contro i Gunners) o Southampton (se i Villans non vincono la FA Cup).

Emanuele Prina
Twitter: @EmaTreno92


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati