Logo ATPUn’edizione da ricordare quella appena terminata del Shanghai Rolex Masters. I tennisti si sono dati battaglia sul campo più prestigioso d’Asia. Abbiamo assistito a grandi momenti di tennis, non solo da parte dei più forti e conosciuti, ma anche da parte di giocatori che generalmente non godono di molta pubblicità. E’ stato un Masters di Shanghai all’insegna della qualità, dove tutti hanno dato il meglio (o quasi…), più che in altri tornei nei mesi scorsi.

Si parte da Feliciano Lopez. Noto per un gioco che sta conoscendo una certa decadenza (il serve&volley), capace di ottime soluzioni tecniche ed estrose, è riuscito a sconfiggere l’ancora insicuro Rafael Nadal al secondo turno in appena due set. Lo spagnolo ha successivamente raggiungo le semifinali, dopo aver sconfitto in una partita tecnicamente meravigliosa Mikhail Youzhny.
Anche per il russo è stato un torneo decisamente positivo. Il folle moscovita ha umiliato Ernests Gulbis al primo turno e si è fatto largo fino ai quarti di finali con vittorie su Ivan Dodig e Juan Monaco. In un’annata non particolarmente felice in quanto a risultati, Youzhny ha dimostrato che può ancora produrre un gran tennis, lasciando il pensiero del ritiro alle spalle.

Malek Jaziri, invece, costretto sempre tra qualificazioni e diversi tornei Challenger non di prima leva, ha conquistato un importante terzo turno per la sua fiducia. Una volta qualificatosi per il tabellone principale, il tunisino ha sconfitto agevolmente Donald Young e Chuhan Wang, per poi cedere a Gilles Simon.
Chuhan Wang… questo ragazzo è stato la sorpresa più spettacolare di tutto il torneo. Numero 544 ad inizio torneo, con una classifica che lo costringe a tentare le qualificazioni persino nei tornei Challenger del circuito minore, è stato insignito dal direttore del torneo di una Wild Card. Al primo turno se l’è vista con Fabio Fognini. Il cinese ha sconfitto la testa di serie numero 15 in appena due set e la partita ha fatto il giro della rete. L’eco della partita non è relativa solo al risultato, ma anche alla condotta di Fognini, indifendibile questa settimana, che ha scambiato il campo da tennis, dove molti dei suoi colleghi sudano e si sacrificano, per un teatrino delle marionette. Entrato in campo svogliato, sparacchiando palline qua e là, senza mordente e senza rispetto per l’avversario, Fabio ha inoltre lasciato il campo mostrando il dito medio al pubblico di Shanghai, confermando ancora una volta di essere un pessimo esponente del tennis italiano nel mondo.

Di tutt’altra pasta ha dimostrato di essere Gilles Simon, che, anch’egli in un’annata non particolarmente proficua, ha dato tutto. Al secondo turno ha ingaggiato battaglia contro il bombardiere svizzero Wawrinka e nei quarti di finale ha sconfitto, con un 6-0 al terzo set, Tomas Berdych. Il francese ha poi raggiunto la finale battendo Feliciano Lopez in due set. Per Simon si è trattata della prima finale di un Master da Madrid 2008. Simon ha fatto vedere il meglio del suo repertorio, tra passanti pregevoli e concentrazione ai massimi.

Il ventinovenne di Nizza si è misurato in finale con Roger Federer, che non ha certo bisogno di presentazioni. Il cammino dello svizzero verso la finale è proseguito all’insegna delle sorprese. Al secondo turno ha dovuto subito salvare ben cinque match point all’argentino Leonardo Mayer, in una partita all’ultimo rovescio a una mano. La vittoria ottenuta sul filo del rasoio ha indubbiamente elettrizzato Federer, che successivamente non ha lasciato campo a Bautista Agut, Benneteau e Novak Djokovic. Esattamente, Djokovic. Roger ha mostrato il miglior repertorio del suo gioco per sconfiggere, con un doppio 6-4, il serbo, che agognava a conquistare il titolo per terza volta consecutiva. Un risultato tutto sommato inaspettato considerato il fatto che Djokovic ha sempre dato il meglio di sé in Asia e non ha mai veramente rischiato nei suoi turni antecedenti alla semifinale.

Una finale, quella tra Simon e Federer, che ha accontentato perfino gli appassionati più esigenti. Nonostante lo svizzero fosse decisamente favorito, il pronostico non sempre è stato dalla sua parte. Gilles Simon, infatti, insieme a Murray e Nadal, è quello che si può definire per Federer una bestia nera. Nonostante sia avanti nei precedenti per 3-2, lo svizzero ha sempre dovuto faticare non poco per portare a casa le partite contro Simon, che fu uno dei primi giocatori, Nadal incluso, a sconfiggerlo nell’oramai lontano 2008.  Roger ha comunque trionfato per la prima volta a Shanghai, conquistando il suo ventitreesimo Master 1000 in carriera, sconfiggendo Simon con il punteggio di 7-6(6), 7-6(2). Nonostante il punteggio indichi due set, la partita è stata tutt’altro che semplice. Più volte vi sono stati capovolgimenti di punteggio durante lo scontro, tra vantaggi e set point annullati da parte di entrambi, soprattutto nel primo parziale.

Non solo i fan di Roger Federer ricorderanno questa edizione 2014 di Shanghai, ma anche gli appassionati nel buon tennis e delle buone maniere.

Vittorio Orlini


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati