Hamilton in azione durante il Gp del Brasile 2014

Hamilton in azione durante il Gp del Brasile 2014

Rosberg riapre i giochi. Con un weekend perfetto, il tedesco rientra prepotentemente in lizza per il Mondiale Piloti, dando un deciso colpo di freno allo slancio di Hamilton, arrivato a San Paolo forte di una progressione da Mondiale; l’anglo-caraibico, nulla ha potuto contro l’hat-trick del figlio di Keke, ed in termini di risultato, poco ha influito l’errore in curva 4 che gli è costato 7″ e, probabilmente, la possibilità concreta di poter tentare un attacco e puntare alla vittoria.

Hamilton, attardato di circa 1.5″ dal compagno di squadra, ha tentato la carta dell’azzardo ritardando la seconda sosta di due giri, cercando di sfruttare fino all’ultimo metro la vita utile delle coperture, tentando una strategia rischiosa.
Tutto calcolato probabilmente, visto che in caso di “cliff” avrebbe comunque mantenuto agevolmente la seconda piazza; ma un pizzico di fortuna nell’uscire nella curva “giusta”, quella con ampia via di fuga ed oltrettutto asfaltata, ha permesso all’anglo caraibico di non rivivere l’incubo di Shangai 2007, quando, con il mondiale in tasca, andò ad insabbiarsi in ingresso corsia box con le gomme alla frutta, perdendo poi il Mondiale, proprio ad Interlagos, in favore del Ferrarista Raikkonen.

Dietro le Frecce d’Argento, tanto cuore per Massa, che dopo una fantastica qualifica ad un passo dalle astronavi Mercedes e nonostante due errori da debuttante al pit (eccesso di velocità alla prima sosta e garage Mercedes scambiato per quello Williams nella seconda) riesce a conquistare il podio nella sua gara di casa, con una corsa al massimo delle possibilità della monoposto e degli pneumatici, quando il suo compagno di squadra navigava ai limiti della zona punti lamentando problemi di ogni genere.

Button in azione durante il Gp del Brasile 2014

Button in azione durante il Gp del Brasile 2014

Clamorosa la prestazione di Button, che con una gara delle sue, intelligente, costante e consistente, riesce a piazzarsi davanti a Vettel ed al duo Ferrari: la prossima sarà forse l’ultima presenza dell’inglese in F1, scempio di un Circus che troppo spesso ultimamente corre dietro a (troppo) giovani ed ai loro grandi sponsor, per tener su la baracca, lasciando a piedi piloti che potrebbero far scuola a metà dello schieramento della prossima stagione.

Bicchiere mezzo vuoto in casa RedBull, con Ricciardo che, a causa di una cedimento del mozzo anteriore sinistro, manca l’appuntamento con i punti dopo una lunga serie di risultati utili, mentre il Campione del Mondo Vettel, dopo uno start non eccellente, riesce a risalire la china fino ad un quinto posto finale, avendo ragione, oltre che delle succitate Rosse, anche di un combattivo Magnussen, che però a lungo andare, naufraga nelle retrovie per una non perfetta gestione delle Pirelli, decisamente in difficoltà sul nuovo asfalto di Interlagos, tanto abrasivo da costringere alcuni piloti a fare il primo cambio gomme dalle soft al sesto giro.

Gli alfieri della Rossa, lasciano San Paolo con dei valori, a livello di punteggio, paragonabile a quella che è stata la media di questo sciagurato 2014, ma con prestazioni diametralmente opposte a quelle a cui ci avevano abituato durante la stagione: il combattivo e generoso Alonso, è apparso svogliato, forse con la testa già alla motore Honda che a breve potrà testare nei primi km in pista sulla McLaren 2015, mentre Raikkonen è sembrato tornare ai livelli della scorsa stagione in Lotus, segno che i tecnici Ferrari stan cominciando a lavorare nella direzione corretta per andare incontro allo stile di guida del finlandese.

Chiusura di cronaca con menzione meritatissima per Hulkenberg: il tedesco della Force India riesce a completare con sole due soste, una gara contraddistinta da tanti sorpassi ed un passo gara eccezionale per la vettura che si ritrova. Nico è stato, durante la carriera, accostato a diversi top team, ma purtoppo ha sempre navigato su team di metà classifica: un vero peccato non averlo visto su una monoposto competitiva, ed ormai gli anni passano.

Appuntamento ora ad Abu Dhabi per l’ultima gara della stagione.
Hamilton si presenterà forte di un vantaggio su Rosberg di 17 punti: con lo sciagurato ed antisportivo sistema dei doppi punti, in vigore, fortunatamente (e non casualmente, vista la profumata cifra sborsata dagli organizzatori per assicurare alla gara conclusiva la maggiore attenzione mediatica possibile) solo in medio oriente, l’anglo caraibico non potrà dormire sogni tranquilli alla vigilia della gara, perche il risultato minimo da raggiungere per conquistare il titolo sarà il secondo posto.
Visto il dominio palesato dalla W05, il compito non sarà proibitivo, ma le insidie sono dietro l’angolo ed una toccata, una foratura o, peggio, un guaio dovuto all’affidabilità non perfetta di questa Mercedes, potrebbe ribaltare completamente la situazione in classifica, e far rivivere ad Hamilton gli incubi del 2007 e del 2008, quando le corone di alloro furono assegnate solo nelle ultimi secondi di gara, dopo che Lewis aveva avuto più volte in mano il colpo del K.O., facendolo uscire sconfitto prima e vincitore poi, rispettivamente ai danni dei ferraristi Raikkonen e Massa


Alessio De Marco / Avens-Images.com