David Blu è una delle bandiere del Maccabi Tel Aviv. Nato negli Stati Uniti ma naturalizzato per via delle discendenze materne, David Blu è uno degli artefici di una stagione del Maccabi piuttosto difficile da decifrare. Dopo un inizio difficile sia in Eurolega che in campionato, la squadra di Tel Aviv ha ritrovato il ritmo giusto tanto che, a partire da mercoledì sera, Blu e compagni si giocheranno l’accesso alle Final Four in una serie che si prospetta spettacolare contro l’Olimpia Milano. Per capire meglio cosa è successo in questa pazza stagione israeliana, abbiamo parlato proprio con David Blu che ci ha aperto le porte di uno spogliatoio di ferro e delle sue esperienze personali.
David, dicci qualcosa di questa strana stagione targata Maccabi?
Abbiamo avuto una stagione caratterizzata da continui Ups&Downs. Un inizio difficile, i continui infortuni: sembrava che qualcuno non volesse darci un’opportunità. E’ stata sicuramente l’annata più difficile della mia carriera qui al Maccabi. Però, ora siamo molto contenti del nostro stato di forma e di come ci presentiamo a questi playoffs. Abbiamo trovato il ritmo: veniamo da un paio di ottime prestazioni in Europa e abbiamo ritrovato anche il primo posto nella lega nazionale israeliana.
A proposito del campionato nazionale, è stato un anno difficile anche in un campionato che di solito dominate senza troppi problemi. Che cosa è successo?
Abbiamo iniziato con il piede sbagliato e abbiamo fatto fatica a trovare il ritmo giusto con tutti gli infortuni che abbiamo dovuto subire. Penso che sia la prima volta che il Maccabi fa tanta fatica nel campionato nazionale (21-6 il record della squadra ndr). Abbiamo ritrovato il primo posto in classifica solo la settimana scorsa dopo aver vinto lo scontro diretto contro l’Hapoel Jerusalem. Il campionato israeliano è cresciuto moltissimo negli ultimi anni. Le squadre hanno portato qui moltissimi giocatori molto forti e il livello del campionato non ha potuto che alzarsi. Questo è un bene non solo per il movimento cestistico israeliano ma anche per una squadra come il Maccabi che deve potersi confrontare il più possibile con squadre di livello.
Torniamo ai Playoffs di Eurolega. Vi aspetta una serie alla meglio delle cinque partite contro l’Olimpia Milano. Quali saranno, secondo il tuo punto di vista, le chiavi di questa serie?
Sono piuttosto sicuro che la chiave della serie saranno le guardie di Milano. Jerrels, Hackett e Keith Langford, che oltre a essere un grande giocatore, è anche un mio caro amico. La pallacanestro di post-season si basa sulla capacità di controllare il gioco. Daniel Hackett è un maestro in questo e se anche Jerrels e Langford saranno al massimo allora sarà molto difficile giocare contro di loro. Dobbiamo concentrarci sul prenderci cura del pallone e sull’andare a rimbalzo.
A proposito di rimbalzi, il vostro centro, Sofoklis Shortsanitis, ha avuto qualche problema nell’ultima settimana. Dopo l’episodio con il tifoso dell’Hapoel e la sospensione a tempo indeterminato, come sta vivendo questi momenti “Big Sofo”?
Sono molto orgoglioso di Sofo. E’ uno dei giocatori di questa squadra che conosce alla perfezione l’ambiente il suo ruolo in campo. La sua stazza è più che un fattore. I suoi chili e i suoi centimetri sono determinanti per l’economia di una partita del Maccabi. Oggi si è allenato molto bene e ho la certezza che la sua voglia di giocare questa serie è alle stelle. Sarà una bella sfida contro Samardo Samuels e Lawal.
Parliamo di te. Due anni fa hai scelto di lasciare la pallacanestro giocata. Oggi sei qui e ti giochi un pass per le Final Four di Eurolega. Due anni piuttosto intensi.
Puoi dirlo forte! Due anni fa ho deciso di prendermi del tempo. Avevo bisogno di tirare il freno. Ero stanco e demotivato. Ho deciso di tornare negli Stati Uniti e finire gli studi. Le università americane ti danno un periodo di tempo limitato per laurearti se hai avuto una borsa di studio. Se non vuoi perdere la scholarship, devi chiudere la tua carriera entro dieci anni. Quando ho lasciato per tornare a studiare, ero nel decimo anno e non volevo perdere l’opportunità di laurearmi. Era troppo importante per me. Una volta presa la mia laurea in sociologia, non sapevo cosa fare. Non ero sicuro quale fosse la mia strada: cosa ci sarebbe stato per me dopo il Basket? Così ho deciso di ritornare al Maccabi, dove mi sentivo a casa e dove avrei potuto decidere con calma. Ora so cosa mi aspetta. Mi sto occupando d’investimenti immobiliari di grosse proprietà. Nel frattempo però sono concentro anche nel mio ruolo al Maccabi. Avere la possibilità di cercare un pass per le Final Four con questa squadra è molto importante. Il Maccabi ha un posto importante nel mio cuore e nel cuore della pallacanestro europea.
Il Maccabi è una delle squadre più rappresentative della pallacanestro Eurolega. Quanto è importante che questa squadra continui a giocare con le grandi d’Europa?
Moltissimo. Il Maccabi è la squadra della nazione. Pur avendo rivalità storiche con alcune squadre del nostro campionato. Moltissimi tifosi israeliani fanno il tifo per noi quando andiamo a giocare in Europa. Dobbiamo lavorare duro e in prospettiva del futuro. Il Maccabi deve restare in Eurolega.
So che domani partiranno verso Milano con voi alcuni tifosi. E l’Olimpia ha organizzato un volo charter per portare a Tel Aviv quanti più sostenitori possibili. Sarà una grande serie anche sotto questo punto di vista?
Saremo ben rappresentati al Forum e non vedo l’ora di vedere i nostri tifosi in Piazza Duomo con le sciarpe gialle del Maccabi. Questa è una settimana di festa in Israele (settimana della Pessa’h ndr), i bambini non vanno a scuola e molti non lavorano. Molti avranno la possibilità di venire a Milano a fare il tifo per noi. Non vediamo l’ora!
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