Pascual, Navarro, Llull e Laso posano con il trofeo (foto acb.com)

Il momento della resa dei conti è arrivato. Dopo aver regalato al Real la Copa del Rey, la superclassica del basket iberico assegnerà da questa sera il titolo nazionale al termine di una serie al meglio delle cinque partite (6-8-11-13-16 giugno).

Diversamente dall’impressione che si può avere, data anche dagli incroci in Europa o in Copa, una finale ACB tra Barcelona e Real Madrid non si vede da cinque anni, ovvero da quando i blancos, con il vantaggio del campo a favore, batterono i catalani per 3-1 conquistando il loro trentesimo (e finora ultimo) “scudetto”. Il clásico, però, rimane – appunto – la sfida più classica del baloncesto, ed in questo caso anche la più giusta per qualità dei roster e gioco espresso nell’arco della stagione.

Ci ha provato il Caja Laboral, aggiungendo nientemeno che Andrés Nocioni sul finire della stagione regolare, e ci ha provato anche Valencia, affidandosi al talento di Nando De Colo. Ma entrambe, dopo illusori successi in trasferta, si sono fatte trafiggere tra le mura amiche, addirittura due volte nel caso dei taronja, ed hanno così dato il via libera alla finale più pronosticabile (e pronosticata). Anche perché l’altra finalista della passata stagione, Bilbao, ha abdicato da un pezzo, affaticata dalla stagione europea e messa KO ai quarti nel derby basco contro il Caja Laboral.

BARÇA NON INFALLIBILE  Tra le due, nonostante il precedente della finale di Copa del Rey e le dichiarazioni di rito, il Regal Barça rimane leggermente favorito, non foss’altro per il vantaggio del fattore campo e per il fatto che per il sesto anno di fila i blaugrana si qualificano per l’atto finale dei playoff, a cui sono quindi estremamente abituati (in particolare Xavi Pascual, sempre finalista nei suoi cinque campionati da capo allenatore). Guardando alla storia anche recente, però, ci si rende conto che i catalani sono tutt’altro che infallibili nelle serie finali, e se è vero che hanno vinto le due finali giocate con il fattore campo a favore (2009 contro Vitoria e 2011 contro Bilbao), è anche vero che hanno perso le altre tre (2007 contro il Real, 2008 e 2010 ancora contro il Baskonia). Statistiche di difficile lettura che, tuttavia, sottolineano ancor di più l’importanza di un successo esterno, magari già in gara1, degli uomini di Pablo Laso.

Juan Carlos Navarro

FATTORE NAVARRO  Al di là del parquet su cui si disputeranno le gare, c’è un altro fattore che Reyes e compagni faranno bene a tenere molto presente: il fattore Juan Carlos Navarro. Costretto dai guai fisici ad un avvio di playoff in sordina, nelle ultime uscite la Bomba è salita di colpi in modo considerevole, suggellando questo crescendo con i canestri decisivi in gara4 a Valencia. C’è da scommettere che, acciacchi o no, Navarro sarà pronto a crivellare il canestro madrilista, a meno che le guardie avversarie – Sergio Llull su tutti – non siano disposte ad un enorme sacrificio difensivo per costringere il bomber di Sant Feliu a responsabilizzare i compagni.

Nole Veličković

VELIČKOVIĆ  Anche le merengues, però, hanno il loro Navarro: Novica Veličković. Non in termini assoluti, certo, ma per lo stato di forma mostrato in semifinale. Da reietto dell’era Messina, infatti, il venticinquenne belgradese si è ritagliato un ruolo di tutto rispetto sotto coach Laso, ed è esploso nella serie contro il Baskonia (circa 15 punti e 5 rimbalzi di media) guidando i suoi alla riconquista del fattore campo ed infine al successo nella “bella” della Madrid Arena. Un trionfo per cui lo stesso Veličković ha voluto “ringraziare i tifosi perché ci hanno aiutato molto, ora vogliamo che questo si ripeta contro il Barça”. E se anche lui si ripeterà, forse la smetteranno di paragonarlo a Toni Kukoć o altri grandi del basket balcanico a cui è spesso stato accostato nella sua carriera: sarà semplicemente Nole Veličković.

ATTACCO O DIFESA?  Tornando alla difesa, un altro motivo di interesse riguarda lo stile di gioco delle squadre, o meglio lo stile di gioco che gli strateghi degli staff decideranno di mettere in pratica nella serie finale. Difficile che il Real rinunci alla sua pallacanestro fatta di corsa e tiro da fuori (pur se Ante Tomić, Felipe Reyes e Mirza Begić offrono svariate soluzioni interne), mentre il Barça, anche in virtù della maggior esperienza, è più adatto ad abbassare, se necessario, i ritmi del gioco, puntando sulla solita difesa aggressiva ma su di un attacco più compassato e ragionato. Non è raro, del resto, vedere il Barça vincere e convincere (e magari anche divertire) restando sotto gli 80 punti segnati, proprio per la gran capacità di impostare la partita sui ritmi desiderati e “soffocare” gli avversari con la pressione degli esterni e l’intimidazione dei lunghi.

Reyes affronta i lunghi blaugrana. E' uno dei pochi veterani madrilisti

PERCHÉ BARÇA  Il “pallottoliere” di Navarro – con questa – conta ben dieci finali, ed anche gli altri componenti del roster, chi più chi meno, è ormai a proprio agio nelle partite che rimpinguano il palmarès. Inoltre, se in coppa il Real ha avuto la meglio, va ricordato che in stagione il Barcelona si è dimostrato alla lunga superiore, finendo davanti ai madrilisti e battendoli nell’ultima sfida di stagione regolare. Infine – e questa forse è la più forte tra le argomentazioni pro-Barça – i catalani vengono dallo smacco in Copa del Rey e dalla delusione alle Final Four di Eurolega, e non avranno certo intenzione di completare il tris concludendo il campionato con le pive nel sacco.

PERCHÉ REAL  Innanzitutto il pacchetto guardie madrilista, con il frizzante Sergio Rodríguez, l’ormai affidabile Sergio Llull, il bombarolo Jaycee Carroll e l’esplosivo Martynas Pocius, appare più profondo ed equipaggiato di quello barcellonese, nonostante Navarro. Più in generale, mentre coach Pascual deve sempre incrociare le dita quando fa ricorso ai vari C.J. Wallace e Joe Ingles, coach Laso, al momento di ruotare gli uomini, può guardarsi alle spalle con maggiore fiducia almeno in alcuni ruoli. Sotto diversi aspetti, inoltre, sembra che il pur giovane Real abbia raggiunto la maturità giusta per provare a spodestare i blaugrana e rimettere in bacheca un titolo ACB.

PRONOSTICO DAILYBASKET  Difficile che la serie si risolva prima della quinta partita. A quel punto, però, l’esperienza e la forte motivazione del Barcelona faranno la differenza: 3-2.