Llull esulta

UPS

Sergio Llull e Jaycee Carroll (guardie, Real Madrid): sono loro gli assi di coppe delle imprevedibili merengues, capaci di farsi spingere sull’orlo dell’eliminazione in Eurolega da Bilbao e poi di “divorarsi” ogni avversario al Palau Sant Jordi, faticando paradossalmente di più ai quarti di finale contro Fuenlabrada che nel temuto clásico. Nell’atto conclusivo della Copa, il ventiquattrenne delle Baleari ha fatto pentole e coperchi tanto in regia quanto da guardia, segnando a ripetizione da fuori e conducendo le danze a piacimento contro gli imbambolati avversari; il “lanciarazzi” mormone, invece, ha riservato il suo meglio per il secondo tempo, in cui ha bombardato il canestro barcellonese negando ai blaugrana ogni possibilità di rimonta, e contribuendo ad un trionfo che resterà a lungo nelle menti dei tifosi.

Pablo Laso

Pablo Laso (capo allenatore, Real Madrid): zitto zitto, dopo settimane difficili che hanno visto il sorpasso del Barcelona nella classifica ACB ed una mezza eliminazione in Eurolega, il tecnico basco ha sfoderato il colpo ad effetto regalando al Madrid un trofeo che mancava al club da 19 anni, facendo crescere le proprie quotazioni e zittendo gli scettici che scommettevano su di un Madrid sempre perdente finché ci fosse stato lui sul pino. Certo la Copa non vale l’Eurolega e nemmeno il titolo spagnolo, e va sottolineato che il successo è arrivato più grazie al talento dei singoli che ad una brillante gestione tattica, ma uscire vincitori da una manifestazione del genere non è facile in nessun caso, men che meno in Spagna, e Laso ci è riuscito al primo anno sulla panchina blanca.

Seraht Çetin

Beşiktaş Milangaz: è ormai finita l’era in cui Efes e Fenerbahçe lasciavano alle concorrenti nazionali solo le briciole. I ragazzi Ergin Ataman, infatti, trionfano nelle Final Eight di Coppa di Turchia, superando nell’ordine Aliaga Petkim, Galatasaray e Banvit (in una finale inedita). MVP a sorpresa della manifestazione Serhat Çetin, guardia/ala bianconera top-scorer della finale, ma quella del Beşiktaş è stata una vittoria di squadra, che è riuscita ad ovviare alle “liti” con il canestro di David Hawkins grazie al contributo dei compagni, in particolare Çetin e Pops Mensah-Bonsu, capace di registrare un’abbondante doppia doppia di media nel torneo. Ora l’attenzione torna al campionato, ma le Aquile Nere di Istanbul, così come il Real in Spagna, hanno dalla loro l’iniezione di fiducia giunta dal fine settimana di coppa.

Krešimir Lončar

Jeremiah Massey (ala forte, Lokomotiv Kuban) e Krešimir Lončar (Khimki): il rischio è quello di essere ripetitivi. Ma il buon Massey anche stavolta ci ha messo lo zampino con una partita tutta sostanza che alla fine ha permesso al suo Lokomotiv di espugnare il parquet di Nymburk (65-71) e di fare un passo in avanti per il passaggio del turno. Sotto di 13 punti a 13 minuti dalla fine, i ragazzi di coach Maljkovic hanno realizzato una rimonta da incorniciare conclusasi con un tiro libero di Massey a tre minuti dalla fine. E Massey non si è limitato solo a quello perché di punti ne ha segnati 19 (4/7 da 2, 1/4 da 3, 8/9 ai liberi) prendendo 13 rimbalzi. Da incorniciare anche la vittoria del Khimki a Novgorod (77-79) con gli ospiti sempre avanti fin dai primi minuti guidati alla perfezione da Kresimir Loncar che ha chiuso con 19 punti (5/8 da 2, 9/9 ai liberi) e 6 rimbalzi.

Steed Tchicamboud (playmaker, Chalon): In Francia la chiamano Settimana degli Assi (Semaine des As) e in tutto e per tutto ricalca l’andamento delle altre coppe nazionali qualificando le prime otto al termine del girone d’andata. Niente a che vedere quindi con la sacra istituzione della Coupe de France. E gli “Assi” alla fine sono sempre loro: Chalon e Gravelines che negli ultimi due anni si stanno dividendo gli onori di questo trofeo. Benissimo i nordisti lo scorso anno, se possibile quest’anno in Borgogna sono riusciti a fare di meglio in una gara praticamente perfetta gestita fin dall’inizio e in cui l’Elan ha avuto il merito di non disunirsi e di riuscire a gestire il vantaggio fino al 66-73 finale. E gli onori della cronaca non possono che andare al playmaker Steed Tchicamboud. Uno che a Chalon è cresciuto ed è diventato un professionista e che ora ripaga la sua fedeltà alla maglia con una prestazione da 15 punti (5/9 da 2, 1/4 da 3, 4/6 ai liberi), 5 rimbalzi e 2 assist che gli consente di festeggiare con la braccia al cielo la conquista del trofeo.

DOWNS

Neven Spahija

Fenerbahçe Ülker: la Final Eight di Coppa di Turchia ha visto uscire con le ossa rotte tutte le grandi del basket di casa. Soprattutto il Fenerbahçe, che è uscito subito contro l’Efes senza mai ritrovarsi veramente in partita (82-69). Così dopo l’eliminazione in Eurolega e quella nella Coppa nazionale, ora l’unico obiettivo a rimanere in piedi è il campionato. Certo che coach Spahija dovrà lavorare parecchio se vorrà presentarsi ai nastri di partenza dei play-off con una posizione migliore rispetto al quinto posto attuale. Sempre sotto la soglia della delusione ci sono anche l’Efes e il Galatasaray, uscite entrambe in semifinale rispettivamente per mano del Banvit (76-67) e del Beşiktaş (76-69 dts) che poi ha vinto la manifestazione.

Kalev: nessuno può negare che l’Unics Kazan sia attualmente una delle migliori formazioni d’Europa. Ma perdere contro di loro con uno scarto di 45 punti, come sono stati capaci di fare i lettoni, è davvero troppo pesante. 100-55 il finale di questa partita che è stato il più classico tra i testacoda che non hanno riservato sorprese. Bravissimi i padroni di casa a sfruttare il turno casalingo e a prolungare il ciclo di vittorie, pessimi gli ospiti che con una partenza 33-13 nel primo quarto hanno dimostrato di non averci nemmeno provato. Più che eloquente allora il 22/62 dal campo e una lotta a rimbalzo nemmeno iniziata in cui gli estoni del Kalev ne hanno presi appena 27 contro i 45 dell’Unics.

Alessandro Petrini e Andrea Rizzi