La festa del Brose

UPS

Brose Baskets Bamberg: quando il fiume Regnitz incontra il centro di Bamberga lo spettacolo è talmente suggestivo che il quartiere viene chiamato Klein-Venedig (piccola Venezia). In realtà vista dall’Italia in campo cestistico questa città della Baviera somiglia sempre più a Siena per la sua capacità di esprimersi con continuità ai vertici del basket tedesco con due scudetti consecutivi (4 in 7 anni) e tre coppe nazionali conquistate in fila. L’ultima proprio nell’ultimo fine settimana contro il Telekom Baskets Bonn (73-82) in un incontro sempre guidato fin dal primo quarto, chiuso con dodici punti di vantaggio che poi i biancorossi sono riusciti a gestire fino in fondo senza patemi. Sugli allori tutto un gruppo che riesce a distribuirsi le responsabilità portando tre giocatori in doppia cifra: Marcus Slaughter (17 punti), Predrag Suput (16) e Casey Jacobsen (12).

Salgado penetra la difesa madrilista (foto Vidaurre)

Lagun Aro GBC San Sebastián: il club basco non sembra contemplare l’appagamento. Messo in archivio il pessimo inizio di campionato, il Lagun Aro ha iniziato a correre senza più fermarsi – eccetto qualche incidente di percorso – e la lista delle vittime (così come quella dei record societari) si allunga sempre di più. Stavolta è toccato al Real Madrid, impegnato nel testa a testa con il Barcelona per il primato in stagione regolare e mai sconfitto nella storia del club ma battuto domenica sera di fronte ai 9000 festanti della San Sebastián Arena. Un successo meritato dagli uomini di Sito Alonso, che hanno avuto un superlativo Andy Panko nel primo tempo (19 punti) ed un cinico Sergi Vidal nel finale, senza tralasciare il contributo essenziale di Jimmy Baron e Javi Salgado. Sono loro i “quattro tenori” di una squadra che non si pone limiti e si giocherà fino alla fine le proprie chance di conquistare il vantaggio del campo al primo turno dei playoff.

Kalin Lucas

Banvit BK: unica squadra non della capitale nelle prime cinque posizioni (Bandırma, sede del club, si trova all’altro lato del Mar di Marmara rispetto ad Istanbul), il Banvit continua a tenere testa alle capitoline e riesce stavolta ad espugnare il campo del Beşiktaş (61-64), approfittando di una giornata di cattiva vena offensiva dei bianconeri di Ergin Ataman e facendosi guidare dal play ex Olympiacos Kalin Lucas (13 punti e 6 assist). Questo prezioso successo in uno scontro diretto permette agli uomini di Orhun Ene di continuare a tenere il fiato sul collo ad Efes e Galatasaray, acquisendo una partita di vantaggio sul Fenerbahçe e sul Beşiktaş stesso, attualmente quarti a pari merito.

Jeremiah Massey

Jeremiah Massey (ala forte, Lokomotiv Kuban): a quasi trent’anni, con sette stagioni alle spalle nel vecchio continente, sarebbe veramente sciocco pensare che un giocatore come Massey non possa essere una presenza fissa della nostra rubrica. E ancora una volta il giocatore di Detroit che gioca per la nazionale macedone ha fatto valere la legge del leone nel campionato russo. Se il Lokomotiv è riuscito a vincere dopo un supplementare nello scontro diretto contro il Krasnie Krilya Samara buona parte del merito è dell’ex Real Madrid, che ha deliziato pubblico e allenatori con 25 punti (7/12 da 2, 3/6 da 3, 2/4 ai liberi), 12 rimbalzi e 5 assist. Un autentico one man show che è servito per rinsaldare i suoi al terzo posto.

English affronta Hervelle

Lo spettacolo di Banca Cívica Siviglia – Gescrap Bilbao: due tempi supplementari, 218 punti totali (108-110), 2 ore e 29 minuti di gioco, un fiume di record di squadra e individuali e, più in generale, un incontro da ricordare. Questo Siviglia-Bilbao, sfida fondamentale per la corsa ai playoff del massimo campionato spagnolo, in cui le due squadre si sono sfidate a viso aperto senza far mancare nulla al pubblico andaluso, incluse una tripla ospite sulla sirena dell’ultimo quarto (firmata Alex Mumbrú) ed una dei padroni di casa sul finire del primo supplementare (griffata Carl English). Alla fine ha vinto Bilbao, complice il roster più profondo a disposizione di Fotis Katsikaris, ma i 5200 del San Pablo possono ritenersi fortunati per aver assistito ad uno spettacolo che solo la pallacanestro – raramente – può offrire. Un vero “omaggio al basket” (così è stato definito l’incontro in Spagna).

DOWNS

Pierre Vincent

Asvel Lyon/Villeurbanne: da San Antonio Tony Parker si definisce “frustrato per i risultati della squadra”. Se lo dice il playmaker degli Spurs, vice presidente del club e play dei neroverde nel periodo del lock-out, c’è veramente da credergli. La squadra si trova nel pieno di una striscia di otto sconfitte di fila che l’ha spinta in decima posizione (10 vinte-13 perse) al di fuori della griglia dei playoff. L’ultimo passo falso in casa contro la matricola Nanterre (81-87) con un terzo quarto disastroso in cui i ragazzi di Pierre Vincent hanno incassato un parziale di 11-30. Intanto è stata annunciata la rottura dell’accordo con il play americano Phil Goss (9,1 punti e 2,5 assist di media) che rientrerà a Varese e sarà sostituito dal giovane Théo Léon.

Mike Hall

Mad-Croc Fuenlabrada: dov’è finito il Fuenla che per oltre mezza stagione ha svolto ancora una volta il ruolo di sorpresa dell’ACB, capace di lottare per i playoff con un budget risicato ed un roster da salvezza? Se lo starà chiedendo anche Porfirio Fisac, che nelle ultime cinque giornate ha visto i suoi crollare dalla zona playoff ad un limbo in cui la retrocessione è più vicina dell’ottavo posto. E’ vero che tre sconfitte sono arrivate in trasferta, sui proibitivi campi di Barcellona e Bilbao e su quello, ultimamente ostico, di Las Palmas, ma i KO interni contro Badalona e Siviglia hanno confermato le difficoltà dei neroarancio a sostenere i riferimenti offensivi Mike Hall e Kirk Penney, causa primaria del calo, una lacuna che andrà colmata se i madrileni vogliono evitare un finale di campionato con l’acqua alla gola.

Lo Yad Eliyahu, sede delle Final Four ABA

Lega Adriatica: la scelta di riammettere il Maccabi in questa stagione era già rischiosa, dal punto di vista sportivo, vista la caratura del roster maccabeo ed il ridimensionamento di molti club balcanici negli ultimi anni. Ma la designazione di Tel Aviv quale sede delle Final Four dopo un campionato dominato dagli israeliani, pur se ragionevole dal punto di vista “commerciale” e della visibilità, è davvero autolesionista. Certo Partizan, Cedevita e Budućnost (quest’ultimo potrebbe ottenere un’insperata qualificazione ai preliminari di Eurolega) faranno del proprio meglio per far saltare il banco, ma pensare che i ragazzi di David Blatt si lascino scappare il prestigioso titolo balcanico che si assegnerà tra il 28 ed il 30 aprile (quindi ben due settimane prima delle Final Four di Eurolega a cui il Maccabi ha ottime chance di partecipare), richiede davvero molta fantasia.

Andrea Rizzi e Alessandro Petrini