arrowupUPS

Reyes e compagni festeggiano

Reyes e compagni festeggiano

Real Madrid: la Finale ACB finisce in un certo senso come era già scritto, con il trionfo del Real Madrid al termine di una stagione letteralmente dominata: 30 vittorie e 4 sconfitte nella stagione regolare, con Nikola Mirotic nominato MVP stagionale, 2-0 ai quarti di finale contro il sorprendente, ma nettamente inferiore, Blusens Monbus e 3-0 in semifinale contro l’altrettanto sorprendente ma altrettanto nettamente inferiore CAI Zaragoza. Fino alla finale contro gli eterni rivali del Barcelona, che sono riusciti a portare la serie fino a gara 5 ma sono letteralmente spariti nel momento decisivo (vedi sotto). E, come ciliegina sulla torta, il titolo di MVP della Finale è andato a Felipe Reyes, veterano e bandiera dei blancos. Una vittoria che fa anche (parzialmente) dimenticare la sconfitta in finale di Eurolega contro l’Olympiacos.

 

Jamont Gordon (foto fanatik.com.tr)

Jamont Gordon (foto fanatik.com.tr)

Galatasaray: dopo 23 anni il titolo TBL torna a Galata. Il club più titolato di Turchia (16 i campionati conquistati per lo più tra il 1947 ed 1969 con 12 dei primi 25 titoli turchi), non riusciva a centrare la vittoria dal 1990, quando i giallorossi sconfissero in finale il Pasabahce del futuro ferrarese Marty Embry. Una stagione iniziata da squali del mercato estivo (Hawkins, Ndong, Gordon, Macvan, Atsur, Akyol, Dudley e Domercant, oltre a coach Ataman), ma passata attraverso passaggi estremamente tortuosi come gli infortuni di Engin Atsur e Henry Domercant o la squalifica di 4 anni a Hawkins per uso di cocaina, che hanno costretto la società a sostanziosi ritocchi in corsa quali le firme di Carlos Arroyo e Manuchar Markoishvili. Dopo aver chiuso la stagione regolare al primo posto (27-3 il record), il Galatasaray ha condotto dei playoff quasi perfetti, concedendo una sola vittoria al Banvit in finale. MVP della finale è stato nominato Jamont Gordon, impressionante proprio nella sconfitta di gara 4 con 24 punti nel solo quarto periodo nella sfortunata rimonta dei suoi da -19. L’uomo da copertina è però, come sempre, il vulcanico Ergin Ataman che, dopo aver riportato lo scorso anno il titolo al Besiktas a distanza di 27 anni dalla precedente affermazione, centra il terzo titolo turco con la terza squadra diversa (Efes Pilsen 2009 l’altra vittoria).

Gavel a canestro

Gavel a canestro

Brose Bamberg: il copione del campionato tedesco è stato, sotto alcuni aspetti, abbastanza simile a quello italiano, con il Brose in difficoltà in alcune fasi della stagione regolare e gli appassionati teutonici che hanno iniziato a sperare in una rottura della “routine”, con Oldenburg, Ulm e Bayern Monaco come principali candidate allo “scippo” dello scettro di campioni. E invece, proprio come in Italia, alla fine sono ancora i ragazzi di Chris Fleming ad esultare, per la quarta volta consecutiva e la sesta negli ultimi otto anni, sconfiggendo l’Ewe Oldenburg per 3-0 nonostante la squadra della Bassa Sassonia abbia opposto una resistenza più che onorevole, come dimostra il fatto che gara 3 sia finta al supplementare. MVP delle finali, per una volta, non un americano, ma lo slovacco Anton Gavel, determinante in tutti i finali punto a punto.

arrowdownDOWNS

Time-out del Barcelona (foto R. Caruso 2012)

Time-out del Barcelona (foto R. Caruso 2012)

FC Regal Barcelona: una stagione quasi da dimenticare per il Barça: prima l’inizio estremamente difficoltoso, poi la lenta risalita e la vittoria in Copa del Rey, unica soddisfazione stagionale. Poi però, anche a causa di qualche infortunio di troppo (pesanti soprattutto quelli di Mickeal e Jawai), riprendono gli alti e bassi: alti che permettono di arrivare a giocarsi Eurolega e campionato fino in fondo, bassi che fermano lì il cammino, sempre, ironia della sorte, contro il Real, che ha battuto i blaugrana sia nelle semifinali di Eurolega, sia in Finale ACB. E, proprio nella gara 5 della Finale ACB, il Barça stecca clamorosamente, rimanendo sì più o meno in partita fino alla fine, ma guidato quasi esclusivamente da Joe Ingles (25 punti, 10/13 al tiro) e Sarunas Jasikevicius (23 punti, 6/9 al tiro, 8/8 ai liberi), che ancora una volta ha dimostrato di essere un campione vero. Tutti gli altri, da Lorbek a Sada, da Tomic a Wallace, da Oleson a Navarro (in precarie condizioni fisiche, bisogna dirlo) non pervenuti: in una gara decisiva, è decisamente preoccupante.