Lorbek decisivo in finale (foto acb.com)

UPS

Erazem Lorbek (ala, Regal F.C. Barcelona): è vero che Juan Carlos Navarro ha dato alcune delle sue zampate da campione, è vero che C.J. Wallace ha avuto un ruolo sorprendentemente importante in gara4 e in gara5, è vero che Pete Mickeal ha “azzannato” gli avversari quando ne ha avuto l’opportunità ed è anche vero che le alchimie tattiche di Xavi Pascual, stavolta, ne hanno dimostrato l’abilità come tecnico; ma nel secondo titolo ACB consecutivo del Barcelona c’è molto di Lorbek, nominato giustamente MVP delle finali. Spesso accusato di rivelarsi “mollo” quando il gioco si fa duro, l’ex Bologna, Treviso e Roma ha sfoderato una serie di altissimo livello, mettendo a referto 16,6 punti, 4,6 rimbalzi e quasi 2 assist di media con il 62,8% nel tiro da due che, nel suo caso, corrisponde spesso ai letali tiri in sospensione con cui ha ripetutamente trafitto il canestro merengue. E pensare che, prima della palla a due, lo sloveno aveva accusato sintomi di stanchezza che avevano portato i medici a sconsigliarne l’impiego. Lorbek ha voluto scendere in campo ugualmente e, dopo aver deciso l’incontro con 8 punti nell’ultimo quarto, ha accusato un principio di svenimento al rientro in spogliatoio.

David Hawkins

Beşiktaş: finisce in modo trionfale la stagione delle “Aquile Nere”, che riassaporano dopo 37 anni la gioia del secondo titolo di campione di Turchia. Un successo strameritato per i ragazzi di Ataman, che hanno sempre condotto la sfida con l’Anadolu Efes, un 4-2 che è persin bugiardo nei confronti dei bianconeri. Superiore in quasi tutte le fasi del gioco il Beşiktaş deve soffrire nel finale di gara6 e può ringraziare una follia di Sasha Vujaicic che commette un vistoso fallo in attacco sulla tripla della speranza. Lo scudetto completa un triplete davvero interessante per Hawkins e compagni, che mettono in bacheca la coppa nazionale e l’Eurochallenge. Proprio il falco ex milanese è stato tra i trascinatori assoluti, la forza straripante di Mensah Bonsu, la solidità di Erceg e l’esperienza di un Carlitos Arroyo in gran forma nel finalissima gli ingredienti vincenti. Il tutto senza dimenticare il gran merito della dirigenza bianconera che ha regalato ai suoi tifosi qualche mese di puro spettacolo con Deron Williams.

Elan Chalon: anche nel basket transalpino è un momento storico, l’Elan Chalon si iscrive nell’albo delle squadre di campioni di Francia. Un successo strameritato per la squadra di coach Beugnot, i ragazzi dell’ex allenatore di Varese sono entrati in forma nel momento perfetto: prima giocando un’Eurochallenge ai limiti della perfezione (sconfitti con onore in finale dalla super corazzata Besiktas) poi nei playoff dove, dopo aver superato la paura in gara 3 contro Orleans, hanno demolito nella sfida di Bercy il pur combattivo Le Mans. Un successo di squadra quello dei borgognoni ma ha una firma che va scritta in calce sopra le altre, ovvero Blake Schilb. Splendida la finalissima disputata dal prodotto della Loyola University che ha sfruttato tutta la sua versatilità: canestri d’autore, assistenze puntuali punendo ogni raddoppio, oltre ad una leadership che lo ha visto intascarsi senza nessun dubbio il titolo di MVP. Per l’Elan una stagione indimenticabile, al trionfo in campionato va aggiunta anche la coppa di Francia vinta battendo quel Limoges di ritorno nella massima serie dopo il successo contro Boulazac nell'”antipasto” di sabato a Parigi.

Brose Baskets Bamberg: tutto come previsto – o forse anche più facile del previsto – per Bamberg, che si aggiudica ancora una volta la Bundesliga battendo stavolta in finale il sorprendente Ratiopharm Ulm. Il successo degli uomini di Chris Fleming (dato in partenza per lidi più prestigiosi) è stato netto, un 3-0 avvincente solo in gara3 quando Ulm, guidata da un indiavolato Isaiah Swann (36 punti e 5 assist), ha costretto i padroni di casa ad una lotta all’ultimo canestro, vinta comunque (97-95) con sette uomini tra i 9 ed i 16 punti e maggior freddezza nel finale. Arriva così il terzo Meisterschale consecutivo per i bavaresi, che si confermano nonostante il rilancio dell’Alba Berlino e la rinascita del Bayern Monaco.

Ettore Messina

CSKA Mosca: forse sull’onda della cocente delusione maturata in finale di Eurolega, la dirigenza dell’Armata Rossa sembra voler fare le cose ancor più in grande nella prossima stagione. Si fa un gran parlare, infatti, del budget da oltre 40 milioni di euro a disposizione per la composizione del nuovo roster (44 milioni per l’esattezza), con il ritorno di Ettore Messina in panchina a prova tangibile dei faraonici progetti in cantiere per il futuro. Rivestirà ovviamente grande importanza la volontà di Andrei Kirilenko, ma di certo stimoli e gratificazione economica non mancheranno all’ala di Iževsk, che a 31 anni suonati difficilmente troverà motivi sufficienti a giustificare nuovamente il salto verso la NBA. Chi andrà sicuramente sostituito è Ramūnas Šiškauskas, ma con simili cifre sul piatto dell’offerta i migliori giocatori europei (e molti americani) faranno la coda per portare i propri servizi alla corte di Messina. Insomma, greche, spagnole e turche sono avvertite: ai nastri di partenza della prossima Eurolega ci sarà una chiara favorita.

Asseco Prokom Gdynia: alla fine il Prokom ce l’ha fatta. Abbattendo la strenua resistenza del Trefl Sopot, la “Siena” di Polonia ha conquistato il suo nono titolo nazionale consecutivo, chiudendo con successo in gara7 (76-68) un’appassionante serie di finale. A determinare il successo dei gialloneri gli uomini di fiducia di coach Pacesas, in particolare il folletto Jerel Blassingame e l’ex trevigiano Donatas Motiejunas, autori di 40 punti, 17 rimbalzi e 4 assist in coppia rimanendo in campo ciascuno per 35’. Gli ospiti ci hanno provato con i veterani Lukasz Koszarek e Filip Dylewicz (38 punti in due), ma alla fine il fattore campo si è fatto sentire e la squadra di Karlis Muiznieks si è dovuta accontentare della “medaglia d’argento”. Resta da vedere come si muoveranno le squadre durante l’estate, ma è evidente che a Sopot non manca molto per poter interrompere la supremazia del Prokom in PLK.

DOWNS

Pubblico del Barcelona: va bene gli appassionati di sport di Barcelona sono ormai più che abituati ad assaporare il successo in diverse discipline, ma appare davvero strano che, in una metropoli come Barcellona, il Palau Blaugrana debba attendere la decisiva gara5 per un tutto esaurito (oltre 7500 presenti). L’ACB si vanta – giustamente – di poter contare sul maggior seguito di pubblico in Europa, ma il caso del Barça è davvero preoccupante: un palasport ormai obsoleto, una tifoseria di bocca buona che diserta numerose partite di stagione regolare, e per giunta le due prime gare di finale disputate con ampi vuoti (soprattutto in gara1) sugli spalti. Il tutto mentre a Madrid un numero quasi doppio di sostenitori è accorso alla Madrid Arena per gara3 e gara4, e mentre in Italia – per una volta possiamo guardare il bicchiere mezzo pieno – sia Siena che Milano hanno offerto una cornice più che degna di una finale nazionale.

Andrea Rizzi e Marco Taminelli