euroleague.net

Kostas Papanikolau (euroleague.net)

ATENE –  Il Barcellona è arrivato oggi nella capitale greca per preparare la sfida di domani contro il Panathinaikos. Reduce da 4 vittorie consecutive e ancora imbattuta in questa Top16, il Barça sta giocando la sua migliore pallacanestro. Ovviamente, insieme alla sua squadra è tornato in Grecia Kostas Papanikolaou, visto come una sorte di eroe nazionale da queste parti, dove la pallacanestro non è solo lo sport nazionale ma è una vera e propria religione. Lo abbiamo incontrato nella sua Atene, con un occhio alla Spagna e ai Mondiali di quest’estate.

Dopo 3 anni passati al Pireo e due Euroleghe vinte con l’Olympiacos, hai deciso di spostarti a Barcellona per giocare con la maglia blaugrana. E’ un cambiamento importante ma è anche un sfida. Come sono andati questi primi mesi in Spagna?

Prima di tutto devo dire che non è stata per niente una decisione semplice. Era la mia prima esperienza fuori dalla Grecia e quindi avevo molti dubbi e pensieri su questa possibilità. Ma il Barcellona mi ha fatto subito capire che mi volevano davvero. Dal primo giorno mi hanno detto che mi volevano assolutamente nel roster e non mi hanno lasciato altra scelta. Quando una squadra come il Barcellona, ti avvicina in questo modo, ha fatto si che alla fine la decisione non fosse così difficile.

Hai firmato un contratto di 3 anni ma ci sono le clausole per la NBA escape che potrebbero chiudere la tua esperienza spagnola prima del termine. Prima i Knicks, poi Portland, adesso è Houston a detenere i tuoi diritti. Si è parlato tanto di un tuo passaggio oltre-oceano ma come vivi tu questa possibile vita NBA?

La mia idea, che ho anche espresso in passato, è che io vorrei andare negli Stati Uniti per vedere quali sono le mie possibilità, per cercare di capire se ce la posso fare. Ma non è qualcosa a cui penso dalla mattina alla sera. Adesso ho un contratto con il Barcellona che devo rispettare e io voglio sempre essere un protagonista al 100%. Quando sarà il momento ci penserò ma adesso quello a cui devo pensare è il Barcellona.

Due settimane fa, sei tornato al Pireo per giocare contro la tua vecchia squadra, l’Olympiacos. Non è stata una bella partita per te ma è stata una partita eccellente per il Barça che ha portato a casa una partita importante in trasferta. Il Barça sta facendo molto bene fuori dal Palau. Qual è il vostro segreto?

Non è stato facile per me tornare in quel campo dopo tutte le esperienze, dopo tutti quegli anni passati sul quel parquet. La mia prestazione ne ha risentito sicuramente ma la cosa importante è che abbiamo portato a casa la vittoria su un campo molto difficile. Questo tipo di vittorie ti danno la sicurezza che stai lavorando nel modo giusto. Abbiamo iniziato le Top 16 con il piede giusto (4 vittorie consecutive ndr) ma è molto presto per provare a fare previsioni o per abbassare la guardia. Il formato di questo torneo è molto difficile. Ci sono moltissime partite da giocare ed è pensato in modo che vincere qualche partita in trasferta o essere vincenti in casa non basti: bisogna riuscire a imporre sempre il proprio gioco. Per adesso stiamo facendo bene ma quello che dobbiamo continuare a fare è lavorare duro.

Rispetto agli scorsi anni all’Olympiacos, il tuo ruolo con il Barça è leggermente cambiato. Ti piace giocare così o vorresti avere più tiri e responsabilità?

Faccio solo quello che mi si chiede. Se il mio coach mi chiede di prendermi più tiri io mi prendo più tiri, se mi chiede di passare la serata marcando a francobollo qualcuno io mi attacco a lui, se mi chiede di stare seduto io sto seduto. La pallacanestro è uno sport di squadra. Le individualità vengono guidate dall’allenatore per il bene della squadra ed è così che si vince.

Tra pochi giorni verrà ufficializzata la lista dei paesi che avranno una Wild Card per i mondiali. La Grecia ha una possibilità concreta di riuscire ad averne una. Credi che la Grecia riuscirà ad averla? E se così dovesse essere, sei pronto a giocare per la nazionale quest’estate?

E’ presto per dirlo. So che l’Italia e la Germania hanno rinunciato all’asta ma ci sono altre nazionali molto importanti ancora in lizza. Turchia, Russia sono tutte nazioni che potrebbero superarci. Però sono ottimista, credo che noi potremmo averne una. Nel caso dovesse arrivare questa Wild Card sono pronto a giocare per la mia nazionale. Indossare quella maglia è una delle sensazioni più belle che un giocatore possa provare.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati