CSKA MOSCA-PANATHINAIKOS ATENE 93-66 (29-21, 27-6, 21-15, 16-24)
C’era grande attesa intorno a questa sfida, per capire quanto un Panathinaikos, costantemente a corrente alternata in questa Eurolega, potesse infastidire il CSKA, per larghi tratti dominante in stagione. Se la risposta è quella data dal campo dopo soli 20 minuti, il CSKA può iniziare a prenotare l’albergo a Madrid e iniziare a pensare alle Final Four. I greci non partono neanche male, appoggiandosi spesso e volentieri su Batista, per cercare di aprire il campo al tiro da fuori, ma i problemi sono soprattutto dietro dove Diamantidis e soci non riescono ad arginare la fluidità di gioco del CSKA. Così basta una fiammata da 24-4 a cavallo della prima pausa per far volare gli uomini di Itoudis sul 51-25 e poi 56-25 all’intervallo lungo, a cui i russi arrivano tirando 22/33 dal campo e smazzando qualcosa come 19 assist. Ci sarebbe anche un secondo tempo, che diventa un lunghissimo garbage time, in cui il CSKA è anche bravo a non forzare e a non infierire chiudendo in scioltezza e permettendosi ampie rotazioni. Tra 48 ore si torna in campo e la storia dell’Eurolega è piena di serie rivoltate come un calzino ma la sensazione di forza lasciata dal CSKA è decisamente impressionante.
MVP: Non è facile scegliere il migliore in una gara di questo tipo, però Milos Teodosic lascia il segno nei 20′ in cui si gioca a basket, soprattutto in un primo tempo in cui mette a segno 10 punti per far partire la fuga del CSKA. Chiude con 18 punti, 7/9 dal campo (con 4/5 da 3) e 8 assist, in meno di 20 minuti in campo. In missione come tutto il CSKA.
FENERBAHCE-MACCABI TEL AVIV 80-72 (16-22, 22-20, 21-16, 21-14)
Si giocano due partite alla Ulker Arena. La prima di 25′ la vince in modo agile il Maccabi, grazie ad una partenza sprint (2-11, figlio di un iniziale 5/6 in 5 minuti), ad una grande difesa che toglie il fiato a Bogdanovic e Goudelock, costringendo il Fener a tiri fuori ritmo soprattutto dalla grande distanza (3/11 dopo 20 minuti), ma soprattutto grazie ai ritmi elevati tenuti in attacco e che mettono in difficoltà la difesa turca, incapace di trovare le contromisure ad un Pargo irreale per oltre 20 minuti (19 punti con 7/11 dal campo), bravo a creare per sè e per i compagni (8 assist per lui). Toccato il massimo vantaggio sul 43-54 improvvisamente il Maccabi si ferma, o meglio il Fenerbahce dal nulla e con le spalle al muro si desta ed inizia così un’altra sfida di 15′, dominata dagli uomini di Obradovic. E’ Zoric che quasi da solo firma il parziale di 16-4 in chiusura di terzo quarto, che rivolta la gara come un calzino e che regala il primo vantaggio del match ai turchi. Improvvisamente il Fener rende impossibile la circolazione di palla del Maccabi, che non vede più il canestro, e subisce quasi inerme la fisicità di Vesely, che firma una gara da incorniciare con 23 punti e 7 rimbalzi. Nel finale si iscrive al match anche il silente Goudelock e gli uomini di Obradovic toccano anche il +10 che gli permette di amministrare il finale.
MVP: premio diviso a due tra Nemanja Bjelica e Jan Vesely. Se il Fener non crolla nel primo tempo il merito è soprattutto di loro due, che si prendono tutte le responsabilità in un primo tempo in cui segnano 23 dei 39 punti dei turchi, a cui Bjelica aggiunge anche 9 rimbalzi (che alla fine saranno 12). Vesely è dominante sotto canestro per tutto il match, firmando una gara da 23 punti con 11/14 da 2, o meglio da sotto canestro.
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