Alessandro Gentile, trascinatore nella ripresa (Foto: Savino Paolella)

Gentile al tiro contro Sassari. Resterà ancora una volta solo l’Italia come terreno di conquista per entrambe le squadre? (Foto: Savino Paolella)

Dieci partite, una vittoria. Non si può certo dire che il primo mese di Eurolega sia stato trionfale per il basket italiano. Anzi diciamolo pure, è stato proprio un pianto greco, e va bene Spagna, Grecia e Turchia, la Germania ormai all’avanguardia, ma anche le due squadre francesi hanno fatto meglio di noi, con lo Strasburgo che si è anche portato a casa gli scalpi di Fener e Real. 

Nel video gli highlights di EA7-Vitoria. Era il 16 ottobre e dopo un mese è rimasta l’unica vittoria italiana in Eurolega.

Lasciamo perdere il confronto con gli altri che è abbastanza imbarazzante ma un dato di fatto è da rimarcare, la Siena tanto bistrattata che “non vince mai in Europa” è stata l’ultima squadra italiana ad aver giocato le Final Four oltre che l’ultima ad avere (dagli avversari) lo status di grande squadra, mentre adesso, con tutto il rispetto, un Cedevita si presenta al Forum senza timori e si porta a casa la vittoria. La cosa tragica di questa stagione è proprio il fatto che le premesse per una bella stagione europea erano ben altre, soprattutto dopo i sorteggi che avevano apparecchiato due gironi che potevano portare ad un passaggio alle Top16 non troppo complicato. Ed invece a metà novembre stiamo già analizzando una stagione negativa che, miracoli a parte, ci porterà a febbraio a guardare l’Eurolega da spettatori.

(Foto Savino PAOLELLA 2015)

Simon è uno dei giocatori che sta deludendo di più in questa prima fase dell’Eurolega (Foto Savino PAOLELLA 2015)

Milano era anche partita bene contro Vitoria, ha tenuto botta 3 quarti ad Istanbul, era avanti contro l’Olympiakos fino a due minuti dalla fine, ma nelle ultime due settimane quella che sembrava una costante crescita si è trasformata in un incubo. Due sconfitte pesantissime, nel gioco, nel risultato e nelle prospettive future, arrivate contro due squadre dirette avversarie per il passaggio alle Top16. Gli alibi ad inizio stagione erano tutti validi eppure Milano giocava meglio su entrambe le metà del campo ma soprattutto sembrava avesse un’idea di gioco nella metà campo offensiva, non più legata al talento dei singoli come avvenuto nelle ultime due stagioni. Invece la squadra ha avuto una inaspettata involuzione tecnico-tattica riproponendo vecchi difetti, palleggi sul posto, attacco statico, isolamenti, con la differenza che adesso forse il solo Gentile è in grado di fare pentole e coperchi.

Le ultime due uscite europee di Milano hanno lasciato molti dubbi negli addetti ai lavori e tanta preoccupazione (per utilizzare un eufemismo) tra i tifosi.

(Foto Savino Paolella 2015)

Per Repesa le prossime partite potrebbero essere decisive per il suo futuro a Milano (Foto Savino Paolella 2015)

L’immagine lasciata da Milano nelle ultime 2 uscite europee è desolante ed in tutte le zone del campo. Il backcourt? Ok Cinciarini è uscito fisicamente a pezzi dall’estate, la rottura del setto nasale non ha aiutato, ma la sua involuzione è preoccupante. Siamo passati dalla sicurezza degli ultimi playoff ad un giocatore quasi impaurito di prendere qualsiasi soluzione e la mancanza di un backup solido ma soprattutto esperto sta amplificando il problema. Jenkins e Lafayette sono due buoni giocatori ma non possono iniziare a fare i leader dopo una carriera da comprimari. Da questo punto di vista quello che stupisce di più è la stagione di Simon, uno che in Europa ha giocato da protagonista in diverse squadre, ma che non sta dando quello per cui era stato acquistato: leadership, intensità, esperienza e punti veloci uscendo dalla panchina. Poi sotto canestro la situazione è quasi paradossale, perché Milano sembra coperta ed in grado di mettere in campo diverse soluzioni tattiche ma l’assenza di Milan Macvan in Francia ha mostrato preoccupanti falle e l’incapacità di McLean e Lawal di dare le giuste garanzie. L’ex Alba merita forse un discorso a parte perché il suo arrivo era stato sottolineato come un gran colpo (e rimaniamo convinti che sia così) ma in Europa, dopo la bella stagione in Germania, sta accusando una specie di crisi di maturità non riuscendo a fare il salto di qualità definitivo e non garantendo quel contributo che, invece, in Italia sta riuscendo a produrre. Tutto da buttare quindi? No, perché le belle prestazioni delle prime tre partite non possono esse un caso, la definitiva esplosione di Gentile è senza dubbio qualcosa da cui costruire e poi la situazione del gruppo che resta quanto mai fluida e lascia ancora aperte le speranze, anche se le prime due sfide del ritorno diventano decisive. E sembra che possano esserlo anche per coach Repesa che dalla Croazia danno già sulla porta e con le valigie in mano con, udite udite, Simone Pianigiani pronto a subentrare ed a coronare, con qualche anno di ritardo, un vecchio sogno di Livio Proli. Una cura che, a nostro avviso, può essere peggiore della malattia perchè avviene a Novembre con la stagione europea ormai compromessa ma che potrebbe avere contraccolpi anche sulla stagione italiana.

Openjobmetis Varese - Banco di Sardegna Sassari

Non un momento facile per Meo Sacchetti e Sassari (foto di Claudio Devizzi)

Discorso leggermente diverso per Sassari che rischia di uscire nuovamente con le ossa rotte dall’ Eurolega. Nel caso dei sardi il problema riteniamo possa essere di pura e semplice programmazione. Il sistema-Sacchetti richiede una grande applicazione di squadra e soprattutto una grande fiducia reciproca tra i giocatori. Aspetti che si costruiscono giocando insieme, sbagliando insieme e crescendo, cosa che le squadre di Sacchetti fanno sempre nel corso della stagione. Se si vuole avere una chance in Europa bisogna anche ragionare su questi aspetti perché guardando le partite di Sassari è palese una mancanza di continuità e la difficoltà della squadra a giocare un certo tipo di basket, non diciamo per 40′, ma anche solo per 10′-15′. Molti dicono che la prima sconfitta ad Istanbul è stata uno spartiacque perché la squadra ha perso fiducia nei propri mezzi e alle prime difficoltà si blocca. A nostro avviso anche quella partita è un segnale della mancanza di abitudine e di conoscenza reciproca tra i giocatori, perché è vero che Sassari è sempre stata davanti ma non ha mai dato la sensazione di avere in mano il match, che poi ha perso per episodi ma non solo. Refrain simile, in parte, anche a Tel Aviv, dove nel primo tempo i sardi avevano dato l’impressione di avere le carte per portare a casa il match, ed anche in casa con Bamberg dove però al momento migliore è corrisposto un black-out che ha chiuso il match. E non menzioniamo neanche il terribile break subito contro Malaga al rientro dagli spogliatoi.

La prima sconfitta di Sassari con il Darussafaka: spartiacque oppure segnale delle difficoltà tecnico-tattiche dei sardi.

David Logan (Foto R.Caruso 2015)

Anche Logan sembra in difficoltà in questo inizio di stagione, ma la sua leadership è fondamentale per la DInamo (Foto R.Caruso 2015)

Sassari aveva costruito un bellissimo gruppo nel finale della scorsa stagione ma soprattutto la squadra sembrava aver trovato su entrambe le metà del campo le chiavi per essere dominante (in Italia). Quel giocattolo è stato smontato tenendo i senatori italiani e il vero leader David Logan, ma al loro fianco sono stati inseriti ottimi giocatori che però hanno, chi più chi meno, qualcosa che non va. Varnado, in fieri potenziale crack per qualità fisiche e atletiche, non riesce a dare il suo contributo per cronici problemi di falli e non avendo veri cambi di ruolo crea non pochi problemi dal punto di vista tattico; Alexander, uscito da una lunga serie di infortuni, aveva disputato un’ottima stagione a Tel Aviv ma ora sembra non riuscire a mettere a disposizione il suo talento; Haynes sguazza nel sistema Sacchetti con il suo istinto da attaccante, peccato che ora a Sassari serva qualcosa di diverso per trovare equilibri al momento sconosciuti, che Stipcevic riesce anche a garantire ma è un comprimario e non può far fare il salto di qualità alla squadra; Petway è forse il problema maggiore perché a Sassari gli viene chiesto di essere quello che non è mai stato, un leader offensivo e difensivo, cosa che sta creando problemi alla squadra ed anche a lui, che fatica ad esprimersi su livelli anche solo sufficienti. Eyenga è uno dei pochi che sta dando il suo contributo su entrambe le metà del campo, ma Sassari non può affidarsi sempre e solo alle sue giocate e alle fiammate di Logan ed Haynes. Sassari fatica anche in Italia contro le squadre meglio attrezzate, ma questa non è una novità in questo momento della stagione, il problema è che il destino europeo si costruisce nei primi tre mesi della stagione sportiva e ripartire da zero ogni anno non aiuta a fare tanta strada.

Per assurdo che possa essere, anche il cammino di Sassari non è compromesso anzi, pur essendo ancora a secco di vittorie, forse potrebbe essere anche più semplice di quello di Milano, perchè i sardi hanno tre gare interne e due di queste contro le dirette avversarie Darussafaka e Maccabi. Insomma se arrivasse una vittoria che possa dare sicurezza alla squadra, forse Sassari potrebbe ancora raddrizzare questa stagione europea. Troppe ipotesi? Forse ma in questo momento negativo non resta che attaccarsi a queste speranze.


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