eurolega laboLe Final Four delle sorprese ed il Laboral Kutxa Vitoria di Perasovic è senza dubbio una di queste, se non la più grossa considerando roster ed investimenti, ma soprattutto pensando alla scorsa stagione quando la squadra, inizialmente affidata a Marco Crespi, passò attraverso tagli e cambi di allenatore, con una corsa alle Top16 molto complicata. Affidata a Velimir Persovic la squadra ha subito fatto vedere uno dei basket più divertenti ed efficaci d’Europa e si presenta a Berlino senza nulla da perdere.

Perasovic, allenatore del Laboral Kutxa Vitoria

Perasovic, allenatore del Laboral Kutxa Vitoria (foto: Savino Paolella)

LA STAGIONE – Inserita nel gruppo forse più semplice, lo stesso dell’Olimpia Milano, doveva lottare proprio con le scarpette rosse per il passaggio del turno è l’esordio, difficile e complicato nonostante il punteggio finale, al Forum di Assago non lasciava presagire niente di buono. Ed invece 3 vittorie consecutive unite ad un livello del gruppo molto basso hanno regalato una comoda qualificazione alle Top16, anche se il terzo posto finale consegnava Bourousis e soci al girone della morte, quello con CSKA, Real, Barcelona e Olympiakos. Ottenere il pass per i playoff in questa compagnia non era certo semplice, ma i baschi hanno improvvisamente alzato il loro livello di gioco, non si sono scoraggiati di fronte alla prima sconfitta interna della stagione contro l’Olympiakos ed hanno prodotto 5 vittorie consecutive che li hanno addirittura portati al primo posto del girone. Il turning point della stagione è stata sicuramente la vittoria interna contro il CSKA Mosca, in una gara che poteva significare la fine dei giochi, dopo due sconfitte consecutive. Invece il Laboral ha prodotto una gara difensiva da cineteca tenendo a 70 punti il miglior attacco d’Europa e mandando un segnale soprattutto alle altre due squadre spagnole, che nel giro di 7 giorni sono state entrambe battute a domicilio. Nel girone di ritorno Vitoria ha amministrato la situazione togliendosi però lo sfizio di battere ancora una volta Real (con la famosa tripla di Bertans allo scadere) e Barça, andando a strappare un importantissimo secondo posto alle spalle del CSKA e trovando ai playoff il Panathinaikos. Qui, se mai ce ne fosse stato bisogno, la squadra di Perasovic ha dimostrato di avere qualcosa di speciale, perché senza Causer, Shengelia ed Hanga ha saputo trovare risorse inaspettate per rifilare un incredibile 3-0 ai greci e volando meritatamente alle Final Four.

IL ROSTER – Squadra costruita per difendere forte e giocare in velocità, ma capace di abbassare e alzare i ritmi della gara a seconda dei giocatori in campo. Lasciata andare la bandiera San Emeterio, Perasovic ha puntato forte sulla voglia di riscatto di Ioannis Bourousis che aveva vinto da comprimario la coppa con il Real, ha portato a Vitoria un esterno di esperienza e che non tradisce mai come Jaka Blazic e rimpolpato il reparto lunghi con i muscoli di Darko Planinic. Per il resto il coach croato si è affidato alla crescita di giocatori giovani come Ilimane Diop, Davis Bertans e Mike James, unite come sempre all’esperienza di Tillie e al carisma infinito di Fabian Causeur, giocatore che segmenta ma che tutti vorrebbero nella propria squadra, oltre all’energia di Darius Adams, senza trascurare il cavallo di ritorno (da Avellino) Adam Hanga, sicuramente una delle sorprese della stagione.

L’UOMO CHIAVE – Più scontato di una tripla di Steph Curry, non ci sono dubbi nel nominare Ioannis Bourousis uomo chiave del Laboral. Il greco ha dimostrato con i fatti di non essere finito, come qualcuno troppo frettolosamente pensava a Madrid, giocando, numeri alla mano, la sua miglior stagione in Eurolega, mettendo a referto 14.6 punti in poco più di 25 minuti passati sul parquet, con quasi 9 rimbalzi a partita, 83% ai liberi, il 37.3% da 3 punti e 2.3 assist a partita. Proprio questi ultimi 3 dati danno una misura della sua importanza strategica nel gioco del Laboral, perché Ioannis si è fatto carico di molte responsabilità nei finali di gara, subendo falli e segnando tiri liberi importanti, mentre le sue percentuali da 3 hanno costretto spesso e volentieri le difese avversarie ad adeguarsi sui pick&pop subendo spesso le penetrazioni di esterni molto atletici, inclusi Adams e James. Infine le sue mani delicatissime costringono la difesa a non esagerare con i raddoppi quando riceve palla in post, perché la sua visione di gioco gli permette di aprire il campo e regalare facili conclusioni piedi a terra da dietro l’arco. Bourousis ha completato la sua vendetta ed a distanza di 12 mesi si ripresenta alle Final Four sicuro di giocarle da grande protagonista.

LA SORPRESA – In questo caso la scelta è più complicata perchè di giocatori “normali” diventati eroi il Laboral ne ha fin troppi. Basti pensare a Davis Bertans, infortunato ad inizio stagione ma che nelle Top16 è stato spesso decisivo, oppure lo stesso Hanga importantissimo in difesa ma anche e soprattutto in attacco, sia per la sua capacità di attaccare il ferro che per la sua attitudine a rimbalzo. Ma la vera sorpresa, se così si può chiamare, è la definitiva esplosione a livello europeo di Mike James, che lo vogliamo ricordare due anni fa giocava ad Omegna nella nostra A2 Silver. Giocatore fisicamente strabordante, nonostante un’altezza “normale”, Mike ha lavorato tantissimo sul suo ball handling e sul suo tiro da fuori, riducendo drasticamente le palle perse (solo 1 per gara) e portando a quasi il 40% le sue percentuali nel tiro da fuori, mantenendosi pericoloso a rimbalzo e arrivando a quasi 3 assist a partita. Perasovic lo utilizza spesso e volentieri come uomo di rottura dalla panchina, per tenere i ritmi alti anche con la second unit e lui ha sempre risposto presente risultando decisivo in più di una partita.

(Foto di Savino PAOLELLA 2015)

Mike James (Foto di Savino PAOLELLA 2015)

COME GIOCA – La sensazione vedendo giocare il Laboral quest’anno è che giochi a memoria, che tutti sappiano quando aumentare il ritmo o rallentare le operazioni, affidarsi ad un tiro da fuori, che in casa ha sempre funzionato molto bene (oltre il 40% in stagione), oppure servire nel pitturato Bourousis. Il Baskonia in casa è una sentenza, ha perso una volta sola, contro l’Olympiakos nella prima fase, battendo Real, Barça ed anche CSKA Mosca, giocando un basket spumeggiante che flirta con i 90 punti a partita (seconda in Europa per punti segnati nelle gare interne). Ma la squadra di Perasovic non è solo attacco, anzi le vittorie più importanti sono proprio arrivate grazie ad una difesa che forza quasi 14 palle perse a partita per produrre facili punti in contropiede. A difesa schierata spesso e volentieri è Bourousis la testa di ponte che si utilizza o con i pick&pop centrali, oppure servendolo sotto canestro dove il greco può lavorare spalle a canestro oppure aprire il campo per il tiro da fuori o dalla media, ma anche e soprattutto per le penetrazioni di Adams, Hanga e James, bravissimi ad attaccare il ferro quando la difesa è sbilanciata. Vitoria paga a volte cali di concentrazione che costano dei break importanti, soprattutto per un attacco spesso elettrizzante e che si fida troppo del tiro da fuori (oltre 26 tentativi a partita), ma proprio una partita ad alti possessi è quello che il Baskonia cerca per sfruttare al massimo le sue armi.

AMBIZIONI A BERLINO Saremmo falsi se indicassimo nel Baskonia la favorita di Berlino, ma lo saremmo anche se non dicessimo che i baschi hanno raccolto moltissimi consensi nel corso della stagione tra il pubblico neutrale. In molti hanno fatto il paragone con il Maccabi 2013/14 e la storia potrebbe anche ripetersi visto che in semifinale si troveranno di fronte proprio la squadra ritenuta da tutti favorita, il Fenerbahce di Obradovic (così come il Maccabi aveva di fronte il CSKA di Messina a Milano). In una gara secca può succedere di tutto, Perasovic lo sa bene, ed il sistema di gioco del Vitoria sembra fatto ad hoc per turbare i sonni di Obradovic. Piccolo problema, soprattutto in ottica finale, potrebbe essere il recupero fisico di una squadra che ha diversi acciaccati o giocatori come Hanga rientrati da poco da un infortunio, senza dimenticare che è ancora in forte dubbio per i cronici problemi alla schiena Fabien Causeur.


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