Nando De Colo, glaciale ai liberi con un 12/12 (Fabrizio Stefanini 2015)

Ennesima prestazione monstre di Nando De Colo (Fabrizio Stefanini 2015)

Nando De Colo (CSKA Mosca) – È diventato quasi stucchevole tessere le lodi del giocatore francese, ormai diventato vera e propria star europea oltre che leader indiscusso del CSKA di Itoudis. In una gara facile sulla carta ma diventata difficile e complicata, lui si accende all’improvviso a cavallo della pausa lunga, mettendo insieme l’ennesima gara scintillante della sua stagione europea, con 26 punti 8/11 al tiro, 7 rimbalzi e 3 assist.

(Foto di Savino PAOLELLA 2015)

Un Mike James fenomenale nel successo di Vitoria sul Real (Foto di Savino PAOLELLA 2015)

Mike James (Laboral Kutxa Vitoria) – Una serata da sogno per lui e Vitoria, che accede ai quarti, è sicura del secondo posto e del fattore campo e mette in seria difficoltà il Real Madrid. Che Mike fosse un gran marcatore e che “sentisse” il canestro l’avevamo capito anche in A2 Silver due anni fa, quando giocava ad Omegna. Quello che forse nessuno immaginava era che potesse prendere in mano una squadra in Eurolega e pilotarla alla vittoria, in una sfida decisiva come quella contro il Real. Forse 6/6 da 3 punti in Eurolega non li farà mai più ma per una sera l’eroe è lui. Chiude con 27 punti, aggungendo anche 4 rimbalzi e 4 assist.

Luigi Datome (Fenerbahce) – Altra partita da leader per Gigi, in una sfida senza importanza per il Fener ma che, dal punto di vista psicologico, valeva tantissimo dopo la scoppola di Zagabria. Anche per Datome che proprio in Croazia aveva giocato la peggiore gara della stagione. Reazione da grande campione, con una gara da 24 punti e 7 rimbalzi, in cui la sua classe viene fuori soprattutto nel terzo quarto quando insieme a Bogdanovic è l’artefice del break che di fatto decide la gara, nonostante la folla rimonta finale del Efes, frustrata guarda caso da due liberi di Datome proprio sulla sirena.

James Augustine (Khimki Region Moscow) – Il Khimki diventa padrone del proprio destino (ma servirà vincere a Madrid) mettendo spalle al muro e con un piede fuori dall’Europa l’Olympiakos grazie ad una prestazione monstre di Shved ma soprattutto di Augustine, che inscena un gran duello con Hunter, da cui ne esce vincitore con una prestazione da 90% al tiro e 18 punti, oltre a 10 rimbalzi e 3 assist. La sua capacità di uscire dall’area per prendersi dei “long-two” oltre al suo innato timing a rimbalzo, hanno creato non pochi problemi alla difesa greca ed aperto l’area alle scorribande degli esterni russi.

(Foto di Savino PAOLELLA 2015)

Bourousis in viaggio verso il titolo di MVP stagionale (Foto di Savino PAOLELLA 2015)

Ioannis Bourousis (Laboral Kutxa Vitoria) – La vendetta è un piatto che va consumato freddo. Bourousis l’ha gustato freddissimo, aspettando l’ultimo quarto della sfida della Fernando Buesa per far vedere a Laso di cosa è ancora capace su un campo da basket. È lui l’ago della bilancia su entrambe le metà del campo, che fa girare la partita nel finale verso Vitoria, chiedendo palla in post e prendendosi tutte le responsabilità che il suo blasone impone. Altra serata da MVP con 25 punti, 10 rimbalzi, 3 assist e 3 recuperi, in una stagione che potrebbe tranquillamente incoronarlo come miglior giocatore dell’anno.

Sesto Uomo: Dimitris Diamantidis (Panathinaikos) – Non potevamo esimerci dal menzionare l’uomo della settimana, il nuovo Euroleague Legend, ormai giunto alle ultime curve della sua immensa carriera. Gli dedichiamo lo spazio di Sesto uomo della settimana perché, proprio in questo ruolo, si è saputo ritagliare un ruolo da protagonista in questa stagione trascinando ai playoff, da vero leader la sua squadra. Nella sfida decisiva contro il Cedevita ha messo insieme 10 punti, 6 rimbalzi e 3 assist, chiudendo con la miglior valutazione della sua squadra. Chissà che la sua carriera non possa chiudersi con l’ultima recita alle Final Four di Berlino.

Allenatore: Velimir Perasovic (Laboral Kutxa Vitoria) – Che il premio di miglior allenatore dell’anno toccasse a lui lo si sapeva già 3 mesi fa, quando il Laboral aveva conquistato agilmente il pass alle Top16. Ma quello che la squadra di Perasovic ha saputo fare nella seconda parte della stagione ha dell’incredibile e gran merito lo si deve a lui. Una squadra “normale”, che nelle ultime settimane ha dovuto fare a meno anche del suo leader, Causeur, e dell’unico cambio credibile per i lunghi, Diop, è riuscita a qualificarsi con un turno di anticipo, a strappare il secondo posto, ma soprattutto a mettere in crisi Barcelona, Real ed Olympiakos, tanto che almeno una di queste resterà fuori dai playoff. Chapeau.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati