Livio Proli B&W

Livio Proli, meritatamente Executive of the Year (foto di Savino Paolella@2013)

Ricevendo notizia della nomina ad Executive of the Year di Livio Proli, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: ecco l’ennesimo gesto di riverenza da parte di Bertomeu verso l’Olimpia Milano ed il suo ricco salvadanaio! Dopo la Licenza A regalata due anni fa e le Final Four 2014 ecco il terzo regalo impacchettato a Barcellona con destinazione Milano…

Ci saranno stati decine di manager meritevoli di quel titolo, primo fa tutti Shimon Mizrahi che oltretutto non ha mai ricevuto tale onorificenza nonostante il premio, oggi intitolato alla memoria dell’avvocato Porelli, sia stato istituito nel 2004-05 l’anno del back-to-back dei maccabei. Ma dopo il sesto titolo continentale ed il premio, sacrosanto, a David Blatt come Coach of the Year, forse era giusto premiare un altra società. Allora se non Milano chi? Il Galatasaray che, nonostante una stagione costellata da mille infortuni, ha portato a casa i playoff. Inoltre, durante le finali milanesi, i giallorossi di Istanbul sono stati accolti in udienza privata dal board Uleb per ottenere una wild card che non è arrivata. Quindi chi resta? Il Panathinaikos che, in corsa, ha affidato la panchina all’inesperto Alvertis rischiando di fare un salto nel buio ed invece è arrivato a gara 5 dei playoff contro il lanciatissimo Cska. No, escluso il Maccabi nessuna società meritava quanto l’EA7 Milano questo titolo e Livio Proli, poco importa se non è uomo di basket e se nel tempo ha sbagliato alcuni assistenti, è a tutti gli effetti il miglior dirigente europeo della stagione appena conclusa.

Proli & Banchi (Foto Savino Paolella 2013)

Dopo gli “anni sfortunati con Scariolo”, Proli ha fatto la scelta giusta con Banchi (Foto Savino Paolella 2013)

Al di la dei risultati sul campo, con i quarti conquistati per la prima volta nel nuovo millennio e le Final Four svanite per un soffio contro i futuri campioni del Maccabi, il grande lavoro della società meneghina è stato fatto nel riportare la voglia di basket in una città come Milano. I 3300 spettatori del 7 Dicembre 2012 (sconfitta per mano dello Zalgiris Kaunas) sono un lontano ricordo: durante l’ultima finale playoff con Siena i biglietti sono stati esauriti in circa due ore sia in occasione di gara 5 che di gara 7, senza dimenticare i sold-out delle Top16 e delle due gare di play-off contro il Maccabi. L’obbiettivo ora è far si che i modaioli diventino il nuovo zoccolo duro del tifo Olimpia.

Certo il lavoro sarà in salita, con un mercato partito non certo con il piede giusto: via tra le polemiche Langford, via pure l’eroe del 26esimo scudetto Jerrells, Melli che ha richieste dall’estero, il rinnovo e le troppe attenzioni riservate a Gentile che hanno fatto storcere il naso a più di un compagno, Moss che potrebbe uscire dal contratto per scappare dal fisco italiano. I grattacapi non mancheranno nell’allestimento del nuovo roster chiamato ad aprire un nuovo ciclo tutto Scarpette Rosse. Intanto la prima mossa sarà Joe Ragland da Cantù, seguita a breve dall’annuncio della nuova guardia (voci su un offerta a Drake Diener). Ma dalla Turchia arrivano voci non sappiamo quanto fondate di Bo McCalebb incerto tra Milano e Kazan per un assetto con due guardie intercambiabili extrasmall.

Di certo il telefono di Proli, oltre che per le congratulazioni per il premio di Executive of the Year, è preso d’assalto da tutti gli agenti del Vecchio Continente!


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