CSKA MOSCA

Teodosic – Il grande assente. Gioca una partita che avrebbe faticato a materializzarsi anche nel peggiore degli incubi. Primi punti, dalla lunetta, al ’32. Sempre succube dell’aggressività dei greci, spezza il ritmo dei suoi e li condanna con la peggior partita in carriera. 3

Khryapa – Un avvio promettente che non si traduce nella prestazione che ci si aspetterebbe da lui. Soffre tremendamente la vivacità dei lunghi avversari, non riesce mai a costruire l’angolo di passaggio e il proverbiale “alto-basso” che molto ha fruttato ai russi. 5

Weems – Nel naufragio generale è l’unico a cercare di mantenersi a galla. Quando capisce che non c’è schema che tenga prova ad attaccare sistematicamente Spanoulis guadagnandosi qualche viaggio in lunetta. Chiude in doppia cifra in un match da meno di 60 punti di squadra. 6

Krstic – In tandem con Teodosic è il peggior giocatore del Cska. Illegale a lunghi tratti in Eurolega vive una serata imbarazzante con un solo canestro dal campo, 0/4 ai liberi e la sensazione costante di inadeguatezza rispetto all’intensità difensiva degli avversari. Sovrastato. 3

Erceg – Doveva essere, insieme ai compagni di reparto, la chiave di volta del match. Come gli altri non incide minimamente, anzi, difensivamente subisce una lezione di livello assoluto da Hines e soci. 4

Kaun – Il tandem Kaun-Krstic mette assieme 9 punti nella sfida che li avrebbe dovuti vedere protagonisti assoluti sotto le plance. Hines e Antic sono un rebus irrisolto e il pick’n roll di Spanoulis lo vede perennemente in ritardo nei recuperi. 4

Micov – Intangibile la sua presenza in campo. 4,5

Jackson – Premiato dalla partenza in quintetto disputa un primo tempo disastroso fatto di palle perse, falli ingenui e sofferenza nella metà campo difensiva. Si riscatta, solo parzialmente, nel tentativo di rimonta disperato in cui prova ad accelerare i tempi e prendersi responsabilità. 5

Papaloukas – Il modo migliore per non farsi rimpiangere dai propri vecchi tifosi. Come per Teodosic i raddoppi sistematici sul pick’n roll e l’aggressività costante gli fanno perder la bussola. Tra palle perse e falli fatti è un fallimento totale. 4

Coach Messina – Tradito dai senatori, dagli uomini che un allenatore, legittimamente, considera di sicuro affidamento, vede scivolar di mano una finale che i più consideravano in cassaforte. La pressione forsennata sulla palla dell’Olympiacos toglie ossigeno al suo gioco e dalla lavagna non esce uno schema buono per cambiare l’inerzia. 5

OLYMPIACOS PIREO

Spanoulis – Non è una prestazione degna di un duplice MVP di Eurolega ma la sua sola presenza dà sicurezza alla squadra. Rientra nel terzo periodo, quando il Cska pare potersi avvicinare, e rimette in carreggiata il match. 6,5

Papanikolaou – Due falli prematuri lo tolgono presto dal match. Aggressivo, forse fin troppo, non trova fortuna in attacco ma limita con profitto gli attaccanti russi. 6

Powell – Il peggiore tra i biancorossi, fortemente condizionato dai falli, unico elemento avulso dal gioco di squadra, estemporaneo nel cercare, senza trovarlo, il canestro. 4,5

Printezis – In avvio pare essere il castigatore di un anno fa con sei punti in un amen che lanciano l’assolo greco. Alla distanza, quando il match si fa ruvido, perde efficacia in attacco ma trova il modo di rendersi utile a rimbalzo e negli aiuti difensivi. 6,5

Hines – Autentico mattatore del match. Poteva essere il punto debole (come un anno fa) è diventato il punto di forza. Fa tante cose e le fa tutte bene. Intensità difensiva sia nel pitturato che in aiuto sui blocchi. Energia in attacco, tanti extrapossessi con relative conversioni. Onnipresente. 9

Law – Mette la propria energia a servizio della squadra senza perdere la bussola, contenendo le forzature e dando quadratura al quintetto. Bene in fase difensiva chiude la partita senza macchie. 7

Antic – Solo un Hines strepitoso gli toglie la palma di man of the match. Playmaker aggiunto quando sul pick’n roll resta alto in punta e trova modo di far circolare palla o di punire i ritardi con una mano sopraffina. Doppia cifra di valore assoluto e prestazione qualitativamente straordinaria. 8

Perperoglou – Il primo allungo è figlio di una sua prestazione difensiva commuovente. E’ la mano che fa perdere l’orientamento ai vari Teodosic, Papaloukas e Weems con la partita ancora in bilico. Dopo il riposo lungo trova il modo di rendersi utile anche in attacco. 7,5

Sloukas – Avvio pulito sia in gestione che in finalizzazione con scelte ineccepibili e spesso ripagate. Alla distanza cala in precisione ma resta sul pezzo sia in marcatura che in gestione. 6

Shermadini – Il georgiano che non ti aspetti si presenta con il gioco da tre punti che propizia la fuga. Qualche ingenuità quando potrebbe costar cara (antisportivo) rimediata dal lavoro sporco sotto le plance. 6

Coach Bartzokas – Architetta la partita perfetta per interpretazione, scelte e intensità. Capisce che l’unico modo per vincerla è togliere ritmo al Cska inibendo un gioco profondo. Come fare? Raddoppio quasi sistematico sul pick’n roll, pressione asfissiante sulla palla e, nel dubbio, meglio andare in bonus presto che mettere in ritmo l’avversario. Il Cska non ci capisce nulla e chiude con 52 punti. 8