il nuovo d.s. della Tezenis Giuliani

Alessandro Giuliani è atterrato a Orlando. Partenza da Verona, scalo a Londra. Due settimane negli States, tanto lavoro, tante idee. «L’obiettivo del mio viaggio in America – evidenzia Giuliani dalla Florida – è soprattutto quello di vedere o rivedere dal vivo giocatori scoutizzati durante la scorsa stagione, riscoprire quelli magari visti uno o due anni fa, conoscere facce nuove, aggiornarsi, aumentare i contatti.

E cercare i due USA per la prossima stagione». Giuliani sarà ad Orlando fino al 12, quindi si trasferirà a Las Vegas fino al 22 luglio. «Potrò visionare tutte le squadre NBA che testano le loro scelte e che provano anche giocatori della D-League o quelli che hanno giocato in Europa. Ad Orlando inoltre, grazie ai buoni rapporti coi Pistons, potrò assistere agli allenamenti di Detroit che nel roster hanno dei rookies interessanti». Otto squadre in campo a Orlando, ventidue a Las Vegas per la Summer League in due arene spettacolari. Il materiale non manca. «Qui ci sono scout e agenti che arrivano da tutto il mondo, allenatori e manager alla ricerca dei futuri atleti per i loro roster. Se hai la fortuna di avere buoni contatti puoi anche conoscere direttamente i giocatori, portarli a cena per fare due chiacchiere e conoscerli non solo tecnicamente ma anche sotto il profilo strettamente umano e caratteriale».

Il campo di osservazione è ben definito. «Abbiamo scelto di sistemare i due americani sul perimetro, cercherò quindi due guardie che sappiano creare gioco per loro stessi ma che siano bravi anche a crearne per i compagni. L’idea con Ramagli, che lavorerà coi video dall’Italia, è di mettere due combo-guard che possano essere impiegati sia da play che da guardia ed innescare gli altri. Guardie con punti nelle mani, come la LegaDue ha sempre suggerito. Il campionato è stato vinto negli anni da squadre con americani nel ruolo di esterno. Vedi Reggio Emilia e Brindisi, così come Venezia e Casale Monferrato due anni fa. Nomi? Prematuro farne. Ci stiamo muovendo a 360 gradi, monitorando giocatori che hanno già militato in Europa e rookies appena usciti dal college che hanno fame e voglia di mettere in mostra il loro talento».

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