Di seguito le dichiarazioni di Marco Spanghero, play della Tezenis Verona, presentato alla stampa venerdì mattina, 24 luglio, al PalaOlimpia.
«Ho voglia di responsabilità, le ho sempre cercate e me le sono sempre prese. Adesso ne avrò forse ancora di più, ma sento il desiderio di averle addosso. A volte per fare un passo in avanti bisogna prendere la rincorsa, da qui la scelta di una piazza come Verona. Ho tanta voglia di far bene e di giocare una grande stagione con la Tezenis. Verona è un nome importante per la pallacanestro italiana. Nella mia decisione è stato fondamentale però anche Crespi, un allenatore di Eurolega, che mi ha trasmesso una gran voglia nel guidarmi verso un salto di qualità ulteriore. Anche per questo sono assolutamente convinto della mia decisione, non ho mai avuto dubbi. Non ho la supponenza di dover per forza stare sempre in Serie A. Le mie quattro caratteristiche principali? Intanto il tiro da tre punti, non puoi essere un play se non ce l’hai nel tuo bagaglio. Poi direi la voglia di vincere, che non è quella solita che può spingerti a provare a portare a casa la partita come è naturale che sia. Io mi arrabbio e trasformo tutto in cattiveria agonistica anche per fare la cosa giusta al momento giusto. Terzo direi l’istinto, a cui mi affido spesso e volentieri. Infine l’esperienza, anche se ho solo 24 anni ho già giocato campionati importanti, accumulata ad esempio nel percorso con Trento in cui sono passato dalla B1 alla Serie A. Mi sento pronto per questa nuova sfida, cercherò di trasmettere e condividere coi miei compagni quel che ho imparato in questi anni. I miei riferimenti? Quest’anno mi è piaciuto un sacco Cinciarini, soprattutto perché è molto diverso da me. Ho cercato per questo di imparare qualcosa da lui quando ci ho giocato contro ma anche all’All Star Game. Per il resto io mi sono sempre ispirato a Pozzecco e Cavaliero, i miei due modelli. Anche se poi ogni giocatore ha le sue caratteristiche. Ai tifosi non prometto nulla, ma capisco bene l’entusiasmo che li anima. Io però sono abituato a dare le mie risposte direttamente sul campo».