Mondiali: Germania campione sulla Serbia, USA fuori dal podio +++ NBA: Heat sconfitti, i Nuggets di Jokic campioni 2023 +++

A2 Gold: Bentornato Sani, un arrivederci al Mancio.



Da Forlì a Casale: nello spazio di una settimana LNP TV passa dalla sfida di coda che ha visto la Fulgor Libertas disporre facilmente di Jesi, al duello delle zone alte tra la Junior e Brescia.

Una partita, quella in programma domenica alle 18.00 al PalaFerraris, con molti spunti interessanti: innanzitutto sarà l’occasione per riassaporare un pizzico della magia distribuita nella scorsa stagione dalla sorprendente Veroli (che anche nella nuova edizione è tornata a sorridere). In calce all’ottimo avvio della Novipiù, infatti, c’è la firma di coach Marco Ramondino, che a Casale ha portato anche Blizzard e Tomassini. Di fronte, con la maglia della Leonessa, ci saranno Cittadini e Giammò, fino a 6 mesi fa compagni di una cavalcata incredibile. Ed il gm Bartocci, altro ex verolano. Maggio è ancora lontano, ma la piemontese meno chiacchierata e più brillante dell’A2 sogna traguardi altrettanto entusiasmanti. Per una serie sfortunata di coincidenze, ospiterà la prima trasferta della Centrale del Latte, imbattuta in casa e, complici i recuperi, attesa da un tour de force che la costringerà a giocare 7 partite nello spazio di 29 giorni.

Non sarà un novembre facile neppure per Torino e il calendario (simile a quello bresciano) non è l’unico e probabilmente neppure il principale motivo di preoccupazione. I problemi al gomito sinistro di Stefano Mancinelli, infatti, hanno richiesto una sosta in sala operatoria, inconveniente che getta ulteriori ombre su un avvio già stentato. Domenica al PalaRuffini sarà di scena Forlì, che come la Manital si è sbloccata lo scorso weekend, ma in modo decisamente più convincente. Per riassumere una partita finita con 35 punti di scarto dovrebbe bastare il punteggio: quando il divario è di simile portata, distinguere i meriti dai demeriti è impresa ardua, a maggior ragione se l’analisi prova a concentrarsi sui singoli interpreti. Del 98-63 con cui Forlì ha liquidato Jesi, però, non rimane soltanto il risultato, perché nel modo in cui è maturato i tifosi biancorossi possono legittimamente trovare gli elementi per dimenticare il difficile avvio stagionale.

Dopo 4 sconfitte e al termine di un’altra settimana di transizione sul tema Antonutti (e connessi), al pubblico forlivese è stato sufficiente un minuto per allontanare la paura: due possessi offensivi, altrettanti giochi a due tra Becirovic (stavolta con i lodi non c’entra) e Zizic, 4-0 sul tabellone. Al binomio più atteso del campionato è bastato poco per indirizzare una sfida che non ha mai avuto storia, anche perché l’Aurora, già zoppicante, poco dopo ha perso anche l’ex Borsato. Troppo, se non altro dal punto di vista psicologico, per raffreddare il desiderio di rivincita con cui la squadra di Finelli era arrivata all’appuntamento.

@Nicolò Ulivi

@Nicolò Ulivi

Rivalsa, dopo il brutto KO interno contro Casalpusterlengo e vista l’identica striscia negativa, sognava anche coach Lasi, ma obiettivamente non era serata: dopo aver visto l’asse Miller-Maggioli piegarsi con eccessiva deferenza al cospetto degli illustri rivali, l’altro grande ex della partita ha provato a scompaginare lo spartito con il rientro di Santiangeli (ad appena 35 giorni dell’intervento d’ernia) e varie interpretazioni della zona, senza che i tentativi riuscissero neppure a scalfire le certezze avversarie. Dopo 7 minuti Zizic aveva già 12 punti a referto e alla prima pausa l’attacco dei padroni di casa poteva vantare 6 assist, ovvero più di quelli che Jesi avrebbe collezionato nell’intera serata. Il centro croato, che 5 mesi fa era agli ordini di Blatt durante il prodigioso trionfo del Maccabi al Forum di Assago, ha dominato l’area e il malcapitato Maggioli sui due lati del campo, Abbott (altra nota molto positiva) è apparso completamente recuperato dopo il terrificante scontro di Napoli e per la prima volta Forlì è sembrata una creatura veramente attrezzata per mettere paura al resto dell’A2.

Un’orchestra guidata magistralmente da Sani Becirovic, praticamente perfetto nel conciliare forma e sostanza, spettacolo ed efficacia. Un mix inimitabile (20 punti con 2 errori al tiro, 8 rimbalzi e 6 assist in appena 24 minuti) che è evidentemente un lusso per la categoria, oltre che un privilegio per chi potrà ammirarlo. Prima di invocare fantomatiche macchine del tempo, però, è giusto sottolineare come evidente sia sembrata anche l’involontaria complicità degli avversari, quasi rapiti dalle magie dello sloveno e incapaci di rompere l’incantesimo. Nella scarsa resistenza ospite (torniamo alla linea di demarcazione tra meriti e demeriti) va cercato il freno ai facili entusiasmi forlivesi: lo 0-4 iniziale non descriveva la squadra e lo stesso vale per la comoda passeggiata di domenica. C’è tempo per capire dove sia un credibile compromesso e spetterà a Becirovic definirne i confini. Per il campionato, e chi lo va a vedere anche da avversario, Sani è una perla rara, nessun dubbio.

Niccolò Trigari