Ci siamo. Dopo oltre un mese e mezzo, 36 gare ed un condensato di emozioni e sorprese, Manital Torino e Moncada Agrigento sono arrivate all’ultimo atto di un play-off di A2 bellissimo e avvincente. Abbiamo visto squadre di Silver lottare con il coltello tra i denti e sfiorare l’impresa, abbiamo visto Verona cadere subito, la favola di Agrigento crescere di settimana in settimana, una serie bellissima come Brescia-Trieste, un derby infuocato come Biella-Casale, Torino cambiare passo e diventare quasi invincibile. Una settimana o dieci giorni (dipende da quanto sarà lunga la serie finale) che ci diranno se Torino dopo oltre 20 anni ritroverà la serie A, oppure se la favola di Agrigento avrà il suo happy end.
QUI TORINO – Coach Bechi prima della serie con Brescia aveva invocato tutti a remare nella stessa direzione dopo le vicessitudini sia sul parquet che dal punto di vista societario che hanno caratterizzato la stagione gialloblù. Il messaggio è stato recepito come dimostra il 3-1 contro Brescia: grazie al carisma dei veterani presenti nel roster, la squadra ha reagito alla clamorosa rimonta subita in Gara 1 con tre vittorie, tenendo vivo il sogno di riabbracciare la Serie A dopo oltre vent’anni di attesa. Merito soprattutto di esponenziali miglioramenti in difesa, dove il rientro a pieno regime di Mancinelli e la duttilità di Capitan Rosselli hanno permesso di limitare il secondo miglior attacco della regular season.
Per riabbracciare la serie A sarà fondamentale vincere la lotta sotto le plance (che in RS è stata uno dei punti deboli): per limitare Dudzinski servirà quindi il Fantoni concreto che ha messo in difficoltà nei quarti Biligha di Ferentino e in semifinale Cittadini. Anche in attacco il gioco è diventato più imprevedibile: Mancinelli si è assunto più responsabilità così come Rosselli che in gara 4 ha vestito i panni del realizzatore oltre a quelli “consueti” di play-aggiunto. Lewis e Miller sono invece preziosissimi come finalizzatori del gioco, in contropiede e a metà campo, orchestrato da Giachetti che ha tutti i mezzi per creare problemi al play avversario Piazza.
La forza di Torino è quella di poter trovare un protagonista diverso in ogni occasione: tocca a Ciani trovare il modo di bloccare le bocche da fuoco della Manital e riuscire a violare il Ruffini, impresa riuscita solo a Mantova e Verona quest’anno.
QUI AGRIGENTO – Un sogno, e desiderare di non svegliarsi mai. E’ quello che sta vivendo la Moncada Agrigento e la sua gente in questa post-season dalle mille sorprese che ha spinto i siciliani dall’ottavo posto alle porte del Paradiso.
Per aprire queste porte saranno fondamentali, neanche a dirlo, le prime due sfide del PalaRuffini, dove in stagione Torino viaggia a 12 vinte e 2 perse, prima di tutto da un punto di vista psicologico ma anche da un punto di vista fisico. Non bisogna dimenticare infatti che Agrigento ha già giocato 11 partite in questi playoff contro le 7 di Torino e se la serie si allungherà il fattore “stanchezza” potrebbe anche diventare una chiave di lettura, considerando anche la lunga rotazione di Torino. Agrigento aggredirà, come suo costume, la serie provando ad alzare subito la pressione difensiva per riuscire a produrre facili punti in contropiede. I ragazzi di Ciani, però, dovranno essere molto bravi a leggere i cambi di quintetto che Bechi riesce a proporre per mettere in difficoltà gli avversari, perché Torino è una squadra camaleontica e probabilmente ha anche le armi per disinnescare meglio degli altri i vari Dudzinski, Williams e Piazza, gli uomini chiamati a guidare la Moncada, senza dimenticare il grande ex Marco Evangelisti, che giocava i maglia gialloblu nella stagione della promozione 2012/13, e che spesso e volentieri si è caricato la squadra sulle spalle.
Agrigento ha dimostrato nel suo cammino di sapersi adattare come nessun’altro all’avversario, portandolo spesso e volentieri a giocare male. Franco Ciani è sempre riuscito finora ad arrivare pronto all’inizio di ogni serie costringendo i vari Pillastrini, Ramagli e Ramondino a rincorrerlo, cercando anche di snaturare il proprio sistema di gioco. Nessuno di loro ci è riuscito, vedremo cosa sarà capace di fare Bechi.
HANNO DETTO
Luca Bechi (allenatore) – “Abbiamo lavorato tutto un anno per arrivare a giocarci la promozione in serie A: è chiaro che arrivati all’appuntamento decisivo, la voglia di vincere e di regalare una soddisfazione enorme a questa società e ai nostri tifosi sia grandissima. Affrontiamo un’avversaria che non possiamo più ritenere una sorpresa, nonostante abbia chiuso all’ottavo posto la stagione regolare: Agrigento ha dimostrato durante questi playoff di non avere nulla da invidiare a nessuno. Hanno eliminato nell’ordine la prima della Silver, la prima e la quarta della Gold. Sono ben allenati, hanno un roster ricco di talento e una solidità di squadra invidiabile. Ecco perché sono sicuro che la mia squadra affronterà la finale con la voglia di vincere che ci ha sempre contraddistinto, continuando a difendere con grande intensità e ad attaccare con la voglia di condividere la palla che ci ha portato a superare Ferentino e Brescia. Saranno partite impegnative, dovremo continuare a tenere inviolato il Ruffini nei playoff: non vediamo l’ora di scendere in campo per vivere l’atmosfera della finale, l’evento cestistico dell’anno per il nostro campionato e le nostre ambizioni”.
Franco Ciani (allenatore) – “Domenica punteremo sull’organizzazione del gioco, sul ritmo, sulla capacità di essere squadra, di non dare riferimenti precisi ai nostri avversari, del resto questo è quello che è stato il nostro percorso durante queste partite di playoff, dove siamo riusciti a fare molto meglio che in stagione regolare. I punti di forza di Torino sono certamente il talento e l’esperienza. Mancinelli è un giocatore che ha fatto la nazionale, l’Eurolega, il suo curriculum come anche quello di Giachetti parlano da soli, sono giocatori con un vissuto cestistico di altissimo livello. Altrettanto si può dire di Rosselli e Fantoni, quindi già questo testimonia un pacchetto di italiani di grandissima qualità. E poi c’è Lewis, che ha fatto lo straniero in Serie A, e Miller che è un giocatore di assoluto talento, come ha dimostrato anche a Jesi nella prima parte della stagione viaggiando con una media di trenta punti a partita. Direi che qualità tecnica, esperienza e mestiere sono caratteristiche evidenti di questa squadra, cosa che nei playoff conta tantissimo, perché molto spesso è la giocata individuale, il colpo di genio di un giocatore di talento che può far vincere le partite, come del resto è successo in gara 4 fra Torino e Brescia. Noi invece siamo una squadra con molta meno esperienza specifica, con molto meno vissuto in scontri di questo livello, però siamo un po’ più freschi, abbiamo grande entusiasmo, grandi motivazioni e siamo arrivati a un punto per il quale nessuno ci aveva ritenuti adeguati, quindi questo, dal punto di vista dell’energia e della forza morale, forse ci dà qualcosa in più. Chili, centimetri, muscoli, propendono fortemente dalla loro parte, freschezza e rapidità più dalla nostra“.
CALENDARIO
Gara 1: Domenica 31 maggio ore 21.00, Torino (PalaRuffini); LNP WebTv
Gara 2: Martedi 2 giugno ore 20.30, Torino (PalaRuffini); SkySport 3 HD;
Gara 3: Venerdi 5 giugno ore 20.30, Porto Empedocle (PalaMoncada); SkySport Plus HD
Gara 4 (ev.): Domenica 7 giugno ore 20.30, Porto Empedocle (PalaMoncada); SkySport HD (canale da definire)
Gara 5 (ev.): Mercoledi 10 giugno ore 20.30, Torino (PalaRuffini); SkySport HD (canale da definire)
PRECEDENTI IN STAGIONE
Moncada Agrigento-Manital Torino 91-83
Manital Torino-Moncada Agrigento 67-55
PRONOSTICO Dailybasket.it – Andare contro la favola di Agrigento sembra quasi blasfemo in questi playoff, ma Torino si trova nel best case scenario, con le avversarie più pericolose eliminate ed il fattore campo a favore. Però se c’è una cosa che questi playoff di A2 hanno insegnato è che le cose ovvie sono le più fallaci. Alla fine vincerà Torino, una serie lunghissima risolta solo in gara-5.
a cura di Andrea Castelluccia e Fabrizio Quattrini
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