Axpo Legnano – Orlandina Basket 67-77
Molto spesso un cambio di allenatore porta a una vittoria insperata, magari contro un’avversaria di livello superiore, almeno sulla carta. A Legnano, dopo aver esonerato Giancarlo Sacco giovedì scorso e aver affidato la panchina al vice Alberto Mazzetti, il miracolo è avvenuto solo a metà. La metà “sbagliata”, però.
La partita tra Knights e Orlandina, infatti, non solo ha avuto due facce, ma è stata quasi perfettamente speculare, con i padroni di casa a dominare, a sorpresa, il primo tempo, sfiorando anche i 20 punti di vantaggio, e i siciliani, un po’ meno a sorpresa, a dominare la ripresa, ribaltando il risultato e andando a vincere con un distacco e una facilità impensabile dopo i primi 20 minuti.
Legnano, infatti, è scesa in campo con incredibile energia e aggressività, che sommate alla sufficienza della squadra ospite hanno presto creato il divario. Rimbalzi d’attacco (spesso più di uno nella stessa azione), recuperi convertiti in contropiede e una pioggia di tiri da tre (9/18 all’intervallo) sono state le chiavi per i biancorossi, che hanno avuto un contributo importante in avvio da London e dal giovane Bortolani (8 punti a testa nel primo quarto), a cui si è aggiunto un Ferri chirurgico dall’arco nella seconda frazione (11 punti, 3/3 da tre), riuscendo a mascherare i problemi di un Raffa (7 punti, 2/11 al tiro, 6 rimbalzi, 7 assist e 5 perse) mai entrato davvero in partita, soprattutto a causa della difesa molto fisica su di lui. Dall’altra parte, Capo d’Orlando almeno in attacco giocava forse anche meglio, costruendosi buoni tiri che però non ne volevano sapere di entrare e forse intestardendosi un po’ troppo su questo aspetto del gioco, quando invece buttarsi dentro a testa bassa avrebbe forse dato più frutti, per lo meno sotto forma di falli subiti e viaggi in lunetta.
Cosa che ha fatto Legnano nel secondo tempo, ma che è servito solo a non affondare. Infatti, se da un lato ci si aspettava una reazione dei siciliani dopo l’intervallo, dall’altro probabilmente non si pensava a una tale onda d’urto. L’Orlandina, infatti, nel secondo tempo ha cambiato marcia soprattutto in difesa, con Bellan a cancellare qualsiasi avversario gli capitasse a tiro e i compagni pronti a seguirlo; Legnano in pratica non ha è mai riuscita a fare canestro per tutto il terzo quarto, dato che anche i quattro punti dal campo che riportano le statistiche sono arrivati per le stoppate irregolari di Parks sui tiri di Ferri e Bozzetto, senza che la palla fosse entrata effettivamente dentro il ferro.
E, come successo per Legnano nel primo tempo, partendo dall’accresciuta efficienza difensiva Capo d’Orlando a poco a poco ha trovato ritmo e fiducia anche in attacco, prima con Parks (19 punti e 8 rimbalzi) e poi anche con Triche, che ha chiuso la sua gara con 29 punti (più 6 rimbalzi, 5 assist e 5 recuperi) dopo averne segnati solo 8 nei primi 20 minuti.
Per una volta i numeri parlano chiaro, anzi, chiarissimo: primo tempo chiuso 47-29, con statistiche bene o male simili tra le due squadre, tranne per la percentuale al tiro (46% per i Knights, 33% per l’Orlandina). Secondo tempo esattamente all’opposto: foglio statistico ancora tutto sommato equilibrato, ma percentuale dal campo che per i Knights è scesa al 36% e per l’Orlandina è salita al 44%; insomma, Legnano nel secondo tempo ha tirato 5/13 da due e 0/10 da tre (22% in totale), Capo d’Orlando 11/20 da due e 7/13 da tre (55%).
C’è sempre la teoria del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: coach Mazzetti dovrà lavorare per ripartire da quello mezzo pieno del primo tempo, giocato in maniera semplice ed efficace e con grande energia, ma senza rischiare di svuotarlo nei secondi 20 minuti, e forse bisognerebbe analizzare con attenzione il tremendo calo sia fisico che mentale avuto dai giocatori dopo l’intervallo; il buon rientro del giovane Berra (6 punti in 9 minuti) e quello prossimo di Benetti, che ancora non ha giocato un minuto in stagione, potranno dare una grossa mano in questo senso, allungando le rotazioni.