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Simone Pierich in maglia Novi Più, semifinale playoff 2012/13

Domenica 13 Aprile, ore 18.00, Pala Ponte Grande, FMC Ferentino opposta alla Novi Più Casale. Grande ex del match Simone Pierich. Nato a Gorizia il 22 settembre ‘81, figlio d’arte, 4 presenze in Nazionale maggiore è stato per sette anni protagonista assoluto delle stagioni rossoblù juniorine: capitano dal cuore grande come una casa. Nonostante il nomadismo tipico degli sportivi, mai si sarebbe immaginato di dover ‘cambiare residenza’. E con lui la sua splendida famiglia: da Letizia ai piccoli Victoria e Martin.

Inevitabile, quindi,  ripartire da questa estate con la notizia choc sulla rinuncia al campionato di legadue: “In effetti non ce lo aspettavamo, le voci erano altre, tutti ci rassicuravano: è stato un fulmine a ciel sereno. Purtroppo le dichiarazioni del presidente Cerutti hanno costretto molti di noi a prendere altre strade. Peccato perché dopo tanti anni stavo molto bene, la mia famiglia era ben inserita”. La città si è mobilitata per sensibilizzare i vari ambienti e si è concretizzata la ripartenza. Però, era troppo tardi ormai per restare? “Forse mentalmente mi ero  predisposto a una scelta diversa. In cerca di nuovi stimoli, fondamentali per un giocatore. Avevo voglia di scommettere su me stesso, per dimostrare di poter essere importante per un’altra realtà, sospeso a metà tra dispiacere e bisogno. Non ho risentimenti per come è andata. Sono momenti duri per tutti, in particolare per Casale dopo anni d’oro vissuti da protagonisti. Purtroppo non ci si può fare nulla. Forse è stata paradossalmente anche una fortuna. Il presidente ha potuto sensibilizzare la città e si è compreso definitivamente che per Casale Monferrato il basket è vita. Una passione che non deve morire”. Quindi l’approdo a Ferentino dove (..)allenatore e società hanno puntato forte su di me facendomi subito sentire desiderato, dandomi un ruolo da protagonista assoluto, con tanti minuti in campo, permettendomi di tornare a livelli elevati di prestazioni personali, lasciandomi anche in campo dopo errori. E non posso che esser loro grato per questo(..) Una ventata d’aria fresca che sembra aver fatto molto bene a Simone che, almeno a livello statistico, sta vivendo la sua miglior stagione in carriera (..)senza ombra di dubbio. Con tanti minuti giocati che mi hanno permesso di dimostrare di poter essere un giocatore importante per la categoria(..)

Con Casale è approdato anche in massima serie, col rammarico della retrocessione subita, ma giocando sempre ad alto livello, per vincere. (..)per anni abbiamo giocato i playoff con partite sempre intense e vibranti che ti fanno crescere come giocatore, tenendoti sempre sulla cresta dell’onda, determinando una carriera. L’anno della retrocessione è stato molto sfortunato e sono convinto che, se ci fossimo salvati, si sarebbe potuto creare qualcosa di importante e duraturo. Il primo anno di massima serie è sempre lo scoglio più complicato: penso a realtà come Montegranaro, piccole ma da anni in massima serie”(..) Sette anni alla conquista di traguardi importanti e prestigiosi, con inevitabili alti e bassi, ma sempre vissuti con grande generosità: “Ci sono sempre momenti di difficoltà, di buio, anche nelle annate più positive. Ad esempio nella stagione in cui vincemmo il campionato, giocai poco durante la stagione. Però quei momenti duri mi hanno dato spazio per venire fuori nei playoff che mi hanno ripagato di tutto”.

Ferentino, come Casale, è città piccola, che presenta punti di contatto (..)Rispetto a Casale qui a Ferentino abbiamo meno centro storico, c’è più sali/scendi, ma la qualità della vita è molto similare, con tutto a portata di mano, come piace a me, rispetto alle grandi metropoli. La società è una società giovane, che deve ancora farsi un po’ di ossa, ma c’è tanto potenziale! Poi dovremo essere bravi anche noi a vincere generando entusiasmo per portare ancora più gente al palazzetto(..) Ripartendo in una nuova realtà, è inevitabile il fare gruppo coi compagni anche fuori dal campo, tra le famiglie, e Simone ha ritrovato molti volti noti: “conoscevo già Guarino: eravamo insieme a Forlì e l’ho sentito anche telefonicamente quest’estate nel prendere la decisione di raggiungerlo qui. Con Bucci ci siamo incontrati/scontrati mille volte sul campo ed è stato naturale trovarsi anche con le famiglie. Poi c’è Giuri con cui abbiamo condiviso l’esperienza di Casale e Garri che era con me a Livorno. Ecco, forse il vantaggio di Casale era quello di vivere nello stesso stabile, ma anche qui non è difficile incontrarsi, trovarsi. E poi, il tuo grande amico ‘Mala’ a solo un’ora e mezza di distanza (..)si, con lui (ora alla Expert Napoli, ndr) ci troviamo spesso. Le nostre mogli condividono molti fine settimana e il lunedì ci ritroviamo con grande piacere. Dopo lo sgambetto di domenica però, non l’ho più chiamato!! Hanno giustamente dimostrato di essere professionisti seri e di giocare sempre per vincere. Ora mi auguro che ci restituiscano il maltolto vincendo a Barcellona(..)

Striscione esposto al PalaFerraris al ritorno di Pierich a Casale (foto Samantha Berrone)

Striscione esposto al PalaFerraris al ritorno di Pierich a Casale (foto Samantha Berrone)

Ora arriva Casale, non sarà una partita qualunque: “Ho pagato lo scotto dell’ex di ritorno al PalaFerraris, ma resta sempre una gara diversa dalle altre, forse ancor più che con Forlì: è la mia seconda casa, Martin e Victoria sono cresciuti in Monferrato”. Tante le mani da stringere e i saluti da fare, includendo davvero tutti (..)ma proprio tutti. Ho solo ricordi belli, da Niccolò (Martinoni, ndr) a Lionti (fisioterapista, ndr) e Gioia (preparatore atletico, ndr), Giovara fino all’autista dal pullman(..). L’essere capitano lo ha caricato ulteriormente di grandi responsabilità, certamente positive, ma per certi versi anche pesante fardello da portare, “vero, a volte ci ho pensato, facendo scelte diverse anche in situazioni di gioco, che cambiavano la mia gara. Ci sono differenze per il ruolo che si interpreta: scelte mirate per essere più decisive, e questo è sempre stimolante al 100% per un giocatore”.

Il padre Elvio (grande giocatore a Gorizia e in nazionale) è stato un esempio. Poi però, Simone ha seguito il suo corso, trovando di volta in volta esempi da seguire: “quando arrivai a Casale, Fazzi fu molto importante per apprendere uno stile di lavoro. L’arrivo di Matteo Malaventura alla Junior, poi, fu decisivo: lui era il grandissimo italiano che non c’era mai stato a Casale, da emulare per etica e professionalità, da mattina a sera, dentro e fuori dal campo: ha lasciato il segno. Ora, qui a Ferentino è Bucci l’IronMan. Mentre il bambino Pierich guardava a Sasha Danilovic con grande spirito di emulazione: lui aveva la faccia giusta per vincere”. Nella sua carriera ha avuto la fortuna di lavorare con coach di qualità, in particolare gli ultimi tre, di cui non può che dire bene(..) Devo ringraziare coach Crespi per avermi lanciato nel basket professionistico trasmettendomi lì’etica del lavoro, anche e soprattutto dal punto di vista mentale. Con lui devi essere preparato, è un duro, l’impatto è di quelli forti: è un continuo sprone a fare bene, con l’obiettivo di farti diventare un giocatore. Per certi versi Giulio (Griccioli, ndr) è stato l’uomo giusto al posto giusto. Magari non mi ha fatto giocare quanto avrei desiderato, ma ha svolto un buonissimo lavoro, e non era facile dopo una retrocessione. Bè, con Gramenzi è stato feeling a prima vista. Si fida molto di me, mi ha dato un ruolo importante. E’ un allenatore meticoloso che cura molto gli aspetti del gioco. Devo confermare assolutamente la bontà della mia scelta fatta(..)

E c’è anche un Pierich formato famiglia, con le sue caratteristiche, le sue golosità, le sue scaramanzie. Viste le doti culinarie di Letizia, quale il tuo dolce preferito? “Cupcake, tiramisu, insomma mangio di tutto: lei fa il fioretto di non mangiare dolci per Quaresima, però non smette di cucinarli: e chi mi ammazza?!”. In campo, due gesti che in genere accendono la folla sono la schiacciata e la ‘bomba’: in quale trovi più gusto? “Di schiacciate ne faccio poche, quindi sicuramente una tripla. Quest’anno poi ne sto mettendo molte ‘con fallo’: che goduria!! E pensare che da giovane non tiravo mai da fuori. Devo ringraziare coach De Raffaele (oggi vice a Venezia, ndr) che a Livorno mi ha messo a tirare, tirare e ancora, dicendomi che in serie A non avrei mai schiacciato. Quale il primo sito internet tra i tuoi preferiti? “Mi piacciono molto i social network da facebook a Instagram a Twitter. Però un’occhiata al Sole24ore non manca mai. Ovviamente chi fa questo mestiere legge i siti di sport e basket nello specifico. E dailybasket non manca di certo, specie dopo oggi!!”. Mondo dello sport in cui regna la scaramanzia, e Simone non può essere da meno! “Si, lo ammetto, sono molto scaramantico: da quest’anno non metto più gli scaldamuscoli, ma per il resto uso sempre il solito polsino, gli stessi calzini, il medesimo costume. Ma quella che non manca proprio mai, anche se non è bello da dire, è la vomitata scarica tensione che da anni accompagna ogni mio pregara!!”. Si è vissuta una stagione esaltante, in Piemonte. Però quel pizzico di rammarico e nostalgia non viene mai a mancare, così come la voglia di riavere il loro beniamino in maglia rossoblù  e Simone lascia aperta la porta: “La speranza è la loro tanto quanta la mia. Oggi sono un giocatore di Ferentino e spero di esserlo il più a lungo possibile perché non c’è nulla che dia più soddisfazione di una conferma, sintomo di buon lavoro svolto, facendosi voler bene. Ma nel domani spero di poter tornare a Casale, dove ho lasciato cuore e tanti amici.

E intanto, proprio domani, andrà di scena da grande ex.