ENEGAN FIRENZE –  UCC ASSIGECO 67-81

foto di Luca Mallamaci

Grande prestazione, su entrambi i lati del campo, per Howard Sant-Roos (foto di Luca Mallamaci)

FIRENZE – Il “PalaMandela” continua a rappresentare una miniera di felicità per l’Assigeco che, come già l’anno scorso, conquista un successo fondamentale per i playoff, contro l‘Enegan Firenze. Il ritorno al successo “on the road” da parte della squadra di Andrea Zanchi è un’ iniezione di fiducia in vista dei prossimi due appuntamenti che chiudono la regular season: i rossoblu certificano vitalità, buona intensità di gioco, anche contro la zona fiorentina, e, archiviato il discorso salvezza, tanta voglia di coronare il “sogno” stagionale.

L’Assigeco increspa le placide acque dell’Arno, primo quarto a parte, grazie all’intelligente gestione del ritmo della serata, con rotazioni efficaci e parecchia predisposizione al sacrificio, specie in fase difensiva. I lodigiani giocano sui propri punti di forza, esaltando il slancio in transizione abbinato alla valida alternanza di palla “dentro e fuori”, e sui guai del manipolo di Attilio Caja costretto a “spremere” solo 13′ da Rancic (0 tiri dal campo) frenato dal mal di schiena e 18′ da Conti (1/3 al tiro, 0/2 in lunetta) febbricitante.

foto di Luca Mallamaci

Buon impatto anche per Bonessio (foto di Luca Mallamaci)

Bloccati da problemi fisici due punti di forza dell’Enegan, i rossoblu spingono fuori dal copione Ian Young (3/14,3 rimbalzi), sul quale conta l’implacabile guardia di Sant-Roos, subendo la fantasia di Rabaglietti (5/9, 3 assist) e la solidità dell’ex Riccardo Castelli (3/7 al tiro, 7/7 in lunetta, 3 rimbalzi, 3 assist), coadiuvati dal pimpante Severini (3/5) solo nel primo periodo, quando i padroni di casa firmano (24-19 all’8) il massimo vantaggio.

È una parentesi in una serata controllata dall’Assigeco, brava a dare un notevole segnale in chiave difensiva con il break di 0-10 nei primi quattro giri di lancette del secondo quarto. Rimessi i panni più congeniali sul piano della corsa e dell’energia i rossoblu lievitano nel punteggio nel secondo (35-42 al 9′) e nel terzo quarto (46-57al6′) raggiungendo il massimo divario (64- 81) a 1.50″ dalla sirena. La squadra di Andrea Zanchi si destreggia molto bene contro i passaggi a zona di Firenze, in difficoltà nel contenere l’uno contro uno lodigiano quando schierata con l’individuale.

Lo slancio dell’Assigeco è propiziato dalla devastante prestazione di Sant-Roos (7/13 dal campo, 3/4 in lunetta), pimpante fin dalla palla a due, autentica spina nel fianco dei fiorentini in ogni fase di gioco e in tutte le zone del parquet, ben spalleggiato dall’esperienza di Alvin Young (7/14) sagace e furbo quanto basta nel far fluire l’azione lodigiana.

La peggior serata in rossoblu di “Pippo” Ricci (0/5, 6 rimbalzi) è compensata dalle movenze di Chiumenti (3/5 dal campo, 5/6 ai liberi) e Bonessio (2/7, 5 rimbalzi), più gli 11′ di pura utilità di Quarisa, all’ombra del canestro e dalle giocate degli esterni nei momenti delicati della contesa sui continui tentativi di rimonta di Firenze, sempre nel solco della gara, risvegliata nella parte centrale da Quaglia (2/3 al tiro, 5/6 ai liberi) e Cucco (2/3 da tre).

foto di Luca Mallamaci

Capitan Chiumenti è andato oltre i problemi fisici che lo hanno limitato nelle ultime settimane (foto di Luca Mallamaci)

I 5 punti filati di Rossato (2/4) prima l’intervallo lungo, le invenzioni di Masoni (2/3 al tiro, 3/3 ai liberi) nel terzo periodo e la consueta micidiale precisione di Spissu (1/2 da due, 2/3 da tre) nell’ultimo quarto evidenziano la capacità dell’Assigeco di disinnescare con l’intensità in difesa la pericolosità degli avversari, costretti a giri diversi per ovviare all’assenza di Rancic, per poi girare palla con attenzione per finalizzare gli schemi mettendo la palla nelle mani del compagno meglio posizionato.

Lavorata ai fianchi la resistenza dei fiorentini nel terzo periodo, i rossoblu concretizzano la superiorità nell’ultimo quarto e chiudono fra le ovazioni dei tifosi scesi pieni di speranza dalle parti del Ponte Vecchio.

ENEGAN FIRENZE –  UCC ASSIGECO 67-81 (26-24; 37-42; 54-63)

ENEGANFIRENZE Severini 7, Young I 10, Rabaglietti 15, Castelli 14, Conti 2; Quaglia 9, Cucco 8, Schiano 2, Rancic. Ne: Baggio. All.: Caja

UCC ASSIGECO Masoni 8, Sant-Roos 22, Bonessio 7, Chiumenti 11, Ricci ; Young A 17, Spissu 8, Rossato 5, Quarisa 3. Ne: Maghet. All.: Zanchi

ARBITRI Rudellat di Nuoro, Brindisi di Torino, Capozziello di Brindisi

NOTE Spettatori 1000 circa. Tiri liberi: Enegan 17 su 21; Assigeco 16 su 21. Tiri da tre: Enegan 10 su 24; Assigeco 11 su 25. Usciti cinque falli: Ricci (28′), Severini (32′), Castelli (35′)

foto di Luca Mallamaci

Alvin Young, la solita esperienza al servizio della squadra (foto di Luca Mallamaci)

IL DOPOPARTITA

Tutti da “Marisa” a Barberino del Mugello. È tradizione per l’Assigeco festeggiare le vittorie al “PalaMandela” con una mangiata di fiorentina offerta dal presidente Franco Curioni. «Dopo una settimana sofferta una bella soddisfazione dai miei ragazzi».

Il patron rossoblu si gode l’importante vittoria al pari di Andrea Zanchi. «Mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra, anche se i gravi problemi di formazione di Attilio Caja inevitabilmente hanno influito sul suo rendimento – sottolinea il coach veneziano -. Tranne il primo quarto, in cui non abbiamo giocato da Assigeco, abbiamo difeso con grande efficacia: abbiamo bisogno di partire proprio dalla difesa per sviluppare il nostro gioco. Volevamo questa vittoria con tutto il cuore, è la settima esterna, per continuare a inseguire i play off: con tutto quello che ci è capitato sarebbe il modo più bello per concludere l’annata. Non dimentichiamo che il nostro è una sorta di anno “zero”, di ricostruzione basata sui giovani, ai quali abbiamo aggiunto l’esperienza di Alvin Young». L’Assigeco è stata brava a risalire dalle incertezze del primo quarto. «Nella prima parte, sotto la pressione di Firenze, abbiamo subito 26 punti, mentre solo 11 nel secondo quarto – continua -. Siamo stati bravi a rigirarla, nonostante il fardello mentale dell’importanza dell’appuntamento, trovando la giusta attenzione in difesa e facendo toccare a tutti la palla in attacco. Archiviata questa, meglio iniziare a concentrarsi sulle prossime due che saranno ancora più difficili ».

Il coach dell’Enegan, Attilio Caja non se la prende più di tanto, pur sapendo di doversi giocare la salvezza nelle ultime due uscite: «Il gruppo italiano ha fatto quello che doveva, senza Rancic e con Ian Young protagonista in negativo pensare di ottenere di più era davvero molto difficile. Senza i nostri due terminali, il gruppo ha dovuto “forzare” altre situazioni. Severini, Cucco, Quaglia, Castelli e Rabaglietti si sono impegnati al massimo. In condizioni difficili siamo comunque riusciti a stare in gara fino al 30’, quasi impossibile pensare a un risultato diverso».

Luca Mallamaci/Il Cittadino di Lodi