foto di Luca Mallamaci

Chiumenti schiaccia (foto di Luca Mallamaci)

QUI CODOGNO – Un primo tempo caratterizzato da basket di ottima fattura, condito da un grande impatto difensivo, rapidità in transizione ed efficace circolazione di palla, è il fattore chiave intorno al quale è girata la roboante vittoria dell’Assigeco sulla Paffoni Omegna in gara-3, giovedì sera, simbolo del vantaggio rossoblu (2-1) nella serie dei quarti di finale play off.

L’atteggiamento e lo spirito di sacrificio evidenziati dalla squadra di Andrea Zanchi, in quello che può essere visto come lo snodo fondamentale della serie, devono essere l’imprescindibile punto di partenza per affrontare la sudata di questa sera (palla a due alle ore 21) al “Campus”: un appuntamento che metterà alla prova la resistenza dei lodigiani. «È una gara nuova, diversa: sarà molto più difficile che nelle precedenti perché Omegna non gioca solo per il risultato ma per l’orgoglio – avverte il coach dell’Assigeco -. Con in mente il risultato di giovedì ognuno di loro darà qualcosa in più ed essendo la situazione decisamente più pericolosa noi dovremo farci trovare pronti e ancora più concentrati e convinti nel seguire il nostro basket».

Per i giovani rossoblu la partita di stasera, con l’importante traguardo della semifinale davanti, è anche un bel test di crescita. «Una grande prova di maturità per una squadra giovane come la nostra – dice Zanchi -. Dovremo essere bravi e determinati a giocare con la consueta energia seguendo gli schemi che abbiamo studiato. Non è semplice anche perché serve recuperare le tante energie che stiamo spendendo per giocare questa serie con enorme intensità e un po’ in emergenza vista l’assenza di Vencato e le condizioni fisiche precarie di Chiumenti».

La solidità di gruppo e le rotazioni sono fattori di rilievo per l’Assigeco che, seppur nella necessità di resettare il ricordo della straordinaria prova di giovedì, ha lanciato un bel segnale in ognuno dei tre appuntamenti della serie. «In effetti è un po’ un peccato non potersi gustare di più la prova di giovedì: nel ritmo incalzante dei play off non c’è molto tempo per guardare indietro, è fondamentale proiettarsi subito alla partita successivaaggiunge il 49enne tecnico veneziano -. Servono concentrazione, voglia di lottare e aiutare i compagni: il minimo comune denominatore della nostra stagione deve trovare un’ulteriore applicazione. L’appetito vien mangiando, non vorremmo perdere il dolce ma non dobbiamo mai dimenticare chi siamo e da dove veniamo. Teniamo quindi i piedi ben piantati in terra».

Omegna, che già giovedì ha fatto un paio di avvicendamenti in quintetto, potrebbe proporre altri rebus tattici. «Ci conosciamo bene ma dobbiamo aspettarci di tutto sia dal punto di vista tecnico che tattico – dice Zanchi -. C’è poco spazio e anche poco tempo per valutare l’efficacia delle scelte che potrebbero essere fatte. Questo non toglie nulla alla necessità di mettere la massima attenzione in ogni istante della gara, orgogliosi di giocare una sfida così importante».

foto di Luca Mallamaci

Mike James cerca di trovare spazio tra le braccia di Chiumenti (foto di Luca Mallamaci)

QUI OMEGNA – La serataccia di giovedì non fa perdere un briciolo del consueto brio a Giampaolo Di Lorenzo, pronto a far tornare i suoi ragazzi al “Campus” con grande voglia di vincere gara-4, a questo punto,forse l’appuntamento più importante per la Paffoni Omegna. «Beh, nei play off tutte sono fondamentali anche se questa, in effetti, è senza ritorno anche per come ci siamo comportati giovedì sera – dice il 45enne coach napoletano -. È stato un mezzo “macello”, non abbiamo fatto nulla di quello che si è visto nelle prime due gare. L’Assigeco ormai la conosciamo a memoria, non si può certo avere quell’atteggiamento. Era come se fossimo una squadra assemblata il giorno prima contro un gruppo che si allena da un anno».

Il coach della Paffoni ha le idee ben chiare su quello che i suoi giocatori dovrebbero fare: «Dopo tre gare in meno di una settimana, sappiamo bene chi abbiamo di fronte. Purtroppo il troppo talento diventa quasi un limite quando aumenta la pressione o il momento si fa difficile perché invece di eseguire si tende a cercare di risolvere in proprio. È il nostro problema della stagione, soprattutto fuori casa».

Di Lorenzo ha la ricetta giusta: «Il confine tra perdere di 20 o vincere di 10 è molto sottile, più mentale che tecnico o tattico. Ci vuole umiltà, nel senso di fare di meno ma meglio – sottolinea il coach del club piemontese -. Prendi Masoni, un giocatore con anni di esperienza in Legadue che apprezzo perché fa quello che serve alla squadra: in “uno contro uno” contro James perde sempre. Ma il basket non è fatto di cinque “uno contro uno” e basta. La maggior parte è gioco senza palla che deve essere fatto benissimo contro una squadra come l’Assigeco, molto organizzata e forte in difesa. Mi auguro che i ragazzi stavolta riescano a presentarsi mentalmente più pronti e concentrati credendo in quello che chiedo loro. È la chiave della rivincita, altrimenti perdiamo nuovamente. Vengo visto come il genitore che dice di mettere la maglia di lana per non prendere la bronchite, ma i ragazzi sono giovani e si sentono forti come puledri liberi un po’ restii a essere sellati – l’immagine di Di Lorenzo è perfetta -. Ora serve la testa e dare qualcosa in più di giovedì sera. Siamo spalle al muro, dobbiamo solo darci da fare nel modo giusto».

Luca Mallamaci/Il Cittadino di Lodi