Marco Crespi

VEROLI – Dovremmo esserci, ormai. Qualche voce di corridoio dice che proprio oggi è il giorno giusto per l’annuncio ufficiale del nuovo coach del Basket Veroli. Ma è meglio andarci coi piedi di piombo, dalle parti di Via Parco della Rimembranza non sono specialisti nel rispettare le scadenze per quanto riguarda annunci, preannunci o roba simile. In ogni caso il tempo inizia un po’ a stringere, visto che dalla lista della spesa giallorossa i nomi si vanno depennando da soli giorno dopo giorno.

 
In questo senso ieri è stata una giornata importante. Si è tracciata infatti una riga definitiva sul nome di colui che veniva indicato da tempo come il favorito principe per la panchina verolana, Giulio Griccioli, che s’è accasato ufficialmente a Casale Monferrato. Pertanto a Veroli, o meglio Frosinone, il coach toscano ci verrà solo da avversario il prossimo anno. Sempre ieri Stefano Pillastrini ha messo la firma sul quadriennale in B1 con l’ambiziosissima Torino (che spera anche in un ripescaggio in Legadue), mentre Giorgio Valli ha appena rotto con Montegranaro ma aspetta la chiamata addirittura del Cska Mosca per andare a fare l’assistente a Ettore Messina. Invece Luca Banchi, neocoach di Siena, nella sua conferenza stampa di presentazione ha rivelato che ha già scelto il suo nuovo vice ma non lo ha annunciato, per cui gente come Ramagli e Caja, papabile per Veroli, resta in ballo pure per il posto da assistente alla Montepaschi. Così, per l’approdo in giallorosso si rafforza la sensazione di un dualismo tra Marco Crespi e Gigi Garelli, con possibili terzi incomodi Lardo (quotazioni in risalita) e Marcelletti (pure tra Imola e Ostuni), oltre ai già citati Caja e Ramagli.
 
Sempre ieri abbiamo sentito entrambi i candidati principali, Crespi e Garelli, accomunati pure dai 50 anni d’età. Il coach lombardo – che il giorno prima aveva scritto una lettera aperta d’addio ai tifosi di Casale Monferrato dopo aver rifiutato la proposta societaria di tornarci – è molto abbottonato, freddo, sulla possibilità-Veroli: “A me piace parlare solo di fatti e l’unico fatto vero è che non sarò più l’allenatore di Casale Monferrato. Il resto sono solo rumors a cui non voglio andare dietro”, dice Crespi. Che tuttavia non smentisce  apertamente di aver incontrato il presidente Zeppieri: “Non voglio rispondere a questa domanda, ci sono cose che devono restare riservate. Posso dire che io non ho preclusioni di categoria o punti geografici, a me piace lavorare e seminare, lavorare e seminare, lavorare e seminare (lo ripete appunto tre volte, ndc), coinvolgere tutta la società in cui vado in un metodo di lavoro, mi interessa poter lavorare nel mio “laboratorio”. Veroli – prosegue – ha sempre fatto bene in questi anni, io ascolto sempre quali sono gli obiettivi e i discorsi di una società, per quanto riguarda ciò che voglio io da una società devono rimanere discorsi privati tra me e la stessa”. Insomma, vedere un Crespi sul pino di Veroli non è un’eresia, sebbene sempre ieri, da altre fonti, siano arrivate indiscrezioni che alla fine sarà molto difficile vedercelo sedere.
 
Gigi Garelli è invece molto più sciolto e caloroso nel parlare dell’eventualità di un suo approdo a Veroli. L’emiliano ammette senza problemi l’incontro col numero uno verolano e tutta la voglia di essere lui il nuovo allenatore: “Sono venuto a parlarci precisamente sabato, però poi da allora non ho avuto più contatti con Veroli. E il fatto che sia passato tutto questo tempo mi fa pensare che forse abbiano scelto altre soluzioni. Zeppieri e Bartocci mi avevano tuttavia informato che nei giorni successivi avrebbero incontrato altri allenatori, pertanto resto qui ad aspettare perché Veroli è la mia prima opzione, sarei onorato dal venire lì e non farlo mi dispiacerebbe. Chiaro, non posso aspettare in eterno perché dietro ho altre società (probabile Forlì, ndc) cui ho chiesto tempo perché sanno che appunto Veroli è la mia prima scelta”. Garelli rivela che impressione ha tratto dal colloquio con Zeppieri: “Mi è sembrato che il presidente abbia le idee chiare, è una persona che ha messo tanta energia e tanti soldi nel basket, adesso vuole sempre puntare a vincere, ad arrivare “lì dove non si può dire”, ma cercando di farlo attraverso un percorso meno oneroso economicamente coi tempi che corrono, con tanto lavoro e oculatezza. Senza autosponsorizzarmi, proprio questo è sempre stato il mio cavallo di battaglia, ottenere bei risultati in squadre dove non si partiva con grandi proclami, escludendo l’esperienza negativa di quest’anno con Verona che considero una breve parentesi in tutto e per tutto. Eppoi, io e Veroli siamo molto simili come storia: siamo entrambi partiti dalle categorie regionali fino ad arrivare alla Legadue vincendo tutti i vari campionati, senza comprare titoli sportivi. Ora, sia a me che a Veroli manca l’ultimo salto, che spero di poter compiere insieme”.
         
Paolo De Persis