Stefano Pillastrini

VEROLI – E’ ormai questione di giorni l’annuncio di coloro che saranno i protagonisti principali della rifondazione-rinnovamento del Basket Veroli. Entro la fine della settimana si conosceranno il coach e il direttore sportivo o il coach-direttore sportivo da cui il club di Zeppieri ripartirà per affrontare la sesta stagione consecutiva in Legadue dopo la grande delusione della quinta.

 

Tra quelli rimasti sulla lista della dirigenza giallorossa il nome più importante, per carriera e risultati a livello di Legadue, è quello di Stefano Pillastrini. Il 51enne coach ferrarese ha risolto il suo contratto con Montegranaro, pertanto è libero di vagliare qualsiasi proposta, “senza farmi problemi di categoria ma di programmazione”, ci dice il “Pilla”. Le sue parole sono un assist per Veroli, con la quale non ha però avuto contatti, almeno non di recente dopo che la società ciociara lo aveva cercato nel corso dell’ultima stagione quando stava pensando ad un avvicendamento in corsa di Gentile: “Non mi ha chiamato nessun dirigente di Veroli, sono 4-5 giorni che non sento il mio procuratore ma se lui avesse avuto qualche novità al riguardo di certo mi avrebbe chiamato per comunicarmela”.

 

In ogni caso l’idea di venire ad allenare Veroli lo stuzzica molto: “Ho un’ottima opinione della società di Veroli, con la quale peraltro ho avuto qualche anno fa un testa a testa importante in quella partita a Varese dove entrambi ci giocavamo la promozione in Serie A. Nel caso in cui Veroli fosse interessata a me parlerei molto volentieri con la dirigenza”. Anche perché lui è proprio uno di quegli allenatori che può ricoprire il doppio ruolo di direttore sportivo: “L’ho quasi sempre fatto nella mia carriera, anche se non mi piace averlo come etichetta. Bisogna poi vedere cosa si intende per direttore sportivo, se significa andare a fare le trattative economiche allora bisogna pensarci un po’, ma se si tratta di partecipare attivamente alle decisioni sulla squadra, di proporre alla società, al presidente, giocatori da prendere, allora io ci sto senza alcun problema”. Come non è un problema nemmeno che Veroli sta decidendo un taglio del budget rispetto a quelli facoltosi degli anni passati, riduzione che poteva essere un ostacolo arduo in una trattativa con un allenatore come Pillastrini: “Ho avuto in questi anni ingaggi molto importanti ma sono io il primo a sapere che non posso più pretenderli con la crisi che c’è, noi professionisti sportivi dobbiamo per forza tenerne conto. Il mio ingaggio, il budget, non sono pertanto un problema, l’importante è avere chiarezza di obiettivi rispetto al budget a disposizione. E’ questo l’importante, come è fondamentale che con la società mi ritrovi su altre cose”.

 

E proprio “queste cose” sono il sale del Pilla-pensiero, illustrato nel seguente modo: “Ho sempre lavorato meglio dove c’è stato un progetto. Vorrei che non venisse messo tra virgolette perché non mi piace autoincensarmi, però le ultime 5 volte che non ho allenato in Serie A, ovvero in quattro anni di Legadue e uno di B1, ho fatto 4 promozioni (Montecatini 1998-99, Montegranaro 2003-04 e 2005-06, Varese 2008-09, ndc) e una finale-playoff (Montegranaro 2004-05, ndc), appunto perché dietro c’era un progetto serio. A me non interessa vincere per forza, se una società mi dice: “Siccome sei un vincente noi ti prendiamo perché vogliamo vincere il campionato”, è un discorso che non mi piace. Io voglio un progetto serio, un progetto dove non si decide di cambiare tutto se si perdono due partite di fila. Con un contratto pluriennale? L’aspetto temporale di più anni è importante ma non decisivo. L’importante è che si vada tutti nella stessa direzione, parlarsi e decidere insieme. Io non sono uno di quelli che va nello spogliatoio a fare i “cazziatoni” alla squadra o che se un giocatore sbaglia un’azione lo cambio a quella dopo. Se un giocatore sbaglia io lo allenerò per farlo diventare un giocatore migliore”.

 

Pillastrini c’è, il suo arrivo sarebbe anche una “rivoluzione culturale”. Tocca a Veroli. Sempre che non abbia già deciso altrimenti.
          

Paolo De Persis