Lino Lardo, uno dei candidati alla panchina di Veroli

VEROLI – Pillastrini, Lardo, Calvani: una poltrona per tre. La caccia all’ennesimo nuovo coach del Basket Veroli vede tre nomi in pole position, tutti fattibili.

 
Stefano Pillastrini, 51 anni di Ferrara, è già stato contattato nel corso di questa stagione dalla dirigenza giallorossa, deve transare l’anno di contratto che ha ancora con Montegranaro ma l’avventura a Veroli lo stuzzica, perché in carriera gli è già successo di ripartire da una piccola piazza e rilanciarsi poi alla grande. Anche dal punto di vista economico sembrerebbe essere tornato “raggiungibile” visto che il suo ingaggio, di solito molto alto, può viaggiare ora su cifre più ragionevoli, che si confanno alla presumibile sforbiciata di budget che decideranno Zeppieri e soci.
 
Se dovesse tornare davvero Antonello Riva come direttore sportivo (le trattative paiono in corso, un segnale importante sulla volontà di proseguire da parte di Zeppieri), l’obiettivo cambierebbe. Da Pillastrini il testimone del favorito passerebbe agli altri due, Lardo e Calvani, entrambi legati a Riva da esperienze comuni più o meno radicate. Lino Lardo, 53 anni, ligure di Albenga, è stato con Riva sia a Rieti che per metà della scorsa stagione a Roma, prima che venisse esonerato. Pure lui ha già dimostrato di sapersi muovere in provincia e, malgrado esperienze in club famosi come Milano, Roma e la stessa Bologna sponda Virtus, non è tipo da tirarsi indietro se gli venisse chiesto di fare le nozze, se non coi fichi secchi, nemmeno con le pietanze più prelibate.
 
Marco Calvani, 49enne di Roma, in Ciociaria è di casa, da bambino trascorreva le estati a Sgurgola dai parenti e in questi anni in cui Veroli è salita in Legadue ha stabilito rapporti consistenti con l’ambiente, quando è stato possibile si è visto spessissimo al palasport di Frosinone a fare da spettatore e peraltro lo scorso settembre è venuto pure a dare il suo saluto alla presentazione della nuova Virtus Frusino. Con Riva ha condiviso tutta l’ultima annata a Roma, prima da vice di Lardo poi da capoallenatore, nuovo ruolo in cui, dopo un’ottima partenza, non è riuscito a risollevare la squadra capitolina mancando la qualificazione ai playoff. Ma certo non gli mancano le capacità, l’esperienza e il buon senso per poter far bene in Legadue in una piazza che ormai conosce quasi alla perfezione, nei suoi pregi e difetti.
 
Loro tre, ma non solo loro tre. Di buoni per la panchina giallorossa ce ne possono essere altri in giro. Su due piedi ci viene da pensare ad uno come Attilio Caja. Le doti del 51enne tecnico pavese, apprezzato sergente di ferro, Veroli le ha sperimentate sulla propria pelle due stagioni fa in quella serie dei quarti di finale-playoff contro Rimini riacciuffata per i capelli dalla Prima di Cavina e proprio a Veroli doveva arrivare lo scorso novembre se il club non gli avessero preferito Gentile nel ballottaggio. E’ fresco reduce da una salvezza in A1 a Cremona conquistata con buon margine, con un grande rush nella seconda parte del torneo. Anche lui è ok per Veroli. A Via Parco della Rimembranza la scelta.
           
Paolo De Persis