Marco Bonamico

Oggi su Tuttosport Piero Guerrini, capo rubrica del basket del quotidiano torinese e tra le più autorevoli firme cestistiche giornalistiche italiane, prosegue la sua inchiesta, tesa a dare un contributo per costruire e riformare il futuro del basket in Italia, attraverso un reportage che tocca i vertici istituzionali e i club. Oggi, è il turno di Marco Bonamico, presidente da tre anni di Legadue. Intervistato da Guerrini, Bonamico introduce quello che è pensiero di Legadue in materia di riforme dei campionati, suggerisce idee anche innovative e fissa quelle che sono le linee guida di Legadue e i suoi obiettivi per il futuro. Il presidente di Legadue si dice favorevole a tre campionati nazionali, contrario al blocco delle retroccesioni (“chiudersi non ha mai portato sviluppo economico, in nessun ambito”), parla di percentuiali degli agenti e di premi Nas, propone una Legadue con due stranieri senza vincoli di passaporto nè limitazioni per i passaportati italiani. Insomma, tanti argomenti importanti e delicati con l’obiettivo di dare impulso a tutto il mondo basket che deve reagire e lavorare insieme per il futuro, “puntando – chiosa Bonamico – a fare di Legadue ancora di più un campionato dove fare crescere tutti: club, giocatori, alllenatori, dirigenti e arbitri”. (Legaduebasket.it)

Ecco alcuni punti chiave dell’intervista di Guerrini:

Bonamico, sulla LegAdue pesa la crisi. Come uscirne? Alcuni club le hanno chiesto il dilettantismo…
«I costi sono difficilmente sostenibili. A mio avviso si potrebbe pagare meno i giocatori. Non è una provocazione, come non lo è constatare che la percentuale per i procuratori – peraltro versata dai club… – è il 10%, troppo. […] Aggiungo: visto che wild card e provvedimenti simili non funzionano, bisogna ridurre il numero di squadre. A mio avviso ci sono tre campionati nazionali: A, LegAdue e Dna. Gli altri non devono esserlo e lì devono maturare i giovani, il che avviene solo giocando».

La Serie A ipotizza la sospensione delle retrocessioni.
«In Italia sarebbe un grosso errore. Lo scambio tra campionati deve restare. E comunque, chiudersi non ha mai portato sviluppo economico. In nessun campo. Capisco la posizione di Serie A, del resto il volley l’ha fatto, ma ha meno squadre. La verità è che nel 2012 avremo 18 club in A, 16 in LegAdue, 24 in Dna, tutti che vivono di basket. A me sembra troppo. Ma la soluzione non è cancellarci».

Cosa proporrete come LegAdue?
«Siamo disponibili a due stranieri senza vincoli di passaporto. I passaportati italiani sono utili, perché anche se non formati in Italia possono giocare in nazionale e poi sono figli di nostri emigrati. Il concetto di formazione ha fallito. […] E’ un campionato disegnato per certe piazze, che non potrebbero permettersi la A. Una lega che promuove il basket con un buon spettacolo. Abbiamo gli Under, ma la regola non funziona. Noi potremmo far crescere quelli quasi pronti, magari potendo sceglierli con un draft e un versamento ai club di A che non li schierano. Noi e la A potremmo ridurre i roster a 10 giocatori, tagliando pure i costi».