BRINDISI – “ Spero abbiate capito che quel fallo tecnico l’ho volutamente cercato per spedire un messaggio preciso alla terna arbitrale che fino a quel momento ci aveva innervosito con dei fischi incomprensibili ”. Così Piero Bucchi ha spiegato, con una piccola lezione da coach navigato, l’utilizzo scientifico del fallo tecnico rispolverato anche in quest’occasione per provare a invertire l’inerzia di una gara che sulla carta aveva alla vigilia tutti i connotati di un rebus.

Anche questa volta l’allenatore bolognese ha avuto ragione. Quel fischio sanzionato a due minuti e cinquanta dalla sirena del secondo quarto ha sortito, alla fine, gli effetti voluti. Da quel momento l’Enel ha suonato la carica accompagnando la spinta emotiva del pala Pentassuglia alla metamorfosi di una squadra schiaccia sassi capace di asfaltare la temibile Givova Scafati con ventinove punti di scarto (100-71), quel piccolo tesoretto che Ndoja e compagni porteranno in dote all’ultima giornata nel fortino campano quando, chissà, la posta in palio potrebbe valere più di due punti canonici da aggiungere in classifica.

Maturità “ E’ stata una buona partita – ha detto soddisfatto alla fine Bucchi – ma da archiviare subito. Siamo al giro di boa: vedo qualche ragazzo maturato. Ad esempio, Alex Renfroe, che dopo Bologna ha replicato, giocando una gara di grande personalità (17pti, 8 assist, 20 di valutazione). Mi auguro che abbia finalmente capito quale sia l’apporto da fornire alla squadra. Ci siamo applicati tantissimo su diverse situazioni tecnico tattiche. Il lavoro come al solito paga sempre. Lo dimostra la solidità del gruppo che ha reagito con concentrazione ai momenti di difficoltà. Anche contro Scafati siamo riusciti a portare cinque uomini in doppia cifra distribuendo la pericolosità offensiva. Al di là di tutto – ha concluso – la sconfitta contro Forlì deve insegnare: commettere in futuro gli stessi errori sarebbe da ingenui ”.

Scafati squadra rognosa Si sapeva che l’eterno Radulovic insieme alla fisicità di Thomas e il talento straripante di Marigney avrebbero dato tanto filo da torcere all’Enel, di ritorno in contrada Masseriola dopo tre trasferte consecutive, l’ultima balsamica dopo il blitz infrasettimanale operato contro la Conad. A tutto questo, però, si è aggiunta la serataccia di una terna arbitrale apparsa molto annebbiata, che ha reso la missione per il riaggancio alla seconda piazza della classifica più complicata del previsto.

Pronti via il palcoscenico nel primo atto è tutto per la formazione gialloblù ispirata dalla distanza e pungente grazie alle scorribande iper atletiche di Marigney. Dopo due minuti scarsi di gioco la Givova è avanti di otto (0-8) senza che Brindisi possa aver fronteggiato per una volta il canestro avversario. Il time out di Bucchi è d’obbligo. Formenti prima realizza la tripla del -2 (16-18) poi si fa fischiare tecnico per proteste dopo un suo fallo dubbio commesso nel traffico. Scafati taglia il traguardo dei primi dieci minuti con il naso davanti (18-21), ma ci pensa la rivelazione Andrea Zerini prima con il pareggio e dopo con il sorpasso a innalzare la temperatura del palasport a sette minuti abbondanti dall’intervallo lungo.

Brindisi resiste alle sportellate pesantissime nell’area colorata dispensate da James Thomas, ai canestri impossibili inventati, contro le leggi della fisica sempre da Marigney. Un rimbalzo difensivo catturato da Callahan punito con un fallo inesistente fa andare su tutte le furie Piero Bucchi, che mani in tasca arriva a metà campo puntando i tre uomini in giacchetta grigia con l’obiettivo di perdere l’ultima porzione di paradiso rimasta ancora a disposizione dopo il post partita da censura andato in scena a Forlì. Brindisi arriva all’intervallo con quattro punti da recuperare (35-39) e un po’ di decisioni arbitrali sulle quali recriminare.

La tempesta perfetta brindisina si scatena, però, dall’avvio del secondo atto: Hunter e Nodja puniscono con precisione chirurgica da tre punti mentre la difesa riesce a far dimenticare la via del canestro a Marigney. Di seguito arrivano i cinque minuti che squarciano letteralmente la gara: Renfroe e Hunter attaccano con grande fiducia il ferro ma soprattutto tocca all’ispettore Callahan salire in cattedra per fissare sul tabellone elettronico il +16 (71-55).

Scafati prova a mettere le mani addosso ai giocatori di casa raccogliendo, però, solo le briciole. Il missile di Ndoja da tre punti (88-61) chiude virtualmente la contesa prima dello straripamento a quota cento firmato da un Boro ancora una volta in versione “ tanta roba”. Adesso inizia il girone di ritorno: il periodo delle tempeste adriatiche potrebbe essere solo iniziato.

Senza Colonne-Giuseppe Mazzone