Menetti sempre con i piedi per terra: “Vivere alla giornata, i giochi si faranno alla fine”

Jimmy Lee Hunter, il cacciatore attende la Trenk nella sua tana

Il viaggio della verità per la Trenkwalder è finalmente arrivato, il momento di conoscere le ambizioni della squadra biancorossa è qui: domenica sera, ore 18.15 al PalaPentassuglia la Trenk sfida l’Enel Brindisi di coach Piero Bucchi, favorita numero uno per aggiudicarsi un posto sul treno verso la Serie A e in cima alla classifica a quota 10 punti proprio in compagnia della Trenk. Coach Menetti alla vigilia analizza per noi il match clou della 8ª giornata, iniziando con uno sguardo alla compagine pugliese.

“E’ davvero un ottimo gruppo. Coach Bucchi ha la prerogativa di stabilire gerarchie precise nelle sue squadre e così ha già fatto anche a Brindisi, dove non ha mai tentato «esperimenti» o cambiamenti nemmeno nei momenti di difficoltà o di maggior pressione. E’ una squadra molto lunga, con elementi d’esperienza come Maestrello (ex di turno, NdR), Formenti o Ndoja, tutti giocatori che conosciamo bene, ma anche individualità di talento puro quali Hunter e Renfroe. Il loro obiettivo dichiarato è la promozione e hanno allestito la squadra per raggiungerla, scegliendo tanti giocatori di categoria. Le parole di stima di Bucchi in settimana? Fanno piacere, ma allo stesso tempo dobbiamo tenere conto che chi gioca contro di noi ha motivazioni extra, stiamo facendo bene e in più Reggio Emilia rappresenta ormai un’istituzione della LegaDue”.

Un inizio di campionato così positivo, con 5 vittorie su 6 partite giocate, non avrebbe potuto essere pronosticato nemmeno dal più appassionato tifoso biancorosso, ma coach Menetti ancora non si fida di una competizione equilibrata come quella cadetta e preferisce raffreddare l’entusiasmo dell’ambiente reggiano.

“Dopo la trasferta di Brindisi avremo giocato sette partite, poche per dare giudizi definitivi in un campionato dalla classifica corta e in cui nessuna squadra sembra essere in grado di tentare la fuga, tanto che, sono convinto, i giochi per la promozione si faranno nelle ultime dieci giornate. Noi abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo, ovvero giocarcela con tutti, ma non dobbiamo creare ulteriori aspettative in un ambiente in cui, l’esperienza insegna, le attese si trasformano nella «pretenziosità», nell’incapacità di lottare per le partite difficili. Questa è, al contrario, una squadra umile, con un cuore pulsante nella voglia di vincere. Vivere alla giornata deve essere il nostro modus operandi, correggere gli errori non pensando a dove potremo arrivare il nostro vero obiettivo”.

Già, gli errori. Quelli che avrebbero potuto essere fatali in almeno tre delle cinque W conquistate in stagione e che sono risultati tali nell’unica sconfitta in quel di Barcellona. Coach Menetti ha individuato la questione principale su cui concentrare l’attenzione: l’energia.

“In settimana abbiamo lavorato con una buona intensità, soffermandoci in particolare su una questione tecnica: siamo «molli» nelle situazioni di emergenza, persino troppo tranquilli di poter superare ogni ostacolo.

La rimonta di Scafati? Colpa di un calo delle energie dovuto alle difficoltà nelle rotazioni e al problema di falli di Slanina, nel quarto periodo (in cui è avvenuto il recupero campano dal +16 al pareggio in meno di 8′, NdR) quattro giocatori sono rimasti in campo per tutti e dieci i minuti e Chiacig, in particolare, avrebbe dovuto rifiatare di più. Non è tanto un problema psicologico quello di non riuscire a chiudere le partite, quanto una questione di gestione delle energie”.

La fortuna non aiuterà in questo senso il coach biancorosso, ancora dubbioso di poter avere un contributo nella partita contro l’Enel da Matteo Frassineti, il cui fastidio ad un adduttore, riacutizzatosi nell’intervallo del match contro Scafati, costringerà a qualche rotazione d’emergenza.

Filloy ala piccola è stata una soluzione improvvisata soprattutto grazie alla sua sagacia tattica, in settimana abbiamo avuto modo di perfezionare questa ed altre alternative, come l’utilizzo del giovane Germani, capace di stare bene in campo domenica scorsa”.

La Trenkwalder scopre che la propria coperta è leggermente corta e prontamente la società si guarda intorno, aggregando agli allenamenti Fabio Ruini, 31enne reggiano doc, «free agent» dopo l’esperienza in A Dilettanti a Latina ma con un ottimo bagaglio di esperienze di LegaDue tra Fabriano, Roseto e Scafati.

“E’ un ragazzo di Reggio – commenta Menetti – ormai esperto e che conosce la piazza. Non ha mai nascosto di voler giocare nella sua città e vorrebbe dimostrare il suo valore dopo un periodo senza contratto. Potrebbe darci una mano e presto definiremo la sua situazione, ma non vorrei rompere gli straordinari equilibri che si sono creati, a prescindere dai buoni risultati. Persino se potessimo prendere John Stockton avrei dei dubbi ad inserirlo in questo grande gruppo”.

Chi avesse il numero di telefono dell’ex play di Gonzaga faccia un fischio comunque, non si sa mai.

Nel frattempo, la Trenk parte per il suo viaggio della verità. Destinazione: Brindisi…