La scena sembrava da film. Pecile defunto, e Zare che si gira verso la sua panchina alla ricerca di qualcuno che potesse entrare a battere i liberi. Fuori Cutolo per falli – e sarebbe stata la prima scelta – e improponibile Chiarini, la scelta era su tre persone. Montano, il cinno  a cui probabilmente era ovvio non chiedere cotanta responsabilità, Dimsa la cui mano non è quella migliore, e Vrkic. Che in teoria, per ruolo e pedigree, non poteva esimersi. Zare, forse, avrebbe voluto guardare Renato Nicolai, e chiedergli se una qualche deroga regolamentare poteva dargli modo di fare diversamente: andare lui stesso in lunetta, o lo stesso Nicolai, o Nick Zecca, o chiunque altro: rien a faire, dentro Vrkic.
Il cui sguardo era quello di chi, avesse potuto, avrebbe preferito sprofondare, teletrasportarsi in Patagonia, piuttosto che sottostare a cotanta interrogazione. E, al Paladozza, tutti sapevano come sarebbe andata. Sdeng, sdeng.E il fine partita ha ricordato, per fortuna in toni non così da Far West, quello che capitò qualche anno fa nella festa di Natale che aveva allestito il Gandino Castelmaggiore nel post gara con Castel San Pietro:  i panettoni, però, vennero occultati alla vista del patron Flavio Tudini – always in our hearts – che avrebbe preferito usarli come arma  contundente per punire gli ospiti, rei di aver vinto e aver ecceduto nei festeggiamenti.

Romagnolinon è andato giù così pari, anche se a fine gara ha brontolato come mai gli era successo in precedenza. Ci sta, perchè a caldo tutti hanno avuto l’impressione di una delusione immeritata, ma le verità sono anche altre.Intanto, gli arbitri: contestati da Markovski e Romagnoli, e probabilmente alla fine tante scelte sono state sbagliate (ad occhio, due liberi regalati a Voskuil e uno sfondamento ai danni di Baldassarre, nell’ultimo quarto, hanno pagato). Ma tanti vorrebbero avere fischietti che, a 24″ dalla fine, danno due liberi e palla in mano a chi è -2 in casa: un match point, praticamente, e non è colpa dei grigi – non eccellenti, ma si è visto peggio – se Vrkic ora ha paura anche della propria ombra e se Canavesi non è uomo da ultima azione, come già scoperto in passato.

Perchè se gli arbitri avessero voluto fartela perdere, non ti avrebbero messo in quelle condizioni: triste a dirsi, ma è così. Poi è normale sbigottirsi davanti a Corbani (“Non era nemmeno fallo”) o altre cose, ma spesso e volentieri ciò che succede e si dice nei 15′ immediatamente successivi ai fine partita andrebbero dimenticati.Piuttosto, ormai solo i marziani non hanno capito che Vrkic, qui, non può essere riproposto. Lo ha fatto capire Zare, il cui concetto è se ce lo lasciano amen, andiamo avanti, ma non è che le cose migliorino per grazia ricevuta, e dalla società servirebbe ora un atto radicale, dato che i sondiamo valutiamo di sacratiana memoria, ecco, lasciamoli al passato.

Serve un segnale forte, perchè qui il concetto è sempre lo stesso: encomiabile il lavoro fuori dal campo, con gli sponsor, il Point e tutto il resto. Ma c’è anche l’agonismo, e c’è l’obbligo, se non la necessità, di dare un messaggio alla gente. Che si scalda, con tutto il rispetto, più per le vittorie che altro. Qui nessuno chiede il primato, ma solo la prova che c’è la voglia di crearsi obiettivi, di guardare anche alla soddisfazione di chi magari ieri è andata a casa con una maglietta comprata, ma con la delusione di un’altra sconfitta. Urgente e non più differibile: dopo Natale, serve qualcosa di diverso, senza se e senza ma, perchè in tempi come questi l’affetto della platea non è dato per scontato, e pur con le dovute differenze l’esperienza dello scorso anno dovrebbe aver insegnato qualcosa a Romagnoli.
I simboli, il Paladozza e tutto il resto. E la classifica, per chi vorrebbe anche solo evitare di dover passare le domeniche a leggere cosa fa Sant’Antimo.Vrkic out, quindi: dispiace, perchè magari il ragazzo è anche bravo, ma non è più sostenibile in una squadra che già regala un altro posto da “straniero” a Dimsa, giocatore che proprio non fa la differenza e che altrove sarebbe solo un dignitoso corollario. Proprio quando Kelley comincia a dare buone risposte, non si può continuare con la buona volontà e il samaritanesimo: con i bravi cinni ci si va in pizzeria e ci si fa sposare le figlie, ma non si vince sul parquet. Camice, prego.

Va bene va vene così – Kelley, perchè anche ieri male non ha fatto. La voglia di riscattarsi dal -14 di metà quarto. Pecile, che prima dell’accettazione ospedaliera stava dando spettacolo. Amen.

Non mi va – Se Vrkic non ne ha voglia, fare asta: a 10 euro, forse in tanti spettatori chiederebbero di essere al suo posto. Che si finisca sempre a -14. Che ogni volta ci sia qualcuno che non sta bene (Blizzard, febbriciattola). E che la musica del prepartita, oltre ai Guano Apes,
non offra altro.

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