Muore in un incidente stradale il giocatore di basket Martin Colussi.
La notizia è di quelle che ti lasciano sgomento e continui a fissare il titolo del pezzo giornalistico in uno stato quasi “confusionale”, mentre la tua mente ti riporta immediatamente ai giorni in cui Martin aveva vestito la casacca pavese.
Era arrivato a Pavia in Legadue, dall’allora B d’eccellenza, nell’estate del 2007, senza clamore e con l’umiltà di chi sa di avere “l’occasione della vita” che segnerà la sua carriera sportiva.
Persona di poche parole, con quel viso “da bravo ragazzo” che non può non piacerti.
Ai più era quasi uno sconosciuto ma aveva ben presto aveva fatto breccia nel cuore dei tifosi pavesi, da sempre strenui sostenitori dei giocatori, come Martin, che danno tutto per la maglia che vestono.
Non mollava mai ed anche nelle giornate in cui il suo proverbiale tiro da tre punti, in uscita dai blocchi, non ne voleva sapere di entrare, si rendeva utile in ogni altra parte del campo, ovunque ci fosse bisogno della sua presenza.
La sua tenacia in campo e la sua voglia di fare, lo avevano portato a rivestire per due anni consecutivi il ruolo di Capitano nella squadra pavese, con quella umiltà che lo aveva contraddistinto fin dal primo giorno.
Ricordo ancora quando in occasione della pubblicazione dello Year Book 2009-2010 della LegAdue, nella mia veste di Addetto Stampa, per la presentazione dei giocatori, gli feci leggere il suo profilo e mi disse “Perché me lo fai leggere? Quello che scrivi per me va bene”. Sorrisi, in silenzio, apprezzando la sua semplicità.
In allenamento ed in campo dava tutto, raramente lo abbiamo visto lamentarsi. Rimaneva “con i piedi per terra”, sempre, nei momenti di sconfitta ed in quelli di vittoria, come quando il suo canestro da tre punti contro Casale Monferrato, nella stagione 2009-2010, a 2” dalla fine della partita, valsero la vittoria di Pavia di un punto 77-76. I compagni di squadra, lo staff, i tifosi, tutti correvano ad abbracciarlo ed inneggiarlo e lui sorridendo diceva “Ero libero, ho tirato ed ho segnato”.
Ragazzo educato, rispettoso, sempre disponibile con tutti che nascondeva dietro quella timidezza un grande cuore, quello che tanto l’hanno fatto amare dal pubblico pavese.
Questo era Martin Colussi, un giocatore ma soprattutto una grande persona che mai a Pavia potremo dimenticare e quando il suo ricordo mi tornerà alla mente non potrò, come allora, che sorridere, in silenzio.
Cristina Anelli