NAPOLI (foto Vincenzo Artiano) – 86-69: uno score pesante, secco, severo. Ma bello per i colori della NNB, quello che recita il fine gara di questo debutto tutto cuore per la truppa di coach Bartocci, che rilancia l’universo partenopeo nella galassia dei professionisti, ma tutto sotto tono per la Tezenis Verona.

Che cede, cede di schianto, alla distanza, e sbagliando approccio, sul piano del ritmo. Quel piano di cui invece la formazione di Maurizio Bartocci è sempre stata padrona, senza strappi o passi falsi, nella pre-stagione che abbiamo definito come “avvicinamento della speranza”. Ma oggi era diverso, il campionato da un altro odore, un altro sapore, un altro senso della competizione, e giocatori come Clemente, Warren e Hubalek erano alla prima prova insieme, nell’arco dei 40′. Infine  la Scaligera, che non è un avversario con cui puoi scherzare:designato da tanti come favorita, quasi alla stregua di Barcellona; sinonimo di più profondità, seppure con qualche defezione o presunta tale di troppo; ali vere come Ghersetti e Boscagin, autentiche spine nel fianco degli azzurri, un reparto lunghi di esperienza e qualità, ma soprattutto due terminali come Charlie Westbrook e Shane Lawal, su cui tenere più di un occhio a loro guardia.

Risultato? Una difesa accorta ma di qualità (15 falli subiti a 24), dare agli spettri punti scartina, a volte con scarso valore relativo, e fare leva sulla grandissima condizione di Hubalek, e Casini, accanto a un Ricci che “vis-a-vis” con i piccoli veronesi, ha dato una delle mini-svolte nella svolta. Ed è  proprio tornando col pensiero il Pistolero, al pari di JC Hu-Hu , sono l’asse virtuoso che permette di spostarci dall’analisi difensiva a quella offensiva della performance azzurra. Tanti tiri in più, tanti i rimbalzi in più, tanti i falli in più: e una triade del genere vale più di qualsiasi commento.  Così come senza commento, e monumentale, la prestazione di Marco Allegretti. Il capitano operaio, il protagonista senza clamore, è quello che più di ogni altro ha infiammato il pubblico azzurro: 27 punti i suoi punti, 10 i rimbalzi, 6/8 da tre e realizzazioni chiave quando la Tezenis ha tentato, il recupero, in avvio di ripresa e per i primi scampoli di ultime frazione.

Sullo sfondo, un Clemente troppo tiratore ma super nel beneficiare delle ingenuità di Chessa e De Nicolao. Play comunque veri, o che hanno cercato di esserlo, diversamente da Mickey McConnell: troppo solista il bianco di St. Mary’s , troppi lay-up,e poco maker in questo play ancora troppo scollato.

Per Verona ci sarà da riflettere: Jesi e Pistoia sono attrezzate, e servirà un sussulto: è lo stesso Ramagli a sottolinearlo. Al pari dei meriti di questa Napoli in fiducia, ed ora chiamata a imbattersi nel quartetto Barcellona-Imola-Trento-Bologna:  di fuoco, come lo spirito di questo team, specializzato a stupire, e a fare di necessità virtù. Perchè arrangiarsi è tutto, sempre.

 

LA CRONACA

Sugli spalti del PalBarbuto affluenza in crescita, Club dei Tifosi attivissimo, con tanto di pettorine distintive, e aria del campionato che porta senz’altro più pubblico sulle gradinate: pesa comunque il posticipo di Serie A in programma al San Paolo, tra Napoli e Udinese: il vero test su questo versante sarà certamente il secondo impegno casalingo contro Imola, per il 21 ottobre prossimo.

Passando alle squadre, rotazioni più ampie, tasselli di qualità ma non pochi gli interrogativi della vigilia per coach Ramagli, alla sua prima ufficiale sulla blasonata panchina scaligera. E’ soprattutto il quintetto a risentirne, a partire da Gabriele Ganeto, ancora in bacino di carenaggio e per lui il rientro non è vicino. Inoltre Charlie Westbrook, 24 minuti contro Trieste,soffre ancora dei postumi dell’infortunio anche se la sua presenza in campo domani al PalaBarbuto non è in discussione, mentre Shane Lawal e Mario Ghersetti (assente quest’ultimo nella serie contro l’Acegas) hanno avuto problemi durante la settimana e non si sono allenati con continuità, ma potranno comunque offrire il proprio contributo. Aggregato il prospetto locale De La Cruz, per uno starting five composto da McConnell, Westbrook, Boscagin, Ghersetti e Lawal, sostenuti da alcuni supporters arrivati dal Veneto.

Per Napoli invece unico intoppo settimanale quello di Marco Ceron, ma soltanto un piccolo risentimento muscolare, forse una contrattura, nulla che pregiudichi il suo impiego in campo. Allegeriscono poi la zavorra di coach Bartocci il pieno recupero di Casini (che domenica contro Scafati ebbe qualche crampetto al polpaccio ), e il  rientro di Jiri Hubalek  tramite pagamento di una multa per la semirissa con Ghiacci costata l’espulsione dal parquet del PalaMangano. Notizia come manna dal cielo,  per meglio contrapporsi al ricco reparto lunghi della Tezenis. Tiene poi ancora banco il discorso mercato, con il sostituto di Joel Zacchetti (momentaneamente individuato in Davide Leccia) ancora celato da un grosso punto interrogativo: Metreveli il nome più gettonato, seguirebbe Di Giuliomaria, ma è tutto rinviato a domani mattina. Adesso conta giocare, conta il quintetto azzurro, ed è finalmente il migliore possibile da schierare, con Clemente, Casini, Warren, Allegretti e JC.

Inno nazionale,come nelle consuetudini di lega, e via: azione confusa di Verona, con forzatura a centro area di Ghersetti, e gioco a due in transizione con conclusione dall’arco di Allegretti, che risponde poco dopo in tap-in alla tripla di Boscagin, sempre in contropiede, e seguita da un buonissimo uno contro uno per il 5 pari. Sono le ali a fare la differenza nelle prime, vivaci battute. Ancora più vivaci quando Shane Lawal,servito sotto canestro da un McConnell ancora in rodaggio, chiude con un dunk di potenza pura. Ma ancora Allegretti, d’esperienza, dalla lunetta, sugella il 6-7 a 7’55” dalla prima sirena. Dicevamo rodaggio per il white play scaligero, anche se con zero aiuti in difesa crea discrete spaziature, e può smistare a un ispirato Ghersetti dentro, sfruttandone la robustezza, oppure a Boscagin, con la sua mano delicata dal perimetro. Nel frattempo troppo tiro nel gioco di Napoli, con Clemente e Hubalek che forzano da fuori e Allegretti che in uno contro uno cerca il pitturato: Westbrook dall’altra parte incide ancora poco sul gioco, grazie a un Casini attento e non remissivo, almeno fino al fulmineo taglio a canestro ben colto dal solito Ghersetti per il +7 del primo time-out azzurro (6-13  a 5’18”).  Napoli deve reagire, e lo fa, nel giro di trenta secondi, con Casini portatore di palla, e un Clemente che meno impegnato a impostare e più defilato, dando così la scena a Hubalek, che prima con un funambolico passo d’incrocio, poi sfruttando l’assist dal recupero di Warren confeziona un 4-0  condito poi, e  sempre in transizione, dal Pistolero in lay-up, sull’input di Warren: 12-13, fuga giallo-blu ricucita, e immediato contro time-out di Ramagli, che striglia i suoi. McConnell però non ha alternative al tiro, costruisce poco con Lawal, e nonostante qualche rara intuizione del lato debole, da poca fluidità all’attacco, in ultimo pesca Boscagin che in linea di fondo subisce infrazione di passi: però il capitano ospite non si fa attendere, sempre sfruttando il tardo rientro difensivo di Napoli, con la sua ennesima tripla, la terza del quarto. Primi cambi intanto per la Tezenis, con Da Ros al posto di Ghersetti, mentre Frassineti e Chessa al posto del duo americano, di scarso impatto in questo primo giro di giostra. E il quintetto italiano, guidato a centro area da Lawal, premia Da Ros che in mezzo gancio piazza il + 4, ma Hubalek in fade-away risponde, portando più fuori possibile il nigeriano, anche a costo di qualche forzatura di troppo. E’ comunque momento di primi cambi anche per Napoli, con Marco Ceron al posto di Casini, intanto Chessa, dalla parte opposta, ha da migliorare in difesa, e con due falli spesi in appena un minuto, Verona è già in bonus e il playmakerino ex Biella è costretto ad uscire anzitempo, portando in campo il giovanissimo ex Piacenza De Nicolao:  il biondino non resta passivo, pesca la chiusura a riccio di Da Ros per il delicato appoggio del +5, intanto anche capitan Allegretti deve rifiatare, per Napoli, ed è il turno sul ring per David Loncarevic, a duello con l’uomo del momento Da Ros. Uomo del momento deve esserlo anche Denis Clemente, che pure piazza la sua navarrata, in velocità, ma negli ultimi due possessi si dimentica totalmente di Westbrook , che  non due jumpers fotocopia che valgono il 21-26 Tezenis alla fine dei primi 10′, complessivamente equilibrati, sul filo di lana.

Al rientro sul nocciolato nessuna variazione in scacchiera per Bartocci, Ramagli invece recupera Ghersetti abbassando il quintetto, in sostituzione di Lawal. E’ sempre Clemente il fil rouge della NNB, con lasua seconda arcaa consecutiva, raccolta dal rimbalzo offensivo, ma dall’altra parte è un altro uomo chiave a ripresentarsi, Mario Ghersetti, che mostra da subito la sua bidimensionalità con la tripla pulita del +6. Clemente incide poco, lascia troppo alle iniziative individuali e Hubaek è poco coinvolto, intanto dubbi contatti con la difesa a tutto campo danno a Verona la chance del contropiede per  il nuovo massimo vantaggio, con Westbrook: ma qui giù il cappello, e proprio con Denis Clemente, che in puro coast-to -coast sigla il 2+1 del -5. Secondo fallo anche per De Nicolao, e rientro inevitabile di McConnel , a cui dopo segue Boscagin in sostituzione di Frassineti; del resto è inevitabile anche il rientro di Casini e Allegretti, per dare più equilibrio al gioco. Un gioco che però pare alternare disordine in avvio (persa con appoggio facile di Wesbrook) a buone intuizioni, in attacco, con la grinta di Loncarevic e la lodevole bidimensionalità da doppia cifra di Allegretti. In difesa invece qualche problema: Ceron soffre Westbrook, presto viene cambiato da Warren che va su Boscagin), Ghersetti è praticamente incontenibile con la sua visione di gioco e i suoi giochi a due, mentre Boscagin è chirurgico con le sue iniziative in uno contro uno. Nel frattempo Clemente prende ossigeno rimpiazzato da Ricci, Hubalek prende il posto di Loncarevic: qui, clamorosamente, la volta. Perché è a rimbalzo, in termini di fisicità, nel tagliafuori offensivo e nella ricerca di contatti, che Napoli si esalta, si fa valere, prova a rivoltare la partita come un calzino e e coglie le occasioni giuste per far male. Soprattutto grazie a un Casini umile, in regia,  e come nel caso del 3+1 di Warren, mani in faccia di Boscagin, per siglare il primo vantaggio del match  (42-39 a 3’30” dalla pausa lunga).  McConnell continua a non orchestrare a dovere, mette sì in ritmo i suoi ma non li segue negli sviluppi offensivi, Lawal poi è letteralmente isolato da un Hubalek silenzioso ma da lavoro sporco, oltre che dalla mano morbida (l’unico guizzo è “premiato”da uno 0/2 in lunetta).Intanto è ancora il capitano azzurro a ricoprire il ruolo di fattore, continua il suo show, ed è già alle soglie della doppia-doppia sul  47-39: time-out d’obbligo per Ramagli (a 1’15”). Ultimo giro di lancette, dunque, con Clemente che rientra in tempo per il suo quarto assist, guarda caso per Allegretti: immenso, a freddo, senza ritmo, a crviellare la retina per il ventello, ed è sempre l’ex Varese a gettare fuori area Da Ros per un fade-away assurdo, senza senso, come senza senso è l’ultimo possesso ospite. Conclusione? +11 Napoli, 14-0 di parziale aperto,e a riposo con l’inerzia in tasca.

Rientro in campo con gli starting-five, e McConnell che, tanto per cambiare, cerca più il tiro o l’iniziativa personale (anche riuscendovi), tralasciando però che il gioco di squadra, diversamente da ciò che invece può e deve fare Boscagin, jumperista dai quattro metri sigla in sospensione i primi due punti del terzo parziale, seguiti dai personali di Mickey. Intanto però sono già punti utili alla causa scaligera, che rosicchia il passivo del primo tempo, anche sfruttando una Napoli meno lucida un difesa, e che si lascia scappare Westbrok dall’angolo per il -5. Arrivato l’allarme, Allegretti dal canto suo risponde col meglio del suo repertorio, e cioè stampando un piazzato in faccia a Ghersetti, mentre a rimbalzo si fatica più del solito, con un Lawal in formato iperattivo, ma poco concreto quando si tratta di finalizzare, e in difesa del tutto sul posto quando Hubalek lo sfida, battendolo spesso in velocità , d’una incollatura (56-45 a 5’17” dall’ultimo pausa). Insomma prima risalita veronese a vuoto, e con Westbrook avulso e a tre falli (merito di Casini), girandola di cambi per Ramagli, che abbassa il quintetto con Chessa, a supporto di McConnell, affiancandogli Da Ros, al posto di Lawal; cambi anche per Napoli con super Allegro sostituito da Loncarevic, abbinato a Ghersetti, ma ora il gioco della Tenzenis prova a spostarsi su piccoli, e il giovane play non delude, si prende le sue responsabilità, anche con qualche rischio, e con tripla dall’angolo, sorprendendo un disattento Casini, rimpiazzato da Ceron. Dall’altra parte intanto è Clemente a cercare il comando delle operazioni, sfruttando il più possibile l’abbinamento difensivo con Chessa,suo marcatore al posto di McConnell. Però è sempre la copertura, lucidissima e con pochissimi fischi, oltre alla quantità industriale di extra-possessi, che offrono la vera spinta si casalinghi, al nuovo massimo vantaggio con Ceron in appoggio al vetro, seguito da due liberi che Hubalek si procura con astuzia (62-50 a 1’42”). Il quarto sembra incamminarsi su un buonissimo binario, ed è tempo di panchina per Clemente, con Ricci sul parquet, mentre Chessa resta una mina vagante, imprendibile per il povero Ceron; intanto Ramagli tanta il tutto per tutto, con tre piccoli e Westbrook al posto di Ghersetti, McConnell fa la differenza buttandosi dentro con decisione, ma ormai il tempo va verso 0”: vantaggio congelato, Verona che sbaglia troppo e cerca poco i contatti, risultato un meritato 64-54 NNB, con 10′ ancora da vivere.

Ultima frazione con Lawal al posto di McConnell, e regia condivisa tra Chessa e Westbrook, per Verona; Napoli a five on court con Allegretti al posto di Hubalek: senza stranieri, col solo Casini in copertura su Chessa. Ceron duella a dovere con Frassineti, portando a casa 1/2 (infatti ingresso immediato per McConnell al posto dell’ex Reggio Emilia), mentre Ricci fatica a contenere gli americani, prima Westbrook, poi Mickey, che lo battono sempre in lay-up:e Verona torna sotto a -7 (7’19” dalla fine). Ma ancora una volta, come nel terzo quarto, è Allegretti dalla punta d’arco a tamponare ildilagare di Verona, da leader, da capitano. E resta il Pistolero in regia, col rientrante Clemente e Ceron a supportarlo da 2 e da 3. Intanto fulmini a ciel sereno,su entrambi i lati del campo : contatto dubbio su Lawal da parte di Allegretti, il più attivo in campo, e quarto fallo: va preservato per gli ultimi minuti, Bartocci saggio, e Warren allo scontro impari con Ghersetti, il che porta subito ad aiutare molto in difesa, e a sbilanciare l’assetto con qualche pertugio, come quello sfruttato da Lawal per lo schiaccione del -8. Il nigeriano cerca di spaccare il match, anche a costo di qualche faccia a faccia proibito, ma anche Ghersetti è al suo quarto, al pari di Westbrook: Verona paga il non aver distribuito i falli con qualità, la partita ha perso la sua vivacità offensiva, intesa come pulizia di gioco , ed è ormai un susseguirsi di incontri ravvicinati, contatti e contropiedi, guardando al 68-62 con 5’38”  sul cronometro.  La partita dicevamo è maschia, a rimbalzo è sempre bagarre, ormai tutto il gioco veronese poggia sulle iniziative degli USA e di Ghersetti, mentre Hubalek sale in cattedra per la NNB, con un pregevole 2+1 in appoggio, e se citiamo ancora Allegretti, è per la sua sesta tripla su sette tentativi, in corsa: 74-64, e per Lawal fuori con un problemino alla caviglia a rimbalzo, Napoli resta in controllo a 4′ dalla fine. E’ il turno di Da Ros, ovviamente, Verona sembra a secco, si rifugia, disperatamente,  nel tiro da fuori, e neanche il cuore di  Boscagin sembra rianimare il battito debole degli ospiti: Napoli ha un match point, e con un Warren extra-lusso, prima dalla lunetta sul fallo di Boscagin, e poi in sospensione, dalla linea di fondo, crea le condizioni concrete per chiudere le danze: una speranza,  che però diventa convinzione con la chiusura in scioltezza di Casini, vittima Chessa, e +15 a 2’18”, tra le tribune di un PalaBarbuto festante, e in visibilio sulla stoppata di Hubalek a danno di Da Ros, colpevolmente lasciato solo dalla difesa. Siamo ai titoli di coda, e con un ex Barcellona in piena frustrazione, Hubalek confeziona quattro liberi consecutivi, essendo la Tezenis in bonus, e nel possesso è sempre l’ex Sassari, torre del quintetto azzurro, a vedere libero Warren: tripla numero 2 e +21, con 80” secondi scarsi da giocare. E’ ormai una cavalcata trionfale, un garbage-time sul tappeto rosso, e c’è spazio per i giovani Angelino e Loncarevic: Clemente che fa macinare i secondi, fino all’86-69. Punteggio autorevole, che da ancora più speranze: non si voli alto, non esaltiamoci, ma poter vendere cara lapelle, sempre, su tutti i campi, soddisfa. Barcellona, per giunta chiamata alla sfida del campo neutro dopo il successo in Trentino, è avvisata: con la NNB non sarà una passeggiata.

NUOVO NAPOLI BASKET-TEZENIS VERONA 86-69

NAPOLI: Ricci, Ceron 3, Casini 4, Allegretti 27, Angelino, Zollo ne, Loncarevic 4, Clemente 13, Warren 14,  Hubalek 21. All. Bartocci.

VERONA: Westbrook 16, Frassineti, Lawal 4, De Nicolao, Boscagin 14, Ghersetti 9, Bozzetto ne, Chessa 5, Da Ros 6, McConnell 15. All. Ramagli.

ARBITRI: Masi di Firenze, Ranaudo di Milano, Rudellat di Nuoro.

PARZIALI: 21-26, 50-39, 64-54. Nessun uscito per falli. Spettatori circa 1000.