PaS ramagli

Livorno è una città di grande ricchezza intellettuale che ha dato i natali a rinomati precursori ed innovatori – dal macchiaiolo Giovanni Fattori, all’artista bohèmien Amedeo Modigliani, passando per il compositore Pietro Mascagni -. Livorno è anche luogo di grande tradizione cestistica, oltre che città di porto. Ed è da questo porto che nel 2000 è salpato coach Alessandro Ramagli, destinazione Biella (assistant coach di Marco Crespi con cui ha subito conquistato la massima serie). In Piemonte da capo allenatore fino al 2006, poi Pesaro, Treviso, Reggio Emilia, Teramo, Verona e ora a Siena. Quella Siena, ombelico del mondo cestistico italico fino a 2 anni fa, ripartita nella passata stagione dalla DNB, e oggi in Serie A2.

“Questa non è una piazza vergine – sottolinea l’allenatore toscano -, ma una piazza che ha conosciuto il basket di alto livello nel recentissimo passato. Normale, quindi, che ci sia un’attenzione particolare per questo sport, una passione non sopita, con una richiesta di prestazione legata a quella che è la storia recente del Club”. Il rischio potrebbe essere quello di venir schiacciati dalla grande pressione esercitata dall’ambiente circostante, e invece “il fatto che Siena sia una piazza che conosce la pallacanestro, significa anche che abbia la percezione della realtà, rendendosi conto che questa è una squadra molto diversa, con obiettivi molto diversi e con aspettative molto diverse rispetto a quelle delle grandi Siena del passato – rivela coach Ramagli -. Percezione strettamente legata ad una conoscenza del gioco e ad una passione che non ha molti eguali in Italia. Grazie alla promozione ottenuta al termine della passata stagione, ed all’ulteriore salto di categoria determinato dalla riforma dei campionati che ha unificato A2 Gold e Silver, la Mens Sana ha bruciato le tappe: “In casi simili, grandi brand della pallacanestro nazionale ci hanno messo molto di più per tornare a competere in un campionato quantomeno significativo come la seconda serie nazionale – ricorda il coach mensanino -. Ci sono stati purgatori molto lunghi: ho in mente situazioni come Caserta, le stesse Bologna sponda Virtus e Fortitudo, oppure mi viene da pensare a una piazza che conosco bene come la mia città Livorno, che ancora non è uscita da quel limbo”.

Alessandro Ramagli (Foto di Claudio Devizzi Grassi 2014)

Alessandro Ramagli (Foto di Claudio Devizzi Grassi 2014)

Una neopromossa Mens Sana che nasconde un poco le proprie ambizioni, ma che arriva dalla bella e convincente vittoria contro l’ex capolista del girone Ovest, Agropoli. Una vittoria che alimenta l’entusiasmo del giovane gruppo guidato dal livornese: Ogni vittoria finisce per nutrirci sotto il piano della consapevolezza. E’ indubbio che questa sia una parte del nostro percorso. Le vittorie con la BCC, così come quella ottenuta ad Agrigento due settimane fa, rappresentano piccoli tasselli che aumentano il livello di convinzione di un gruppo veramente giovane. Nel nostro girone, infatti, noi ed Omegna siamo le squadre con la carta d’identità più verde rispetto a tutte le altre”. Dopo la conferma del solo capitan Ranuzzi, Siena sta lavorando per trovare la propria identità in pianta stabile: Abbiamo una squadra omogenea, in cui non ci sono differenze clamorose tra il primo ed il decimo giocatore: questo ci permette di poter fare rotazioni anche a 10 effettivi, seppur non sempre accada. Il che non significa che siamo anche una compagine profonda. La profondità, infatti, è data dal livello assoluto di competizione: la squadra è lunga quando è forte in tanti giocatori. Noi abbiamo molti ragazzi con un futuro davanti, in itinere, ma che non sono pronti nell’immediato ad essere stabilmente competitivi”. Poi il pensiero di Alessandro Ramagli va al ricordo di situazioni analoghe: “Ci sono esperienze che hanno insegnato. Faccio un riferimento ad una squadra che ricorda un poco la nostra: Trieste. Tre anni fa ha fatto un roster molto giovane, usando spesso e volentieri 9 o anche 10 giocatori, raggiungendo la salvezza all’ultimo ‘tuffo’. L’anno successivo si è consolidata, partecipando poi ai playoff nella passata stagione. E’ un percorso a lungo termine e nel percorso è giusto che noi possiamo dare delle opportunità a ragazzi che domani potrebbero rappresentare il futuro della Mens Sana.

E parlando di tuffo, non si può che tornare agli anni ’90, quando tutto ebbe inizio: dopo essersi formato da allenatore nel settore giovanile della Don Bosco, la promozione ad head coach del Basket Livorno, sfiorando la qualificazione ai playoff Scudetto, lavorando sempre con la stessa passione. “La passione – conferma Ramagli – è la cosa che non può mai mancare. Qualcosa che ti arriva da subito, a 7, 8, 10 anni, quando ti avvicini per la prima volta a questo gioco. Come ha scritto Kobe Bryant pochi giorni fa, la passione è l’elemento trascinante per tutta la tua carriera. Ed ai ragazzi che sognano di poter diventare coach professionisti, l’allenatore della Mens Sana, rivela: “La verità e la bellezza è che non c’è una verità: ci sono allenatori che arrivano dopo la gavetta fatta nei settori giovanili, altri che trovano il successo dopo aver fatto da assistenti a grandi allenatori, per poi spiccare il volo. O ex giocatori che sono diventati coach molto in fretta, utilizzando il proprio bagaglio di esperienza, per poi mettere i piedi in questa carriera. Diversità del percorso – prosegue -, che ha però capisaldi imprescindibili: passione, conoscenza del gioco e la possibilità di scambiare le proprie idee con chi riesce a darti qualcosa di più. E poi, la sperimentazione: mettersi in gioco in prima persona in questo mestiere così bello e terribile allo stesso tempo, capace di regalare emozioni uniche”.

Coach Ramagli (fonte Area Comunicazione LNP)

Coach Ramagli (fonte Area Comunicazione LNP)

Emozioni uniche come quelle vissute ai tempi di Biella, per oltre 6 anni alla guida della società piemontese, allora militante in Serie A. Tempi che potevano tornare, dopo i contatti di questa estate, ovviamente non concretizzatisi: “Prendo in prestito le parole del presidente Massimo Angelico, persona di grande equilibrio e sensibilità – dichiara il coach che ha poi scelto la Mens Sana Basket 1871 -. Un contatto c’è stato, quanto siamo stati vicini, però, non è calcolabile. Sicuramente quando c’è un contatto fra ‘amici’, quel contatto è degno di grande rispetto. Però poi, più di ogni altra cosa, ha pesato il mio passato a Biella, fatto di 6 anni vissuti in un momento molto particolare. Tornare avrebbe significato una serie di cambiamenti interni che non ero pronto a fare, trovandomi in una situazione molto diversa dalla mia prima esperienza in Piemonte, e non sarebbe stata la scelta giusta”. Diverso il ruolo, diversi i tempi, diverse le ambizioni, ma soprattutto, diverso il gioco della pallacanestro: “Come la vita stessa, il basket è cambiato profondamente: sono variati gli spazi sul campo, sono cambiate le regole. Secondo paragoni fatti col gioco di 20/25 anni fa, poi, riproducendo lo stesso gesto tecnico, si è riscontrato che oggi la stessa azione viene eseguita al doppio della velocità. E credo che sia un aspetto non marginale, anche per la precisione di quel gesto tecnico. Parallelamente sono cambiate, purtroppo, anche le risorse. Lo sport vive di pari passo con le difficoltà dell’economia mondiale vissuta nel recente passato, facendo i conti con l’evolversi della vita”.

E come nella vita, anche da allenatore coach Alessandro Ramagli ha sognato di poter avere in roster “il proprio giocatore ideale, quello che ogni coach vorrebbe allenare. La verità, però, è che dal ’96 ad oggi, ho avuto la fortuna di lavorare con tanti bravi giocatori, anche con icone della pallacanestro. Certamente non dimentico di essere stato l’ultimo allenatore di Michael Ray Richardson (2 volte NBA All-Defensive First Team, Miglior passatore NBA, 3 volte Migliore nelle palle recuperate NBA, 4 volte NBA All-Star, ndr): avere avuto la fortuna di vivere gomito a gomito con un giocatore come lui ti permette, in ogni modo, di ricordare e di assaporare momenti indimenticabili di pallacanestro.

Messi da parte i ricordi, coach Alessandro Ramagli torna ‘a bomba’ sulla sua Siena: Mi auguro che questo gruppo possa consolidare delle certezze e diventare una squadra, completando un percorso che ancora non abbiamo esaurito. Sarebbe bello, poi, che questa Società possa godere del suo livello di programmazione e piano piano, passo dopo passo, tornare ai livelli che competono ad una piazza come Siena”. L’allenatore livornese esprime poi la speranza, “che questo sport possa essere apprezzato per quanto appeal realmente ha. Conosco poche persone che vedendo una partita di pallacanestro non si appassionerebbero. Siccome questo è uno degli sport più belli del mondo, forse, dovremmo pensare meno al nostro orticello e più all’interesse generale. Questo è uno sport che potrebbe avere una esplosione non solo mediatica, ma produrre un exploit che non ha ancora avuto e che spero potrà avere nel futuro più prossimo”.

E allora… grazie coach, per una pagina di pallacanestro vissuta e raccontata di cui certamente faremo tesoro!

Si ringrazia l’Ufficio Stampa della Mens Sana Basket 1871 per la cortese collaborazione