Ariel Filloy, play Emporio Armani Milano

VEROLI – Dopo una brevissima sosta si torna a parlare di mercato-giocatori in casa Prima. L’ultimo successo con Piacenza ha rinfrancato la società, ma la squadra giallorossa ha ancora delle lacune che vanno colmate per mettere da parte davvero tutte le paure e provare magari di nuovo a lottare per un posticino nei playoff.

 
Il nome nuovo è Ariel Filloy, classe ‘87, 1 metro e 90 d’altezza, argentino di nascita ma italiano a tutti gli effetti di passaporto e crescita cestistica, professione playmaker. Ovvero il ruolo dove a Veroli, detto addio a Jason Rowe, giostra Tony Giovacchini, giocatore che sta dando il suo onesto contributo alla causa, ma una dose di talento maggiore in cabina di regia quando le cose in attacco si inceppano da qualche altra parte, com’è capitato nell’ultimo mese con Jackson, non guasterebbe, visto che Giovacchini sta faticando ad incidere a livello realizzativo (3.7 punti di media con 5/17 dal campo, nelle ultime tre gare). E il giovane Tommasini dalla panchina soffre ancora di alti e bassi, anche perché non gli viene data troppa fiducia da Gentile.
 
Filloy, l’ultimo della saga dei fratelli italo-argentini (Demian è a Reggio Emilia, Pablo ha giocato da queste parti a Ferentino), è una vecchia conoscenza del Basket Veroli, che l’ha affrontato più volte da avversario in queste stagioni. L’ultima l’anno scorso, quando Filloy era il play titolare di Pistoia, con cui ha chiuso la regular season all’ottavo posto contribuendo con 10.7 punti e 2.3 assist in 33.4 minuti di media, col 43.0% da due, il 38.0% da tre (5.0 tentativi per match), 3.7 rimbalzi, 2.7 perse e 1.7 recuperate per 9.1 di valutazione. Numeri che nelle 3 partite dei playoff giocate contro la testa di serie numero uno Casale Monferrato si sono abbassati sensibilmente a 7.3 punti+1.3 assist in 32.3’, con appena 0.7 di valutazione media. In estate l’ex Rimini, Soresina e Scafati – talento che con l’avanzare dell’età non ha mantenuto le promesse di quand’era più giovane – ha fatto il salto in Serie A nientemeno che all’Emporio Armani Milano, ma da terzo play dietro Cook e Giachetti ha avuto scarse possibilità di mettersi in luce. Ha giocato poco più di 8 minuti di media nelle 11 partite su 16 in cui Scariolo ha deciso di spedirlo sul parquet (2.2 i punti) e da quando è partito il 2012 il suo minutaggio è sceso ulteriormente, così come in Eurolega le apparizioni sono state in tutto 2. Insomma, farlo tornare in Legadue offrendogli la possibilità di giocare diversi minuti non è cosa impossibile ed è quanto hanno pensato i dirigenti giallorossi, magari sfruttando i buoni uffici di Nando Gentile, che nella squadra milanese ha il figlio Alessandro che può fare da possibile intermediario con il compagno.
 
Radiomercato dà Veroli impegnata in queste ore nella trattativa con Milano, vedremo se andrà in porto l’ingaggio di Filloy, sul quale c’è però la concorrenza pericolosa di Pistoia, ancora a caccia del play dopo l’infortunio di Mathis e destinazione probabilmente più gradita al giocatore dopo esserci già stato l’anno passato.
 
In uscita, altre fonti danno invece David Brkic in procinto di lasciare Veroli per accasarsi a Brindisi. Notizia priva di fondamento, anzi nella settimana in cui si andrà a giocare proprio coi pugliesi profuma di voglia di mettere ulteriore pepe all’eterna sfida tra le due formazioni.
 
Le novità in casa giallorossa non si fermano qui, comunque. Si parla infatti anche dell’approdo a Veroli di un nuovo direttore sportivo. Il soggetto è Pierfrancesco Betti, romano, giramondo dei club italiani, visto più volte di recente alle partite della Prima a Frosinone, l’ultima appena domenica scorsa. Sebbene la voce sia insistente, la notizia del suo ingaggio va presa con le molle, perché sconfesserebbe quanto dichiarato dal presidente Zeppieri non più tardi di qualche giorno fa sulla non volontà di far arrivare un nuovo diesse.
        
Paolo De Persis
La Provincia