La Termoforgia conquista i primi punti di questa ventiduesima stagione in Serie A2 battendo un’Assigeco inspiegabilmente molle, soprattutto nei primi due quarti, che fa un po’ arrabbiare coach Ceccarelli, che pure aveva studiato bene il piano partita per mettere in difficoltà la squadra del collega Cagnazzo.
Eppure c’erano parecchi motivi per venire a fare una bella figura all’Ubi Bpa Sport Center: innanzitutto la presenza di due ex, Ihedioha e Piccoli, preferito quest’ultimo a Formenti (poi il migliore dei suoi a fine match), rispetto all’esordio. Altro elemento la voglia di riscatto dopo la rocambolesca sconfitta di un punto contro Ravenna.
Invece la partita l’ha fatta la Termoforgia, che ha condotto per quasi tutto il match, con un high di 22, forse ingeneroso per gli ospiti. In ogni caso, a parte la reazione forse dettata più dalla rabbia a inizio terzo quarto, l’Assigeco ha potuto ben poco, contro una Termoforgia finalmente anche bella a prescindere dai due leader Dillard e Jones, nella quale, oltre al “solito” Rinaldi, tutti i giocatori impiegati hanno portato mattoni importanti.
Chiusa ufficialmente la campagna abbonamenti la società di casa comunica che sono state sottoscritte 1.121 tessere, forse meno del previsto – la tiepida pre campionato forse non ha aiutato – e comunque lontane dall’epoca in cui si puntava assai più in alto.
STARTING FIVE
Jesi: Dillard, Baldasso, Rinaldi, Jones, Totè
Piacenza: Ogide, Piccoli, Ihedioha, Murry, Sabatini
MVP:
Senza ombra di dubbio Jones che chiude il match con un 11/15 complessivo al tiro (75% da tre!), al quale nemmeno le 5 palle perse riescono a sporcare il lunsinghiero 30 di valutazione.
DIAMO I NUMERI:
Le statistiche condannano l’Assigeco, che tira peggio di Jesi, conquista meno rimbalzi e paga la serata storta di Ogide e Murry, appena 35 punti in due, parte dei quali a match praticamente già deciso.
Oltretutto sfrutta male le 12 recuperate e i 10 tiri in seconda opportunità: un capitale!
A proposito di perse/recuperate, le 19 perse di Jesi, dice Cagnazzo «Ce lo potremmo permettere in due partite!» stonano alquanto: e se di fronte alla Termoforgia non ci fosse stata l’Assigeco di stasera, ma un’altra squadra, come sarebbe andata a finire?
SALA STAMPA:
Come di consueto è il tecnico ospite Ceccarelli a prendere la parola: «Partita semplice da commentare, nettamente meritata da Jesi, che, se manda quattro uomini in doppia cifra, diventa difficile da battere. I meriti di Jesi sono tanti, però, c’è sempre un però! Non abbiamo eseguito il piano partita come richiesto, a differenza del match precedente contro Ravenna. Senza nulla togliere al talento di Jesi, certe cose sono nate da nostre mancanze su situazioni semplici da gestire. Solo nel secondo tempo abbiamo seguito con più attenzione il piano partita che avevamo studiato per la difesa. A questo punto chi non ce l’ha chiaro deve capire molto in fretta che questo campionato per voi addetti ai lavori sarà bellissimo, ma per noi sarà molto difficile, è tostissimo, vi assicuro. Ora dobbiamo subito concentrarci per la partita con Imola in casa, dove spero vivamente che l’approccio sia diverso.»
Certamente più disteso Cagnazzo, che pure sa quanto ci sia ancora da lavorare, per correggere qualche difetto: «Sapevamo che era una partita importante nella quale dovevamo provare a far tutto per vincerla e credo che se inizio e fino non siano stati perfetti sul piano dell’intensità, dentro il match ci siano delle cose importanti, come il coinvolgimento di tutti in attacco, la voglia di passarsi la palla, di condividere qualcosa. Piacenza è una squadra che non molla, che ha talento e noi non possiamo permetterci di concedere i 50 punti nei due quarti conclusivi, pensando che la partita è già finita. Sarà un campionato durissimo, se solo si molla, se ne pagano le conseguenze.»
Per chiudere l’intervista spiega la scelta di tenere in campo Dillard, quando, vistosi fischiare un tecnico a poco più di cinque minuti dal termine, si ritrova a quota quattro falli, facendosi fischiare il quinto a 4’16”: «Me l’hanno detto tutti di cambiarlo, poi ho fatto la scelta di lasciarlo in campo, lui è leader in questa squadra e ciò significa doversi anche assumere delle responsabilità, in quel momento ho pensato, vediamo che succede. Adesso col senno del poi posso aver sbagliato. Comunque lavoreremo anche su questo martedì.»