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foto di Tania Calini

Sorrentino (foto di Tania Calini)

FORTITUDO BOLOGNA – E’ finale, contro tutto e tutti, a volte anche contro se stessi, al termine di una corsa e di una stagione romanzesca per come era iniziata, con la farsesca conferenza stampa estiva di Lestini, per come era continuata, con un avvio difficile e le vittorie esterne che non volevano arrivare, con lo sfogo novembrino di Boniciolli contro i suoi giocatori dopo la pesante sconfitta di Matera. Ma proprio da quella partita è forse iniziata una nuova stagione per Bologna, che proprio nella giornata successiva trovava una vittoria bene augurante proprio contro quella Treviso battuta, anche nettamente, in semifinale. Bologna arriva in finale con uno score invidiabile di 14 vittorie e 2 sconfitte, tra fine stagione e playoff e proprio la squadra che non vinceva mai in trasferta sta costruendo proprio lontano dal PalaDozza il suo sogno. La F torna a volare in alto e da neo-promossa si presenta all’ultimo appuntamento della stagione, per cercare di riportare Basket City in serie A, per un risultato che sarebbe storico ed avrebbe anche un gusto particolare pensando alle vicende sportive dei rivali cittadini.

LEONESSA BRESCIA – Brescia toglie il fattore campo a Scafati e si guadagna la finalissima che decretera’ l’unica tra le 32 parteciapnti dei due gironi di A2 che salira’ al piano di sopra. Dopo le due perse di inizio serie la formazione di coach Diana completa il tris sbancando un bollente PalaMangano grazie anche agli oltre 200 tifosi scesi in Campania dalla Lombardia. Bella l’iniziativa della societa’ della Bragaglio e Bonetti che paga trasferta in pulmann e biglietto a tantissimi affezzionati supporter che non fanno mancare calore e presenza ai propri beniamini. Decisivo in questa serie il gruppo della Leonessa ma sopratutto l’outsider Davide Bruttini in doppia cifra tutte le gare partendo dalla panchina sepur al cospetto del quotatissimo Simmons. Tra il viaggio di ritorno e la prima finale contro la Fortitudo di Domenica c’e’ poco tempo per festeggiare ma paiono veramente lontani i tempi delle feroci critiche e dei grossi ed inspiegabili black out in campo. Ora pressione e favori del pronostico sono tutti per Moss e compagni, vedremo se riusciranno nell’impresa di portare l’ambiziosa Centrale nell’elite della pallacanestro Italiana.diana bragaglio

SOLD OUT – E’ stata la parola d’ordine di queste semifinali. Dopo un playoff in cui l’entusiasmo non è mai mancato in nessun impianto, le semifinali ci hanno regalato palasport spesso e volentieri pieni in ogni ordine di posto. Se a Bologna e Treviso, prime anche in stagione regolare per numero di presenze, c’era da attenderselo con 4 sold-out su altrettante partite, forse meno pronosticabile era la cornice di pubblico dell’altra semifinale, soprattutto considerando che Brescia è “emigrata” a Montichiari. Invece anche qui impianti pieni e traboccanti di entusiasmo, con il massimo toccato in gara-5 in PalaMangano esaurito, grazie anche ai quasi 250 bresciani arrivati dalla Lombardia grazie ai pullman messi a disposizione dalla stessa Leonessa.

Nei video la cornice di pubblico del PalaDozza e del Palaverde durante la semifinale Treviso-Bologna

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Foto Claudio Devizzi Grassi 04/03/2016 Rimini (Italia) Givova Scafati - De' Longhi Treviso IG Basket Cup Serie A2 2016 Arena Parigi 1999 Nella foto: Stefano Pillastrini (allenatore De’ Longhi Treviso)

Stefano Pillastrini (foto di Claudio Devizzi Grassi)

DE LONGHI TREVISO/ TY ABBOTT – esce mestamente in semifinale l’ambiziosa Treviso di coach Pillastrini sconfitta, seppur col fattore campo a favore, dalla Fortitudo Bologna priva di un giocatore americano. Delusione per Fabi e compagni che affrontano la serie con poche idee ed energie probabilmente fiaccati dalle 5 gare disputate prima contro Casale agli ottavi e poi nei quarti al cospetto della FMC Ferentino. Emblema di questa debacle in salsa veneta e’ Ty Abbott (guardia, Usa, 1988) che tira nella serie con un pessimo 13/ 33 dal campo, il problema non e’ neanche la bassa percentuale ma il suo nascondersi nei momenti topici della sfida lasciando responsabilita’ e croce ai compagni piu’ giovani. Senza criminalizzare nessuno va detto che il gioco della De Longhi non ha brillato nei play off con palla ferma e tante scelte poco azzeccate. Nel classico “win or go home” di gara 4 solo 47 punti realizzati e ben 19 perse. Impossibile con questi numeri sbancare il Paladozza ed aggiundicarsi il pass per la finale.

Foto Claudio Devizzi Grassi 04/03/2016 Rimini (Italia) Givova Scafati - De' Longhi Treviso IG Basket Cup Serie A2 2016 Arena Parigi 1999 Nella foto: Joshua Andrew Mayo (Givova Scafati)

Deludente Josh Mayo in gara-5 (Foto Claudio Devizzi Grassi)

GIVOVA SCAFATI / JOSH MAYO – Finisce sul più bello la stagione della Givova Scafati, che cade al PalaMangano nella decisiva gara-5 di semifinale contro una Leonessa Brescia che nei playoff non vinceva in trasferta da oltre 3 anni. Per i ragazzi di coach Perdichizzi e per il patron Longobardi un finale amaro, dopo una regular season a tratti dominati e la perla della vittoria di Rimini in Coppa Italia, che però non fa che confermare un dato statistico “inquietante”, perché dall’avvento di LNP nessuna squadra è stata in grado di completare la doppietta Coppa Italia-promozione. Eppure Scafati sembrava molto solida prima di questa semifinale ed anche dopo i primi due episodi, con 8 vittorie su 9 partite. Invece la serie è girata probabilmente sul finale di gara-3, che Scafati ha avuto in mano ma che si è lasciata sfuggire. Da lì in poi Brescia è sembrata più solida ed anche nella decisiva gara-5 i campani hanno mostrato qualche limite, soprattutto tattico senza contare l’assenza ingiustificata di un Josh Mayo che è venuto a mancare proprio all’atto conclusivo, con poca lucidità nella gestione della palla e scelte scellerate al tiro, con un 1/12 che la dice lunga sulla sua serata e che fa il paio con il complessivo 9/37 delle ultime tre gare della serie.

a cura di Alessandro Salvini e Fabrizio Quattrini


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